28 Marzo 2024 - 11:11

Gruppo Abele: “Liguria, Umbria e Piemonte, le uniche regioni in cui cala la raccolta di gioco”

I dati sul gioco d’azzardo legale diffusi dall’Agenzia Dogane e Monopoli di Stato a inizio agosto e contenuti a margine del Libro Blu 2018 puntano ancora in alto l’asticella della

21 Agosto 2019

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I dati sul gioco d’azzardo legale diffusi dall’Agenzia Dogane e Monopoli di Stato a inizio agosto e contenuti a margine del Libro Blu 2018 puntano ancora in alto l’asticella della spesa.

Lo afferma il Gruppo Abele per il quale, dal 2015 alla voce “Giocato” è sempre corrisposto un incremento. E mica roba di spiccioli: parliamo di miliardi euro. Soldi in uscita che, spesso, pesano come macigni sulla situazione quotidiana delle famiglie italiane, di donne e uomini compressi tra una crisi che non molla la presa e i tentativi, quasi sempre vani, di uscirne.

I numeri del volume di gioco. E allora le cifre dicono questo. Cinque miliardi tondi tondi in più di raccolta in dodici mesi, con vincite in aumento (e nemmeno tanto) e un milione in più a beneficio dell’erario. Sono infatti 106,8 i miliardi messi nel gioco dai giocatori legali a fronte dei 101,8 iscritti a dato nel Libro Blu 2017. Per dire, nel 2015 erano stati 88,2, quasi 40 miliardi in meno. Lo Stato ringrazia e passa all’incasso, ritornando alla cifra di 10,4 miliardi di euro entrati nelle casse pubbliche (sostanzialmente la stessa dal 2016, con una leggera flessione solo nel 2017).
A giocare la parte del leone,- afferma il Gruppo –  per la prima volta in quattro anni, i VLT, ovvero i Video Lottery Terminals, la nuova generazione dell’azzardo, che superano in termini di giocato gli apparecchi tradizionali (le altrimenti dette “macchinette”): 24 milioni e 535 mila euro contro 24 milioni e 64 mila. Mezzo milione in più. E non sono pochi, se si pensa che nel 2017 le slot superavano le VLT di oltre due milioni (25 e fischia milioni contro 23 e mezzo). E in generale, al di là del dato singolo, fanno registrare segno positivo sui volumi quasi tutte le modalità di gioco: betting exchange (+200mila euro), bingo (+30mila euro), giochi di carte e di sorte a quota fissa (+3 milioni e 600mila euro), lotto (+600mila euro), lotterie (+100mila euro), scommesse virtuali (+230mila euro), giochi a base sportiva (più un milione di euro), giochi numerici a totalizzatore (+25mila euro).

La divisione territoriale. Altro che reddito di cittadinanza e Sud che campa di speranza, sussidi e lotterie. Le cifre dei Agenzia Dogane e Monopoli parlano forte e chiaro: la prima delle regioni per volumi di gioco, la Lombardia, con oltre 14 milioni e 600 mila euro di giocato pareggia (o quasi) i volumi di Lazio (7,8 milioni) e Campania (7,6 milioni) rispettivamente seconda e terza. Ma di classifiche sono pieni giornali e griglie del fantacalcio, e le graduatorie lasciano il tempo che trovano e portano con sé ben poca consolazione se è vero, come è vero, che delle venti regioni italiane, oltre al Lazio (pure seconda per raccolta), le sole a far registrare una flessione sono Liguria, Umbria e, soprattutto, Piemonte. In quest’ultimo caso attività istituzionali, mirate campagne di sensibilizzazione e una buona normativa regionale, la 9/2016, hanno fatto calare il totale del giocato dai 5milioni e 100mila euro del 2016 a 4 milioni e 600mila euro dell’anno passato.
Rispetto alle modalità di gioco più diffuse (giochi numerici a totalizzatore – giochi, per intenderci come il Superenalotto e Winforlife –, scommesse virtuali, VLT) i lombardi primeggiano ancora. Nella regione di laghi vanno forte gli apparecchi (VLT e newslot: 10milioni e passa di euro, cifra nettamente più alta di quella spesa in Lazio – 4milioni e 800mila euro – e in Veneto – 4milioni e 700mila euro –) e i giochi numerici a totalizzatore (351mila euro, a precedere Campania – 140mila euro – e la coppia Veneto-Emilia con 105mila); e la Lombardia è terza anche rispetto al volume di giocate in scommesse virtuali (169mila euro), in questo casi preceduta da Campania (406mila) e Sicilia (216mila).

 

PressGiochi