25 Aprile 2024 - 12:19

La Buona Scuola. Per il Sel servono 400 mln l’anno dai giochi, aumentando il preu e variando i compensi della filiera

Maggiori entrate dai giochi per 400 milioni l’anno attraverso l’aumento del preu dei giochi e la variazione delle percentuali di compenso per le attività di gestione e dei punti vendita.

15 Maggio 2015

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Maggiori entrate dai giochi per 400 milioni l’anno attraverso l’aumento del preu dei giochi e la variazione delle percentuali di compenso per le attività di gestione e dei punti vendita. Lo chiedono ben tre emendamenti presentati alla Camera dei deputati dal Gruppo Sel al ddl sulla Buona scuola che oggi approda in Aula. Questa mattina, la Commissione bilancio si riunirà per discutere sugli emendamenti presentati in aula. Secondo indiscrezioni, sui 1.600 emendamenti presentati, quasi due terzi potrebbero essere cassati già da subito.

Come chiedono gli emendamenti firmati da uno dei relatori di minoranza alla legge, Annalisa Pannarale del SEL ed altri, “Il Ministero dell’economia e delle finanze-Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, con propri decreti dirigenziali adottati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, emana tutte le disposizioni in materia di giochi pubblici utili al fine di assicurare maggiori entrate, potendo tra l’altro variare la misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi da intrattenimento di cui all’articolo 110, comma 6, lettere a) e b), del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita. Tali disposizioni sono finalizzate ad assicurare, anche con riferimento ai rapporti negoziali in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, maggiori entrate in misura non inferiore a 400 milioni all’anno a decorrere dal 2016, L’utilizzo delle relative disponibilità è accertato annualmente e subordinato ad autorizzazione del medesimo Ministero dell’economia e delle finanze, che verifica l’assenza di effetti peggiorativi sui saldi di fabbisogno e di indebitamento netto”.

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