14 Luglio 2025 - 01:01

Giuliani (ADM): “Urgente completare il riordino per tutelare i giocatori e garantire legalità”

Nel corso del convegno “Gli Stati Generali del Gioco”, Antonio Giuliani, dirigente dell’Ufficio Gioco a distanza e scommesse dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è intervenuto con un’analisi tecnica e

03 Luglio 2025

Nel corso del convegno “Gli Stati Generali del Gioco”, Antonio Giuliani, dirigente dell’Ufficio Gioco a distanza e scommesse dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è intervenuto con un’analisi tecnica e puntuale sullo stato del settore e sulla necessità urgente di completare il riordino normativo, anche terrestre. Dopo aver confermato l’attendibilità dei dati emersi nel dibattito, ha evidenziato le distorsioni prodotte dalla diversa tassazione tra gioco fisico e online, sottolineando come solo una riforma organica possa riportare equilibrio, garantire la tutela del giocatore, contrastare l’illegalità e assicurare stabilità al gettito erariale.

“Ho ascoltato molti interventi interessanti – ha dichiarato il dirigente ADM – , chiaramente più o meno condivisibili dal punto di vista dell’Agenzia. Non parlo a titolo personale, ma cerco di esprimermi nel modo più tecnico possibile. I dati presentati dal Presidente Benvenuto e dagli altri relatori sono reali: assistiamo a un aumento della raccolta, ma a un calo del gettito erariale, dovuto alla diminuzione del gioco fisico e all’espansione dell’online, dove la tassazione è più bassa.
Questi dati sono oggettivi e rappresentano un chiaro segnale di quanto sia urgente arrivare al riordino. L’articolo 15 della legge delega, tra i vari ambiti di intervento, prevede proprio un riequilibrio e una ridefinizione tributaria. È vero che ogni gioco ha una logica fiscale diversa: ad esempio, nel caso delle scommesse si è passati alla tassazione sul margine e non sulla raccolta, poiché il pay-out è definibile per gli apparecchi ma non per le scommesse.
Non credo che il legislatore, già nel 2011, abbia fatto scelte per favorire un tipo di gioco rispetto a un altro; ci sono ragioni tecniche che hanno portato a impostazioni diverse. Proprio per questo, oggi è fondamentale completare il processo di riordino. Il mio ufficio si occupa sia di gioco fisico che online, e ho partecipato direttamente alla redazione dello schema del decreto legislativo n. 41, che ha segnato un passo importante: per la prima volta sono stati definiti principi comuni per tutto il comparto del gioco pubblico.
Nel decreto sono affermati con chiarezza il rispetto della salute pubblica, la tutela del giocatore e il contrasto al gioco patologico. C’è un intero articolo dedicato alle misure contro la dipendenza da gioco.

A marzo, su impulso del direttore Alesse, abbiamo partecipato a un incontro a Birmingham con le autorità di altri Paesi — una sorta di G7 informale del gioco — dove abbiamo scoperto che, in materia di politiche sul gioco responsabile, l’Italia è tra i Paesi più all’avanguardia.
Un esempio concreto è la nuova convenzione di concessione per il gioco online, attualmente in fase di affidamento. Per la prima volta, prevede obblighi precisi di investimento in politiche di gioco responsabile. Ai candidati è stato chiesto di presentare una policy ispirata alle migliori best practice europee. Con una certa sorpresa, ci siamo accorti che molte delle migliori pratiche le abbiamo già in Italia.

C’è ancora molto da fare, ma è un segnale forte di attenzione, sia contro il gioco patologico sia contro quello illegale.
Il calo del gioco fisico non è solo frutto di un disinteresse dell’utenza. Probabilmente è legato anche alla vetustà dell’offerta fisica rispetto a quella online, che è più smart e accessibile. Ma attenzione: ogni giorno, i nostri uffici territoriali riscontrano apparecchi e scommesse illegali, nonostante i numerosi controlli. Dove si arretra con l’offerta legale, il gioco non sparisce: si sposta nel sommerso.
Lo schema di riordino è stato condiviso dal MEF con le Regioni e gli enti locali. Alcune norme sono, a mio avviso, condivisibili e migliorabili. Ma è fondamentale arrivare alla loro adozione: solo così potremo definire regole valide anche per il gioco fisico, a tutela dei giocatori, della legalità e dei concessionari.
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha il compito di regolare il gioco, far sì che rispetti le norme, che sia legale — e, sì, anche che generi gettito per l’erario. Oggi il gettito è in calo, e non so se ciò dipende solo da un calo di interesse dei giocatori, dallo spostamento verso l’online, o da un incremento dell’illegale. Ma certamente, dove il legale arretra, l’illegale avanza.
Ricordo un caso passato che ha suscitato attenzione mediatica: non ci si è scandalizzati perché alcuni giocatori avevano scommesso su reti illegali, ma solo per le squalifiche sportive. È un segnale chiaro della scarsa consapevolezza pubblica sul disvalore del gioco illegale.
Nella nuova convenzione online sono previsti investimenti su scienze comportamentali, analisi predittive e intelligenza artificiale per contrastare la ludopatia. Sono strumenti molto promettenti che potrebbero, in futuro, essere estesi anche al gioco fisico. Per questo, credo sia davvero importante concludere la riforma”.

 

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