Il progetto di riordino del settore del gioco fisico e’ in significativo ritardo visto il termine di 24 mesi stabilito per l’emanazione dei decreti legislativi attuativi e della necessita’ di
Il progetto di riordino del settore del gioco fisico e’ in significativo ritardo visto il termine di 24 mesi stabilito per l’emanazione dei decreti legislativi attuativi e della necessita’ di attesa legate all’intesa della Conferenza Unificata, che riunitasi il 12 settembre 2024, non ha proceduto ancora ad affrontare la questione. La scadenza dell’esercizio della delega fiscale – ha ricordato il responsabile delle relazioni esterne di Lottomatica, Gennaro Schettino – e’ fissata per l’agosto 2025 e restano pertanto solo dieci mesi per completare la complessa riorganizzazione del comparto. Le proposte di Agic per il riordino del gioco fisico comprendono innanzi tutto una razionalizzazione della rete vendita valutando l’opportunita’ di integrare nel decreto legislativo di riordino, le disposizioni per la messa a gara di un totale di 12mila punti vendita di raccolta per le scommesse, tra agenzie e corner, 200mila diritti gli apparecchi elettronici e 50mila diritti per le videolottery.
Inoltre la riorganizzazione deve consentire, secondo Agic, la libera dislocazione dei diritti sull’intero territorio nazionale da parte dei concessionari.
Su questo secondo aspetto l’Associazione ritiene necessario uniformare a livello nazionale i cosiddetti luoghi sensibili (scuole, strutture sanitarie, strutture socio-assitenziali, luoghi di culto da cui i punti gioco o scommesse devono rispettare una certa distanza) e concordare una riduzione e razionalizzazione dell’elenco degli stessi. Altre proposte riguardano l’individuazione di un unico orario di funzionamento delle apparecchiature su tutto il territorio nazionale (con fasce di chiusura 7.30-9 e 12.30-14), gli standard qualitativi e di sicurezza per gli esercizi che accolgono le apparecchiature e l’adozione di una policy in materia di gioco responsabile.
Nel 2024 la spesa degli italiani per giochi, scommesse e lotterie e’ di circa 22,5 miliardi di euro, ma si e’ orientata piu’ verso i giochi che creano piu’ intrattenimento e meno dipendenza e, in particolare, verso i giochi di abilita’ che hanno un payout (percentuale di vincite sul totale) piu’ elevato. E’ quanto stima l’Associazione Gioco e Intrattenimento in Concessione (Agic) che riunisce i quattro principali concessionari del gioco lecito (Igt, Lottomatica, Sisal Italia e Snaitech) e rappresenta una quota di quasi il 70% del gioco legale, una rete di 60mila punti vendita sul territorio nazionale e 6mial occupati. Il gettito per le casse pubbliche e’ calcolato in 11,5 miliardi, in linea con il 2023. La raccolta, (cioe’ il totale giocato) e’ cresciuta del 6% a circa 155 miliardi includendo – ha spiegato Michele Sessa, responsabile Affari istituzionali e regolatori di Snaitech – un miliardo di raccolta in meno sulle gaming machines, con 250 milioni di gettito in meno, a favore dei giochi di abilita’ a distanza che hanno un payout superiore al 93%, mentre le gaming machines hanno un payout tra il 63% e il 74%. Di questo mercato l’online rappresenta circa il 23% della spesa mentre ha gia’ sorpassato il canale fisico quanto a raccolta totale.
Nel commentare l’andamento del mercato, i rappresentanti di Agic hanno sottolineato l’urgenza di procedere al riordino delle disposizioni vigenti sul gioco fisico – per il quale il governo ha una delega approvata nel 2023 e ha approvato a marzo il decreto legislativo di riforma del gioco online – che consenta di abbandonare il consueto regime di proroga per i vari segmenti di attivita’ e di avere certezze normative e regolamentari su cui impostare gli investimenti. “Le quattro aziende di Agic hanno generato dal 2003 circa 120 miliardi di euro di gestito allo Stato – ha detto Alberto Giorgetti, direttore delle relazioni istituzionali di Igt – Il gioco legale pubblico e’ stata una scelta dello Stato e una scelta virtuosa. Noi come Agic vogliamo fornire ai soggetti istituzionali la nostra esperienza in un settore che deve evolvere”. “Vogliamo che si arrivi a fare le gare e vogliamo fare gli investimenti – ha spiegato il direttore Affari istituzionali di Sisal, Giovanni Emilio Maggi – Il confronto con il Mef e’ aperto: abbiamo predisposto un documento il cui aspetto principale e’ la certificazione dei punti vendita che, se certificati, non dovrebbero essere soggetti ai limiti della distanza o ad altre limitazioni. E’ una parte della nostra proposta che e’ condivisa dal Mef e che e’ stata portata al tavolo Stato-Regioni”.
PressGiochi
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