11 Novembre 2025 - 21:15

Giochi legali. Le opportunità della trasformazione digitale dei punti vendita

Appuntamento giovedì 9 ottobre alle ore 14 presso la Sala Alessandrina di Sant’Ivo alla Sapienza per l’incontro “Giochi legali. Le opportunità della trasformazione digitale dei punti vendita”. Tra gli argomenti

09 Ottobre 2025

Appuntamento giovedì 9 ottobre alle ore 14 presso la Sala Alessandrina di Sant’Ivo alla Sapienza per l’incontro “Giochi legali. Le opportunità della trasformazione digitale dei punti vendita”.

Tra gli argomenti della tavola rotonda vi è la necessità di un’alleanza concreta tra istituzioni, imprese, comunità scientifica e associazioni, per promuovere un gioco legale e responsabile, facendo leva sulle potenzialità della tecnologia e dell’intelligenza artificiale per proteggere i più fragili.

Durante l’incontro sono intervenuti:

  • Sonia Biondi, Business Unit Manager Centro-Sud BVA Doxa
  • Emmanuele Cangianelli, Consigliere delegato ai giochi pubblici – FIPE
  • Col. T.ST Giovanni Fontana (Capo di Stato Maggiore – Comando Tutela Economia e Finanza Guardia Di Finanza),
  • Marco Piatti (amministratore Prisma).

“La digitalizzazione nel retail gaming deve essere graduale, intuitiva e utile. Solo il 20% dei giocatori frequenta anche i canali online e il 30% è aperto alle nuove tecnologie, con una maggiore incidenza tra i giovani. Questo segmento – afferma Sonia Biondi – mostra il potenziale più alto per l’adozione di soluzioni digitali. Con questo studio abbiamo dato voce ai giocatori. Nel 90% dei casi ci hanno detto di scegliere i concessionari legali perché sanno di essere tutelati. Il 92% accetta l’uso delle telecamere ed è consapevole che le sale legali fanno un uso corretto dei dati e rispettano la privacy.

Le persone che frequentano le sale non sono altamente digitalizzate: solo il 30% rientra nella fascia medio-alta di competenza digitale. Da sempre sappiamo che, con questo tipo di target, l’educazione e la comunicazione giocano un ruolo fondamentale.

L’età media dei giocatori è superiore ai 45 anni, una fascia che richiede tecnologie semplici e non invasive, mentre per i più giovani l’approccio digitale risulta molto più naturale.

Tra le tecnologie proposte, le più apprezzate sono le notifiche di superamento dei limiti di tempo e le app dedicate al gioco sicuro; meno convincenti il diario del giocatore e il registro unico per l’autoesclusione, quest’ultimo chiaramente per l’assenza di regolamentazione riguardante i punti vendita.

La registrazione via app è la soluzione più promettente: il 60% la gradisce, e tra i 18-34 anni il consenso supera il 70%. Il 56% dei giovani, contro il 38% degli adulti, si dice pronto a utilizzare app dedicate al gioco responsabile. Le funzioni più apprezzate e utilizzate sono i limiti di tempo e di spesa, mentre riscuotono minore interesse strumenti come l’autoesclusione o il diario del giocatore. Si tratta comunque di strumenti semplici e personalizzabili, che possono offrire un valido supporto al giocatore nei momenti di difficoltà o di malessere”.

I punti vendita digitalizzati possono diventare presìdi attivi di legalità e consumo responsabile, se le tecnologie sono trasparenti, personalizzabili e non invasive. Il retail gaming può promuovere inclusione e prevenzione, ma solo se ascolta davvero i bisogni dei giocatori.

Va in questa direzione il manifesto delle regole condivise per il gioco pubblico lanciato a Milano da EGP FIPE, organizzazione di categoria degli esercenti di Confcommercio. Punto centrale è l’attivazione del codice di autoesclusione: il giocatore si registra in un elenco riservato che fa scattare l’alert che impedisce di giocare, elenco finora attivo solo nel gioco online. «Questo che può sembrare un vincolo in più è invece un’opportunità che le nostre imprese vogliono mettere in campo per sensibilizzare le persone che entrano nei nostri punti vendita. Senza un riordino normativo urgente delle reti scommesse, apparecchi da gioco e bingo, che dia certezze distributive e fiscali, ampi settori del gioco pubblico si avvicinano al collasso: servono quelle regole nuove, indicate dal Parlamento al Governo fin dal 2023, che rendano sostenibili gli investimenti, remunerino la legalità e liberino i concessionari delle reti ed i punti vendita da incertezze ormai insostenibili. Chi vuole combattere l’illegalità non può tenere in costante incertezza le imprese legali: i giochi pubblici specializzati e di prossimità hanno bisogno di norme stabili, trasparenza per i punti vendita e attrattività per gli investimenti in nuove tecnologie, essenziali per controllo e tutela dei consumatori; occorre superare norme obsolete e lo stigma istituzionale per un settore che lavora, a tutti gli effetti, come servizio pubblico», sottolinea Emmanuele Cangianelli, consigliere delegato di FIPE Confcommercio ai giochi pubblici.

“La persistente tensione tra gioco legale e illegale in Italia è alimentata da una combinazione critica di fattori: l’eccessiva pressione fiscale su alcuni prodotti e le restrizioni alla pubblicità – dice Marco Piatti – stanno limitando la competitività dell’offerta legale e la riconoscibilità dei punti di gioco legale, favorendo la ripresa di un mercato parallelo non regolamentato che sottrae risorse allo Stato e non tutela i giocatori.”

“È urgente – prosegue Piatti – un riordino normativo che consenta la chiara identificazione delle reti legali, rafforzi le sanzioni aggiornandole alle nuove forme di illegalità e coinvolga gli intermediari finanziari nel blocco delle transazioni verso operatori esteri non autorizzati. Investire in tecnologie avanzate a partire dall’intelligenza artificiale per rilevare in rete le multiformi proposte illegali è fondamentale per rendere il gioco in concessione più accessibile e sicuro e quello illegale più difficile e meno conveniente da raggiungere. Stiamo portando avanti – prosegue Piatti – uno studio sul fenomeno del gioco illegale e sulle ragioni che portano una parte della domanda di gioco a essere intercettata dal mercato non regolato. Si tratta di un lavoro complesso, che conferma tuttavia molte delle ipotesi e delle misure oggi al centro del dibattito sul consolidamento dell’offerta illegale nel nostro Paese. Sono molteplici le variabili considerate come possibili cause del fenomeno, analizzato anche su base regionale. Le scommesse, le lotterie, gli apparecchi da intrattenimento e il gioco online sono i principali segmenti presi in esame. Il valore complessivo del giro d’affari illegale si aggira intorno ai 25 miliardi di euro.

Abbiamo inoltre analizzato il rapporto tra i consumi di gioco e il PIL nominale: tale rapporto, che in passato si attestava all’1,1%, oggi si è ridotto allo 0,98%, segnalando una contrazione della spesa di gioco. Una tendenza che potrebbe essere stata influenzata dal periodo pandemico, durante il quale si è registrato un incremento delle esperienze di gioco da remoto, anche su piattaforme illegali. È importante sottolineare che la persistenza dell’offerta di gioco illegale non solo sottrae gettito all’erario, ma priva i giocatori di tutte le tutele previste dalla normativa. Non vi sono garanzie sui pagamenti né adeguate protezioni dei dati personali, che in molti casi non vengono nemmeno richiesti: ciò espone in modo particolare le fasce più vulnerabili della popolazione.

Va detto che i concessionari devono essere messi nella condizione di poter comunicare le proprie realtà, cosa che oggi non è pienamente consentita.

Sul piano fiscale lancio una provocazione: serve una revisione coraggiosa per rendere l’offerta legale più competitiva rispetto a quella illegale, anche attraverso una riduzione della tassazione. Una misura di questo tipo probabilmente non comporterebbe una perdita per l’erario, ma favorirebbe piuttosto l’emersione del gioco illegale, generando un effetto virtuoso in termini di maggiore compliance, maggiori entrate e più tutele per i giocatori.

Anche sul fronte tecnologico occorre agire con decisione: l’illegalità si rafforza grazie all’innovazione, che non aspetta i tempi del regolatore. Servono strumenti di nuova generazione per rendere più difficile l’accesso all’offerta di gioco non autorizzata, e un aggiornamento normativo più rapido che permetta di individuare, anche attraverso l’intelligenza artificiale, i domini e le piattaforme di gioco illegale.”

“Le concessioni dei giochi – ha detto ancora Cangianelli – sono in proroga da anni, e in un settore regolamentato, quando la regolamentazione non si aggiorna, significa che qualcosa non funziona. Sono poche le innovazioni tecnologiche che gli operatori possono introdurre autonomamente, e proprio per questo la stabilità del sistema, se non accompagnata da un’evoluzione normativa, rischia di diventare un limite per lo sviluppo delle attività. La normativa italiana era considerata un modello a livello internazionale per la capacità di gestire e controllare il settore a livello statale, con la collaborazione delle aziende che si assumevano il rischio d’impresa.

Oggi, però, agli operatori resta solo il rischio, senza la possibilità di implementare le innovazioni tecnologiche necessarie. Vorremmo quindi un vero upgrade tecnologico del settore, che consenta alle imprese di contribuire alla sua modernizzazione e competitività.

Il tema della rimodulazione fiscale nel settore dei giochi è anche un tema di concorrenzialità tra le diverse tipologie di gioco legale, con parametri che in alcuni segmenti sono aumentati e in altri no.

Esiste spazio per rafforzare il perimetro della legalità, favorendo la canalizzazione del gioco illegale verso quello regolato anche attraverso interventi fiscali mirati.” ha concluso Cangianelli.

 

Il Col. T. ST Giovanni Fontana, Capo di Stato Maggiore del Comando Tutela Economia e Finanza della Guardia di Finanza, ha dichiarato: “La salute pubblica è il bene primario quando si parla di gioco pubblico. È fondamentale garantire un’offerta di gioco responsabile, e i nostri controlli sono orientati proprio a contrastare il gioco illegale, a tutela delle persone più deboli. Le attività di verifica vengono programmate anche in orari in cui è più probabile riscontrare la presenza di minori o di soggetti vulnerabili. Il settore dei giochi, infatti, rappresenta un ambito di grande interesse per la criminalità organizzata: molte delle nostre operazioni hanno portato alla scoperta di operatori totalmente o parzialmente affiliati a contesti criminali. Il contrasto a questi fenomeni richiede investigazioni di alto profilo, condotte anche attraverso lo SCICO e mediante un attento monitoraggio dei flussi finanziari, in particolare per individuare i casi di riciclaggio. L’attività di gioco nei punti fisici comporta una significativa movimentazione di contante, elemento che può attrarre interessi illeciti. Le nostre indagini mirano a individuare quando e in che modo gli operatori possano essere utilizzati come strumenti di riciclaggio. Tuttavia, si registra un dato incoraggiante: cresce il numero di soggetti del settore che segnalano operazioni sospette. Le azioni di controllo nel comparto del gioco coinvolgono quindi una molteplicità di aspetti da monitorare, che spaziano dalla tutela della legalità alla salvaguardia della salute e della sicurezza dei cittadini.”

Le aziende possono svolgere un ruolo attivo e sociale, supportando la ricerca scientifica, collaborando con le associazioni di settore, investendo in tecnologie di prevenzione e promuovendo comportamenti consapevoli tra i giocatori; con l’autoesclusione, ad esempio, nel 2024 188 mila persone in Italia si sono autoescluse dal gioco online, delle quali 113 mila hanno chiesto l’esclusione a tempo indeterminato.

Oltre a contrastare forme patologiche di gioco, la regolamentazione di nuove soluzioni tecnologiche nelle concessioni di giochi pubblici consentirebbe anche di prevenire l’accesso dei minori agli apparecchi di intrattenimento con sistemi di categorizzazione digitale anonima, contribuendo a una maggiore protezione delle fasce vulnerabili.

 

LA RICERCA

La trasformazione digitale nei punti vendita di gioco: i dati confermano l’interesse crescente dei giocatori

La ricerca condotta nel corso del 2025 da Doxa per Admiral Gaming Network ha messo in luce un quadro incoraggiante per il futuro digitale dei punti vendita di giochi pubblici.

I dati, raccolti su un campione di oltre 1.000 frequentatori delle reti legali, evidenziano una crescente apertura verso le soluzioni tecnologiche che promuovono un gioco più consapevole, sicuro e personalizzato.

E stato rilevato un gradimento elevato per le tecnologie digitali; il 65% degli intervistati valuta positivamente le notifiche che segnalano il superamento dei limiti di tempo e spesa e sempre il 65% apprezza l’idea di una app dedicata al gioco sicuro, con funzioni di monitoraggio e supporto. Entrambe sono particolarmente apprezzate tra i giovani di età compresa tra i 18 ed i 24 anni, dove si registra un apprezzamento piuttosto elevato con medie dell’85%. La registrazione su app raccoglie il favore del 60% degli utenti, anche in questo caso con picchi tra i giovani e gli esperti in tecnologia.

Al centro dell’esperienza di gioco più digitale, anche la sicurezza e la privacy negli spazi di gioco; il 92% degli utenti riconosce l’efficacia della videosorveglianza come garanzia d sicurezza nelle sale specializzate e 1’89% si attende misure di tutela della privacy all’internc dei sistemi di controllo, sia per gli adulti che per gestire la prevenzione del gioco minorile.

Misurando la propensione all’adozione di nuove soluzioni digitali, il 38% degli utenti si dichiara già pronto a utilizzarle. Tra i più favorevoli i giovani (18-34 anni), i residenti al Nord, persone con istruzione media e esperti digitali. In particolare, il 55% del campione ritiene efficace la possibilità di registrare il giocatore su app per aiutarlo a mantenere una condotta di gioco responsabile.

Questi dati confermano che la trasformazione digitale non è solo possibile, ma desiderata da una parte significativa dei frequentatori dei punti vendita di giochi: per gli intervistati le tecnologie digitali non solo migliorano la sicurezza e la trasparenza, ma offrono anche strumenti concreti per promuovere un gioco responsabile e personalizzato.

Nel quadro dell’urgente riordino delle reti di gioco, i risultati della ricerca evidenziano come sia fondamentale definire nuove soluzioni digitali per il controllo dei punti vendita ed il rapporto con i consumatori, avviando per la loro più ampia diffusione azioni di sensibilizzazione rivolte ai frequentatori dei punti vendita, per far conoscere le opportunità di interazione digitale e coinvolgerli attivamente nel percorso verso un gioco più consapevole e personalizzato.

Admiral Gaming Network si impegna a proseguire su questa strada, investendo in innovazione, formazione e comunicazione, per rendere i punti gioco legali luoghi sempre più evoluti e attenti al benessere dei giocatori.

PressGiochi

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