26 Aprile 2024 - 00:55

Giochi. Bilancio 2021: le richieste di Sapar per modificare la legge

Sospensione aumenti preu già previsti per gennaio 2021. E’ fondamentale ritornare ai livelli di tassazione di dicembre 2019 già da gennaio 2021

21 Novembre 2020

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“Sapar rappresenta le piccole e medie imprese che si occupano sul territorio della gestione e sicurezza degli apparecchi da gioco. Produciamo un gettito erariale di 5 mld l’anno. Abbiamo vissuto 7 aumenti preu in pochi anni e 2 cambi payout, norme sempre più restrittive da parte degli enti locali oltre al riordino sempre previsto ma mai attuato.

Tutte queste norme – ha dichiarato Domenico Distante presidente della Sapar durante l’audizione relativa alla legge di Bilancio 2021 in Parlamento – hanno portato il settore al collasso. Servono interventi mirati per la salvaguardia delle PMI che possano scongiurare la definitiva scomparsa di un settore produttivo.

Leggi memoria Sapar

Chiediamo:

  • Sostegno alla liquidità, con la facoltà di rateizzare scadenze preu e canone di concessione in dodici rate mensili per garantire un sicuro aiuto per la tenuta del sistema considerando l’andamento della pandemia.
  • Sospensione aumenti preu già previsti per gennaio 2021. La raccolta di gioco è stata tra le attività più colpite dai DPCM che hanno previsto la chiusura delle attività. E’ fondamentale ritornare ai livelli di tassazione di dicembre 2019 già da gennaio 2021.
  • Serve un periodo di proroga di 36 mesi delle attuali concessioni per mettere un riordino della normativa che faccia ordine nel settore.
  • Aumento delle quote dei contributi a fondo perduto relative al codice Ateco 920002. Finora è solo al 100% Abbiamo subito 138 giorni di chiusura finora.
  • Sospendere per tutta l’emergenza le disposizione dei limiti orari vigenti nei comuni
  • Isi dei comma 7, prevedere una riduzione del 50% per il 2020-2021 con modalità di compensazione per  l’imposta versata in precedenza.

L’accesso al credito per il gioco pubblico – ha continuato Distante – è sempre stato negato con la chiusura dei conti correnti per le aziende del gioco legale. Vi invitiamo a darci una mano e valutare attentamente le proposte fatte”.

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Il presidente di Sapar ha fatto presente che l’associazione riunisce dal 1962 tutte le piccole e medie imprese di gestione degli apparecchi da intrattenimento che sono oggi regolamentati dall’articolo 110 comma 6 del Testo Unico, nonché anche le aziende di produzione operanti nel settore della raccolta e del gioco pubblico con e senza vincite in denaro. Il settore garantisce all’erario un gettito pari a 5 miliardi di euro, ma le imprese del comparto già da diversi anni stanno vivendo una fortissima crisi dovuta a scelte legislative vessatorie e a sempre più complesse e restrittive normative locali e regionali. Questo nonostante già il Decreto Dignità prevedesse un riordino nazionale del comparto mai partito.

Oggi, ha continuato, l’emergenza sanitaria generata dal virus sta portando di fatto il settore al collasso.  Un recentissimo rapporto stima, infatti, una diminuzione di fatturato dal 40 al 46% a causa delle limitazioni derivanti dalla normativa emergenziale. La Sapar auspica allora che venga posto come prioritario l’intervento di salvaguardia delle piccole e medie imprese, così fortemente intaccate dalla crisi. Si ritiene quindi che sia urgente ed essenziale il garantire la liquidità delle imprese; attraverso magari la rateizzazione del PREO e del canone di concessione del quinto bimestre e del sesto bimestre, ipotizzando una diluizione in 12 rate mensili a partire da gennaio 2021. Ciò garantirebbe un sicuro aiuto per la tenuta del sistema considerando l’andamento della pandemia, estendendo le agevolazioni a tutti i componenti della filiera e garantendo la continuità alle piccole e medie imprese che da vent’anni sono baluardo di legalità contro il gioco illegale e garantiscono il gettito erariale.

 

Anche a causa di una non condivisibile classificazione di rischio medio alto, il settore del gioco legale è stato destinatario di interventi di totale sospensione già dall’inizio della pandemia, mentre il riavvio delle attività è avvenuto lentamente e mentre le imprese ricominciavano con grandissimi sforzi, la raccolta di gioco è stata da subito inibita.

 

Appare fondamentale allora per il comparto degli apparecchi da gioco il ritorno a livelli di tassazione del 2019 a partire dal primo gennaio 2021. Condivisibile è poi il pensiero del direttore generale dell’agenzia delle Dogane e dei Monopoli che ha ipotizzato un periodo di proroga di 36 mesi delle attuali concessioni in vista di un riordino complessivo del settore, che contribuisce significativamente per gettito erariale, per livelli di sicurezza elevatissimi e per il contrasto all’illegalità. Il nuovo decreto Ristori inserisce il codice ATECO 92.00.02, dimenticato dal precedente intervento, e riconosce la quota di contributo pari al 100%; tale quota appare però insufficiente per un settore che ha subito 138 giorni di chiusura e potrebbe essere chiuso fino a fine anno: il contributo a fondo perduto va innalzato fino al 200%.

L’audito ha fatto notare che il regime fiscale che grava sul settore è basato sull’imponibile forfettario annuale, il che a sua volta si fonda sulla presunzione di reddito medio degli apparecchi nel corso dell’anno. E’ evidente che gli imponibili forfettari vigenti siano del tutto inadeguati data l’oggettiva impossibilità di produrre reddito degli apparecchi, intanto però l’imposta va comunque pagata su base annua. E’ necessario allora ridurre del 50% l’ imponibile 2020 – 2021. L’audito ha chiesto che il Parlamento si interessi ad aiutare queste piccole imprese che sono un baluardo sul territorio contro il gioco illegale.

 

PressGiochi