11 Novembre 2025 - 21:33

Il gioco illegale vale fino a 25 miliardi l’anno. Agic e Luiss Business School: “Servono strategie di contrasto e informazione”

Durante l’incontro “Mercato legale e gioco pubblico: il ruolo dell’industria” organizzato a Roma da AGIC – Confindustria (Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione), sono stati presentati i risultati della ricerca

24 Settembre 2025

Durante l’incontro “Mercato legale e gioco pubblico: il ruolo dell’industria” organizzato a Roma da AGIC – Confindustria (Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione), sono stati presentati i risultati della ricerca realizzata da Luiss Business School che indaga le abitudini e le preferenze relative al gioco tra i giocatori in Italia, approfondendo le motivazioni che spingono i consumatori a rivolgersi ai canali illegali.
L’industria del gioco regolamentato riveste un ruolo di rilievo sia dal punto di vista economico che per le implicazioni sociali e regolatorie, rappresentando a una componente rilevante per l’economia nazionale: nel 2024 la spesa netta ha raggiunto i 21 miliardi di euro, mentre il gettito erariale ha superato gli 11 miliardi.
Se il gioco regolamentato garantisce un contributo significativo alle finanze pubbliche, oltre che trasparenza e sicurezza per il giocatore, quello illegale sottrae invece risorse rilevanti allo Stato e agli operatori regolari, rappresentando una seria minaccia sia per la tutela e la protezione dei consumatori che per l’equilibrio complessivo del mercato. Il valore del gioco illegale, infatti, è stimato tra i 20 e i 25 miliardi di euro di raccolta all’anno, pari a oltre 3 miliardi di spesa e quindi a circa 2 miliardi di euro di mancate entrate erariali.
Secondo la ricerca AGIC-Luiss Business School emerge che il 14% di giocatori che accede ai canali illegali lo fa incosapevolmente, a dimostrazione della difficoltà nel distinguere tra operatori autorizzati e non autorizzati.
Sono proprio i giocatori non informati, che tendono a rivolgersi con maggiore frequenza ai canali non autorizzati: oltre il 26% di essi dichiara di aver giocato illegalmente, una quota più che tripla rispetto a quanto rilevato tra gli altri giocatori.
Le ragioni che spingono i giocatori a rivolgersi ai canali illegali sono diverse: dalla percezione di una maggiore semplicità d’uso delle piattaforme, alla rapidità dei pagamenti, fino alla convinzione che il gioco illegale permetta di ottenere vincite di importo superiore. A queste si aggiungono motivazioni legate all’esperienza di gioco, come una grafica ritenuta più accattivante e una maggiore varietà e qualità dei giochi.
Emerge, dunque, la necessità di definire strategie di contrasto efficaci che devono basarsi non solo su azioni di controllo e repressione, ma anche su attività di informazione e sensibilizzazione finalizzate a valorizzare il settore del gioco legale e a contrastare contestualmente quello illegale.
“Il contrasto al gioco illegale richiede un approccio organico e una forte collaborazione tra tutti gli attori che agiscono nella nostra industry. In questo senso, il percorso già avviato con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per il riordino del settore fisico rappresenta un’occasione fondamentale per fornire ai concessionari gli strumenti necessari per essere competitivi, contrastando parallelamente i canali illegali”, commenta Giuliano Guinci, Public Affairs, Sustainability & Retail Operations Director, Eurobet Italia e Membro Board AGIC. “È indispensabile riconoscere alle aziende concessionarie la possibilità di comunicare con trasparenza e responsabilità: limitare totalmente, come è oggi, questa capacità rischia infatti di generare opacità, con conseguenze negative sia sul piano sociale che economico. Solo restituendo al settore le condizioni per distinguersi e valorizzarsi sarà possibile costruire un mercato più sicuro e sostenibile, differenziando con chiarezza legale da illegale.

«Va da dato merito all’Agenzia e alla Guardia di finanza per la lotta all’illegalità ma per noi non è sufficiente. C’è molto di più di fare. A nostro avviso, la strada maestra per contrastare l’illegalità è il completamento del riordino del gioco terrestre che auspichiamo possa avvenire quanto prima. L’attuale legislazione – ha dichiarato Gennaro Schettino, presidente di AGIC –  dimostra avere molta difficoltà a regolamentare il settore, con la presenza di norme regionali ormai anacronistiche che ostacolano gli operatori legali del gioco a beneficio dell’offerta illegale che continua a proliferare».

«La Business School – ha dichiarato Matteo Giuliano Caroli,  Associate Dean for Sustainability and Impact Luiss Business School – è impegnata da anni nell’analisi del settore e riteniamo fondamentale discutere del mercato legale in contrapposizione a quello illegale. Negli ultimi anni – e ancor più nei prossimi – occorre sottolineare un aspetto centrale: i principali concessionari hanno assunto un impegno concreto sul fronte del gioco responsabile, con iniziative volte a prevenire comportamenti patologici e che comportano persino una revisione dei loro modelli di business. È evidente che questo impegno verso pratiche virtuose, se diffuso tra le aziende, può generare sinergie utili a contrastare il gioco illegale, favorendo al tempo stesso l’evoluzione del settore verso forme di gioco sempre più sostenibili».

Alberto Pozzolo

È poi intervenuto il Prof. Alberto Pozzolo, Professore Ordinario di Economia Politica per presentare la ricerca “Mercato legale e gioco pubblico: il ruolo dell’industria”. «Siamo riusciti a trovare un punto di incontro (tra Luiss e AGIC) che ha reso la ricerca molto interessante, a mio avviso. La raccolta (importi complessivi giocati) nel 2024 è stata di 153 miliardi di euro, la spesa è stata di 21 miliardi. È importante fare differenza perché molto spesso i due concetti sono confusi e si crea un ingiustificato allarmismo. La differenza tra raccolta e spesa è la vincita: la quota delle vincite sugli importi giocati è passata dal 80% nel 2015 all’86% nel 2024. Oltre la metà della raccolta è assorbita dal gettito erariale; quindi, le aziende hanno registrato un fatturato di circa 9,7 miliardi.

I giochi rappresentano il 2% dei consumi totali – dato non preoccupante – e il 60% ei servizi creativi a dimostrazione del fatto che è vista come una forma di divertimento dalla maggior parte degli italiani che vive l’azzardo in modo consapevole. Ci sono 38.000 occupati nel settore (dato del 2022), questo mostra che l’occupazione è cresciuta rapidamente. È un settore dinamico che si trova a fronteggiare un convitato di pietra: gruppo di operatori che agisce illegalmente.  Il 20% del mercato del gioco è rappresentato dai siti illegali che hanno registrato un importo giocato di 20-25 miliardi di euro. Parlando del grado di consapevolezza di chi gioco su siti illegali: il 14% degli intervistati dichiara di giocare solo su siti legali ma poi quando viene chiesto loro di elencare i siti su cui giocano abitualmente, nominano siti illegali. Questo dimostra una mancanza di consapevolezza da parte dei giocatori. Le piattaforme di Poker online, newslot/ vlt  e casinò sono quelle su cui si riscontra il maggior numero di giocatori illegali. Le percentuali di giocatori che giocano su siti illegali sono molto più alte tra i giovani rispetto che sull’intera popolazione: un po’ per inconsapevolezza e un po’ per indifferenza. La spesa del gioco non differisce tra piattaforme legali e piattaforme illegali. Alla domanda perché si gioca su piattaforme illegali: la motivazione non è predominante per giocare illegalmente. Le proposte di politica economica e regolamentare con le quali si è concluso lo studio sono state:

Contrastare gioco illegale: non solo con repressione ma anche rendendo offerta legale più appetibile.

Tutelare fasce vulnerabili: rafforzare strumenti di protezione e con campagne.

Valorizzare la dimensione ludica del gioco. La stigmatizzazione del gioco in quanto tale non favorisce la distinzione tra gioco ludico, protetto e controllato dal gioco meno controllato e svolto su piattaforme illegale».

Durante l’incontro si è svolta una tavola rotonda sulla lotta all’illegalità con gli intervenuti di rappresentanti del settore audiovisivo, tra cui Federico Bagnoli Rossi (Presidente FAPAV) e Stefano Selli (Vicepresidente Confindustria Radio Televisioni). Sono seguiti gli interventi sul ruolo del Comitato per la Prevenzione e la Repressione del Gioco Illegale (Co.PRe.Gl) e la tutela dei minori e della Guardia di Finanza sulle attività di contrasto nel settore dei giochi. Infine, sono intervenuti Nicola Calandrini, Presidente Commissione Programmazione economica e Bilancio, Senato della Repubblica, Dario Damiani, Commissione Programmazione economica e Bilancio, Senato della Repubblica, Virginio Merola, Commissione Finanze, Camera dei Deputati e Ettore Rosato, Segretario COPASIR e Componente Commissione Difesa, Camera dei Deputati con le conclusioni di Mario Lollobrigida Direttore Giochi di Agenzie delle Dogane e dei Monopoli.

«La pubblicità rappresenta da sempre un volano di crescita per le aziende, e la televisione italiana ha creduto fortemente in essa come strumento di comunicazione ed espansione. Uno dei grandi nodi da affrontare – ha spiegato Selli –  resta quello dell’illegalità. Al di là delle derive demagogiche, ritengo che vi sia una reale disponibilità del legislatore a intervenire contro l’illegale in un settore che garantisce oltre 11 miliardi di euro di gettito erariale. Anche il tema della pubblicità deve essere affrontato con serietà: attraverso di essa si può infatti promuovere il gioco legale, indicando chiaramente la concessione e il relativo numero identificativo.

AGCOM ha dimostrato sensibilità nei confronti delle esigenze delle imprese e, in un quadro regolatorio costruito in maniera intelligente, è possibile mettere in campo proposte efficaci che consentano al tempo stesso di contrastare l’illegalità e promuovere il legale. Abbiamo un interesse non solo economico, ma anche sociale: permettere alle aziende di comunicare le proprie attività in modo trasparente significa generare effetti positivi per l’intero sistema».

 

«Il tema della pirateria audiovisiva – ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Presidente FAPAV (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) –  è una priorità assoluta dell’Italia ad oggi. In passato era un tabù, ma negli ultimi anni c’è stato un aumento della proliferazione di contenuti illeciti in particolare a partire dal lockdown. Ad oggi AGCOM ha la possibilità di oscurare un contenuto illecito a 30 minuti dalla sua messa online, un risultato importante ottenuto negli ultimi anni. Spesso coloro che promuovono siti legali di scommesse, stanno finanziando l’illegalità. Le forze dell’ordine mantengono sempre la guardia alta: una collaborazione costante tra le varie istituzioni è la chiave per contrastare la pirateria. La collaborazione con i provider ha reso possibile il contrasto quasi immediato della messa online di contenuti illeciti».

«Il settore del gioco – ha dichiarato Guinci –  ha una storia particolare: ricordiamo che 25 anni fa era completamente illegale. La grande opera di legalizzazione ha permesso di trasformarlo in una vera e propria industria, fatta di aziende, occupazione e lavoro. Nel frattempo il mondo è cambiato: siamo stati oggetto di un processo di profonda digitalizzazione che, insieme all’espansione del mercato, ha favorito anche la crescita dell’illegale. Questo è avvenuto in un periodo segnato da un forte stallo regolatorio. Oggi, però, abbiamo l’opportunità di lavorare con il regolatore per definire norme efficaci. Servono azioni su più livelli e un approccio condiviso, basato su una solida conoscenza del settore, per restituire competitività alle aziende. La nostra ricerca indica proprio questo: è necessario rafforzare la competitività delle imprese, affrontare questioni cruciali come i rapporti con le banche, definire un nuovo sistema di regole per contrasto e repressione e, non da ultimo, ripensare il ruolo della comunicazione. Comunicazione non significa solo pubblicità. Non si tratta di ridimensionare il decreto dignità, ma di riconoscere che è fondamentale comunicare per insegnare alle nuove generazioni cosa è legale e cosa no. Solo così si potrà portare a compimento il processo di riordino, favorendo lo sviluppo del settore e di tutte le industrie collegate al gaming».

«La direzione antifrode dell’Agenzia – rappresentata dalla Dott.ssa Claudia Mori, Dirigente Ufficio Investigazioni, Direzione Antifrode – si occupa del contrasto all’illegalità in tutti i settori di competenza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), compreso quello del gioco pubblico. È il direttore generale dell’Agenzia a presiedere il comitato repressione del gioco illegale (COPREGI). Il Comitato è uno strumento che nasce nel 2009 come un gruppo di collaborazione tra le varie forze dell’ordine, che per lungo tempo è rimasto inattuato perché non si è riconosciuta la sua effettiva utilità. È stato poi potenziato dopo il covid. Il comitato prevede la collaborazione dell’Agenzia con la Guardia di Finanza, i Carabinieri e la Polizia per la repressione del gioco illegale.

Si tratta di un’attività assolutamente non facile: è necessario un continuo confronto tra diverse entità territoriali. Ci sono realtà territoriali in cui risulta molto agevole, altre in cui invece più complesso trovare un punto d’incontro tra i vari attori coinvolti. Come lavora il comitato? Dopo un iniziale tavolo tecnico tra i soggetti che gestiscono le operazioni, si avvertono le prefetture – competenti in materia – per definire modi, tempi e date in cui si svolgeranno le operazioni. Da quando COPREGI ha ripreso vita dopo il covid abbiamo lavorato per potenziare i nostri strumenti e le strategie. Guardando al futuro, ADM si sta muovendo per implementare strumenti di intelligenza artificiale nelle nostre attività. Recentemente l’Agenzia ha assunto 36 ingegneri esperti di AI.».

Per la parte politica ha preso la parola l’on. Ettore Rosato di Azione che ha spiegato: «Parlare di gioco pubblico non è mai semplice: in politica, quando si affronta questo tema, l’attenzione si concentra quasi esclusivamente sulla ludopatia, che però non può essere contrastata solo attraverso i divieti. Il gioco è una realtà seria, che va regolata con responsabilità. Oggi esistono grandi possibilità di innovazione: le imprese possono sviluppare prodotti avanzati, competitivi anche sui mercati internazionali, e l’intelligenza artificiale può essere utilizzata come strumento per prevenire e contrastare gli effetti negativi del gioco. Trovo incredibile che il gioco illegale valga ancora 20-25 miliardi netti, lasciando così una quota rilevante di mercato nelle mani dell’illegalità. Questo fenomeno è favorito sia dall’elevata tassazione che grava sul comparto legale, sia dalla crescita del gioco online. Per questo dobbiamo mettere in campo strategie sempre più efficaci contro l’illegale. Il tema è trasversale e richiede una legislazione nazionale unica, capace di superare i regolamenti comunali e le diverse normative regionali. Le concessioni hanno natura nazionale e, di conseguenza, devono essere regolate da leggi nazionali: diversamente, si rischia di operare in un quadro di illegittimità».

 

Segue poi l’intervento del Generale B. Michele Esposito, Comandante Nucleo Speciale Tutela Entrate e Repressioni Frodi Fiscali: «Sul web abbiamo reparti speciali per monitorare rete e siti internet. Collaboriamo con ADM per individuare siti che presentano offerta di gioco illegale per poter poi proseguire al loro smantellamento.

Laddove il sito continua ad essere utilizzato, sono svolti ulteriori controlli più approfonditi e vengono informati i dipartimenti competenti per poter intervenire. Questa attività risulta molto agevole nel momento in cui i siti hanno base su territorio italiano, molto più complesso – e rappresenta la maggior parte dei casi,  quello di Curacao è caso emblematico – quando i siti hanno sede estera. La collaborazione con istituzioni straniere è un’attività molto più lunga e complessa.

Quando si parla di gioco c’è pregiudizio, se ne parla con percezione negativa. È necessario agire nella tutela dei giocatori, garantire gettito erariale e tutela della salute, anche se non sempre risulta semplice».

 

 

PressGiochi

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