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Bergamo. Gori racconta il percorso del regolamento sul gioco: “L’azzardo è un mercato basato sull’offerta, non sulla domanda”

Durante l’incontro di Lecco di questi giorni, Giorgio Gori ha spiegato ai colleghi sindaci della sua provincia il percorso e gli scenari che hanno portato al suo regolamento sul gioco,

28 Giugno 2016

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Durante l’incontro di Lecco di questi giorni, Giorgio Gori ha spiegato ai colleghi sindaci della sua provincia il percorso e gli scenari che hanno portato al suo regolamento sul gioco, molto discusso, introdotto a Bergamo.

“Non basta un comune, bisogna lavorare su una scala più ampia- ha dichiarato- se c’è un limite nel nostro lavoro è stato proprio quello di allargare il ragionamento sull’azzardo solo in un secondo momento. Lo stato ricava 10 mld di euro dall’azzardo e quindi capisco che possa essere difficile rinunciare, ma i costi che produce sono rilevanti, costi che sono sulle spalle delle comunità locali. Per questo è importante che gli enti locali facciano qualcosa e devo dire che su questo argomento c’è totale sintonia con la nostra regione, una cosa che non è affatto scontata. Abbiamo iniziato tanto tempo prima attraverso azioni di prevenzione e formazione sull’azzardo e creando una rete di supporto, con la collaborazione di istituzioni, associazione e anche media”.

Gori poi è passato ad esporre i dati delle ricerche che hanno preceduto l’azione amministrativa.

“Per arrivare al nostro regolamento- ha proseguito- dato che sapevamo  che la storia di relazioni con gli operatori del gioco è una storia di conflitti, ricorsi al Tar etc, abbiamo fatto diverse indagini molto approfondite sul fenomeno nel territorio, proprio per dare forza al provvedimento in caso di probabili ricorsi. Nella provincia di Bergamo nel 2015 si è giocato per 1 mld 800 miloni di euro con una quota pro capite di 1300 euro, in città si è giocato il 54% in più della provincia, se si considera anche l’online  (prima volta che si hanno anche i dati sull’online in Italia) la spesa pro capite annuale per l’azzardo a Bergamo Città è di 2800 euro circa, 300 milioni di euro nel 2015. Le motivazioni derivano dalla mole dell’offerta, è un mercato trainato dall’offerta, non dalla domanda. Nella provincia ci sono 7885 tra slot machine e vlt e 2113 punti di vendita di G&V (dati del 2012) perché più aggiornati non ce li hanno dati. Le conseguenze sono evidenti, in Italia il gioco è rimasto stabile, mentre Bergamo è cresciuto del 4%. Cresciute le persone affette da GAP, erano 28 dieci anni fa, sono decuplicati oggi e sappiamo che queste sono solo un piccola parte”.

Il sindaco è poi entrato nel dettaglio sul regolamento descrivendo in particolare le novità del testo prodotto dalla sua Giunta, un testo che, se si esclude il comune di Spresiano in Veneto è estremamente innovativo nel panorama nazionale. “La nostra regione è molto ‘avanzata’ materia di legislazione- continua- ma sulle distanze, ad esempio il problema è che la legge non è retroattiva e che in alcuni casi le concessioni non partono dalle amministrazioni, ma dalle questure.  Il nostro regolamento cerca di colpire i giochi che portano ad una compulsività, non ad esempio, il totocalcio, il lotto ed il superenalotto perché hanno cadenze di gioco periodiche e non il bingo, perché queste sale sono luoghi di aggregazione. Tutte le altre forme di gioco, le scommesse e anche il Gratta e Vinci abbiamo cercato di colpirli. Quest’ultima azione ha fatto molto discutere perché noi abbiamo la chiara evidenza che proprio i Gratta e Vinci con la loro accessibilità sono un gancio che poi spinge al gioco patologico”.

“E’ fondamentale- ha concluso Gori- che non sia solo il comune capoluogo a fare il provvedimento, altrimenti si rischia una ‘migrazione’ dei giocatori nei paesi limitrofi ed è fondamentale fare una campagna di comunicazione, non aggressiva, ma efficace e che semplicemente mostri la possibilità di uscire da questa patologia”.

 

Bergamo. Gori presenta un regolamento contro tutti i giochi, tranne il Bingo, Lotto e Totocalcio – Il Regolamento

 

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