19 Aprile 2024 - 10:06

Imposta unica scommesse. Ughi: “Nuove tasse colpirebbero la rete delle agenzie scommesse a discapito della qualità dell’offerta di gioco”

Presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati si è tenuta questa settimana una serie di audizioni  relative alla proposta di legge del Partito Democratico che propone l’aumento del prelievo

20 Aprile 2023

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Presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati si è tenuta questa settimana una serie di audizioni  relative alla proposta di legge del Partito Democratico che propone l’aumento del prelievo dell’imposta unica sulle scommesse per promuovere l’attività sportiva giovanile dilettantistica e professionale nonché l’attività del Comitato italiano paralimpico, destinando parte dei proventi derivanti dalle scommesse sportive a tali scopi.


La pdl che reca la firma degli onorevoli Mauro Berruto, Anna Ascani ed altri, prevede l’istituzione di un fondo destinato alla promozione dell’attività sportiva con una dotazione di 80 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2023 attraverso la modifica, a decorrere dal 1° gennaio 2023, delle aliquote dell’imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse nei termini seguenti:

  • l’imposta unica per i giochi di abilità a distanza con vincita in denaro passa dal 25 per cento al 30 per cento;
  • l’imposta unica per il gioco del bingo a distanza passa dal 25 per cento al 30 per cento;
  • l’imposta unica per le scommesse a quota fissa, escluse le scommesse ippiche, passa dal 20 per cento al 22 per cento, se la raccolta avviene su rete fisica, e dal 24 per cento al 26 per cento, se la raccolta avviene a distanza;
  • l’imposta unica per le scommesse a quota fissa su eventi simulati (« scommesse simulate » o « scommesse virtuali ») passa dal 22 per cento al 24 per cento.

Le motivazioni per la creazione di questa nuova versione del ‘Fondo Salvasport’, affondano addirittura in ragioni di natura sanitaria. Il «Global status report on physical activity 2022 » dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) suggerisce che i Paesi devono accelerare lo sviluppo e le politiche per aumentare i livelli di attività fisica nella popolazione per ridurre il carico sui sistemi sanitari. “La mia pdl – ha spiegato in Commissione Cultura l’on. Berruto – prende in considerazione un sistema di welfare diverso che consiste nella diffusione di un farmaco senza controindicazioni, ovvero l’attività motoria, per contrastare quella fotografia in prospettiva che la scienza demografica ha scattato al nostro Paese”.

Tra gli auditi di questa settimana, la Commissione ha ascoltato anche il Segretario generale della FIGC, Marco Brunelli, che ha dichiarato che il fondo di 80 milioni si potrebbe immaginare anche più grande viste le proiezioni di crescita per il gioco nei prossimi anni.

Supportare lo sport, sostenere progetti legati alle disabilità, sviluppare una cultura sportiva che porta beneficio alla salute della popolazione: temi veramente nobili che non potrebbero non trovar sopporto anche dal nostro punto di vista.

A finanziare il Fondo saranno però esclusivamente le nuove tasse applicate al settore scommesse. Ci siamo chiesti quindi che ripercussione potrebbe avere tornare ad aumentare ancora la pressione su un settore tra i maggiormente tassati in Europa sul quale dovrebbe esser avviata un’opera di riordino normativo nei prossimi mesi.

A risponderci, Maurizio Ughi, voce tra le più esperte e autorevoli del mercato del betting italiano: “Questo tipo di imposizione – ci spiega – va a colpire principalmente le piccole imprese, quindi i gestori sul territorio. Sappiamo benissimo che i 5 principali concessionari (Snai, Sisal, Lottomatica, Planet e Eurobet) controllano il 95% del mercato. Essi riaffidano in gestione il punto vendita. Questo tipo di rapporti lega concessionari e gestori al 50% del margine circa. Il problema è quando si inizia a toccare il margine, che mediamente è stimato in 180mila euro annui a punto vendita fra apparecchi e scommesse, quindi in media di 15mila euro mese. Quando su un margine di questo tipo si va ad applicare una ulteriore tassa come quella proposta nel pdl che è stimabile in un 10%, il problema sorge soprattutto nella rete di distribuzione del gioco. Il problema non sono i concessionari che sbandierano grandi risultati finanziari e che spingono poi la politica a fare questo tipo di proposte. Il problema nasce per il piccolo imprenditore che è già caricato di costi. Pensiamo che le agenzie sono aperte 265 giorni all’anno, hanno tanti oneri e un costo del personale notevole.

Mi meraviglio che il partito democratico, che vuole rappresentare, secondo la propria impostazione, la piccola impresa e non il grande operatore nei fatti faccia questo tipo di proposte. Se analizzassero la situazione dovrebbero prima garantire la rete e fare, ad esempio, un contratto che permetta alla stessa rete di non scendere sotto determinati importi. Al di sotto di questi importi il piccolo imprenditore non ce la fa. Tante attività chiudono e vengono sostituite. Questo porta le agenzie a perdere qualità.

Ciò premesso, bene una tassa di scopo ma avrei preferito una proposta che intervenisse sul tema dell’abuso del gioco. E’ strano che non sia mai stata fatta finora una tassa di scopo per sostenere vari tipi di malattie. Quella fatta due anni fa per lo sport (Fondo Salvasport, nrd), oggi viene riproposta in maniera più alta. Una tassa di scopo dovrebbe esser fatta per risolvere il tema delle Regioni”. Ughi ricorda il difficile rapporto Stato-Regioni nella normazione del gioco visto che da anni le amministrazioni regionali intervengono sulla regolamentazione del gioco pubblico proprio in conseguenza ai costi sociali che devono affrontare per il GAP.

“Il primo tema da affrontare con una eventuale tassa di scopo dovrebbe proprio essere quella di sostenere gli enti locali nel contrasto al gioco patologico. Problema che li ha spinti nel tempo a vietare l’offerta.

Il progetto di fare una tassa di scopo per sostenere le attività sportive è nobile ma non devono finire per produrre sulla filiera effetti ignobili. Le entrate per l’Erario dai giochi sono altissime. Prendano risorse da lì senza la necessità di aumentare le imposte!” conclude Ughi.

 

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