29 Marzo 2024 - 12:52

“Intollerabili le norme a macchia di leopardo sui giochi”. Il viceministro Pichetto Fratin conferma l’aumento dell’illegale durante la pandemia. E preme per una riforma omogenea sul territorio

“Bisogna ripartire dall’intesa della Conferenza unificata raggiunta nel 2017 e poi bloccata per dare un assetto omogeneo al settore del gioco, anche per intervenire in maniera efficace nel contrasto al

02 Dicembre 2021

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“Bisogna ripartire dall’intesa della Conferenza unificata raggiunta nel 2017 e poi bloccata per dare un assetto omogeneo al settore del gioco, anche per intervenire in maniera efficace nel contrasto al gioco illegale che nel periodo della pandemia è aumentato considerevolmente”.

Questa la proposta finale di Gilberto Pichetto Fratin, viceministro allo Sviluppo economico, nel corso dell’audizione tenuta davanti alla Commissione d’inchiesta sul gioco illegale del Senato, nel corso della quale ha presentato un quadro di difficoltà nel quale versano gli operatori legali del settore e, parallelamente, gli oneri che lo Stato si è assunto per sostenere le imprese costrette a bloccare o ridurre in maniera consistente l’attività in conseguenza del Covid.

“Aver bloccato l’intesa Stato/Regioni del 2017 ha anche impedito di svolgere le gare per il rinnovo delle concessioni scadute. E la proroga decisa dal Governo al marzo 2022 è insufficiente per consentire alle imprese di programmare la loro attività e perfino di accedere al credito bancario, legato come sappiamo a una programmazione dell’attività aziendale con una certa prospettiva temporale”.

Nella sua relazione, il viceministro ha ricordato che nel 2020 il gioco fisico ha perso circa 35 miliardi mentre si è sviluppato il gioco illegale, come dimostrano le numerose operazioni di polizia e i sequestri di apparecchi illegali e sale gioco clandestine: una ogni tre giorni. Le stime riportate parlano di una stima di 12 miliardi di euro per il 2019 che sono arrivati a 18 miliardi nel 2020 e si prevede che superino i 20 alla fine del 2021.

Il gioco online illegale, con siti telematici che si trovano all’estero, rappresenta tuttora il fenomeno più diffuso.

Per dare un quadro complessivo, ha ricordato che il gioco legale ha una significativa ricaduta in termini occupazionali. Riprendendo un rapporto realizzato recentemente da un concessionario, ai circa 300 concessionari vanno aggiunte 3.200 imprese di gestione e 80mila punti vendita che offrono gioco sul territorio. Il totale di occupati diretti è stimato in circa 150mila unità.

Se, quindi, l’emergenza Covid ha consentito di dimostrare che l’assenza di gioco legale comporta la conseguenza di uno sviluppo di quello illegale, il problema posto da Pichetto Fratin è quello della chiarezza delle norme e della omogeneità territoriale.

“Non è tollerabile” ha detto “una situazione a macchia di leopardo, affidata alla improvvisazione di chi pone una giusta tutela del cittadino, voglia essere più realista del regolatore. Perché questo ha portato alla creazione di autentici casinò, a furia di spostare in periferia le attività di gioco per allontanarle da chiese, scuole e altri luoghi sensibili”.

La relazione del viceministro è stata in parte contestata dal senatore Giovanni Endrizzi secondo il quale le attività di gioco illegale scoperte nel corso degli ultimi mesi sarebbero frutto di indagini iniziate anni prima, a volte perfino negli anni ’90, e quindi non legate alla pandemia. Inoltre, ha ribadito che un riordino normativo non potrebbe, in ogni caso, superare le autonomie locali in materia di salute, quindi di rischi da dipendenza da gioco.

Una richiesta di ulteriori approfondimenti è arrivata dal senatore Elio Lannutti.

Oltre a un divieto di pubblicità per i giochi, la senatrice Anna Minuto ha invocato una chiarezza nei messaggi per evitare che passi il messaggio che “il gioco è sicuro”. Altrimenti, ha detto Minuto, potremmo dire anche che l’alcool è sicuro o che il fumo è sicuro eccetera. Mentre dovremmo riuscire a controllare il gioco. E il recupero che va fatto sul gioco on line per quelle persone che si perdono e che sono un numero davvero illimitato”.

Anche Stefano Candiani ha ribadito che si deve trovare un punto d’equilibrio: “Se siamo tutti d’accordo a condannare l’alcoolismo, non possiamo certo demonizzare il buon vino”. E ha quindi chiesto a Pichetto Fratin quali sono le azioni di contrasto effettivo che il ministero conta di mettere in atto per contrastare il gioco illegale.

A sostenere l’esigenza di cambiare atteggiamento nei confronti degli operatori di gioco, per considerarli alleati dello Stato nella lotta alle dipendenze e all’illegalità, è stato il senatore Andrea De Bertoldi.

“Sono concessionari dello Stato” ha detto “e si è fatto di tutto per ostacolarli. In Emilia Romagna, per esempio, è stata fatta una strage delle imprese di questo settore, mentre bisogna sostenerle per fare una reale lotta alla ludopatia. Quindi chiedo al viceministro: che tempi vi date per dare una regolamentazione?”.

Pichetto Fratin ha dato disponibilità a tornare nelle prossime settimane per dare risposta alle questioni che gli sono state poste dai colleghi della commissione. Tra le altre, la richiesta del presidente della commissione, Mauro Marino, di preparare un quadro sinottico di tutti gli interventi che lo Stato ha realizzato per sostenere le imprese nel periodo della pandemia.

 

 

 

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