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Imprese nel Gaming: nel 2017, 7.711 attività registrate

“I dati sulle aperture e chiusure delle imprese nel corso del 2017 mostrano che gli italiani continuano a credere nel fare impresa”. Lo ha dichiarato il presidente di Unioncamere, Ivan

29 Gennaio 2018

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“I dati sulle aperture e chiusure delle imprese nel corso del 2017 mostrano che gli italiani continuano a credere nel fare impresa”. Lo ha dichiarato il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello.

Sono infatti 46mila in più le imprese iscritte nei registri delle Camere di commercio, con una crescita dello 0,7% rispetto al 2016. Merito soprattutto della spinta che viene dalle regioni del Mezzogiorno, cui si deve quasi il 60% dell’aumento complessivo, una quota record nella storia del saldo nazionale.

Come mostrano i dati sulla nati-mortalità delle imprese italiane nel corso del 2017, elaborati da Unioncamere– InfoCamere, sono due i fenomeni che spiegano questo risultato: l’ulteriore rallentamento della nascita di nuove imprese e una più consistente frenata delle chiusure, in calo del -3,4% rispetto all’anno precedente.

 

Per quanto riguarda il settore dei giochi e scommesse, lotterie e case da gioco, continua moderata la crescita che nel 2017 in Italia conta 7.711 imprese registrate alla Camera di Commercio. Erano 7.560 nel terzo trimestre 2017.

Di queste 6.911 imprese sono attive, 179 sono le nuove iscrizioni, 546 le imprese cessate, 897 le attività oggetto di variazione.

Di queste 3.032 sono sotto forma di imprese individuali, 3.494  sono società di capitale, 1.147 società di persone e 38 altre forme.

 

 

 

A livello generale, al netto di Piemonte (-965), Emilia-Romagna (-636), Friuli Venezia Giulia (-431) tutte le altre regioni hanno chiuso il 2017 con un bilancio anagrafico positivo, con il Lazio a fare da battistrada (10.648 imprese in più), seguito da Campania (+9.472) e Sicilia (+7.518).

Quanto ai settori, a livello complessivo quelli che nel 2017 hanno fatto registrare gli aumenti maggiori nel numero di imprese registrate sono stati il turismo (+10.335), i servizi alle imprese (+7.206 ) e le attività professionali scientifiche e tecniche (+5.494). A chiudere in rosso, invece, sono state le attività manifatturiere (-2.648), le costruzioni (-1.913) e l’agricoltura (-447).

Se però si guarda all’andamento dei settori nel Mezzogiorno, il quadro si presenta in parte in controtendenza e mostra soprattutto una forte concentrazione del saldo attivo nel  turismo (sempre in testa tra le vocazioni imprenditoriali più scelte) e nell’agricoltura (+2.810). Bilanci più che positivi al sud anche nel commercio (+1.970) e nelle costruzioni (+1.284).

 

“E anche il Sud del nostro Paese mostra segnali di miglioramento. Per questo – aggiunge Lo Bello –  occorre aiutare gli imprenditori a tenere il passo con i cambiamenti che sempre più rapidamente investono il mondo dell’economia. 46mila imprese in più rispetto al 2016  – conclude – sono un segnale che l’Italia sta riprendendo la via della crescita”.

 

 

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