20 Aprile 2024 - 01:53

Gaude: “Inutile protestare, conviene adeguarsi alle nuove norme locali per operare nella legalità”

Ormai i Concessionari hanno lanciato l’ascia di guerra ai Gestori che, come ammesso dalle stesse Associazioni si impradoniranno del mercato estromettendo coloro che da oltre quindici anni hanno subito condizioni

07 Maggio 2018

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Ormai i Concessionari hanno lanciato l’ascia di guerra ai Gestori che, come ammesso dalle stesse Associazioni si impradoniranno del mercato estromettendo coloro che da oltre quindici anni hanno subito condizioni al limite della sopravvivenza per gestire le loro attività andando a rimpinguare le casse dell’Erario.
Lo afferma Gino Gaude, operatore del comparto del puro intrattenimento, affermando: “Protestare in piazza per la portabilità dei nulla osta non apporterà nessun vantaggio ai Gestori anche se l’iniziativa dell’ 8 maggio promossa dall’ AGCAI, pur se apprezzabile, non sortirà nessuna positività. Ormai è già tutto deciso, occorre
lottare per proteggere il proprio lavoro mantenendo i posti sul mercato nel rispetto delle leggi regionali che non verranno ritirate, tralasciando di seguire notizie infondate e non più credibili, annunciate quotidianamente da Organi interessati che mirano ad accrescere ulteriore confusione nel settore.

 

Non è più tempo di considerare le tante promesse demagogiche che vanno dalla speranza di riaccendere i giochi, ai ricorsi presso Tribunali Amministrativi (TAR e Consiglio di Stato) al Parlamento Europeo che ha già respinto una petizione presentata dall’on. Cirio confermando la competenza delle Regioni sulla tutela dei consumatori e la lotta alla dipendenza dal gioco d’azzardo previste dalle leggi regionali che ne escono oltremodo legittimate e rafforzate.

 

Oggi, più di prima, – conclude – occorre operare nella legalità adeguandosi ai dispositivi di leggi vigenti nelle zone in cui vengono esercitate le proprie attività rendendole sicure con la volontà, l’abnegazione e la buona fede che i Gestori hanno da sempre dimostrato, anche se, ancora una volta si trovano ad affrontare ulteriori investimenti per poter lavorare, e questa, anche se ingiusta e penalizzante economicamente, rimane purtroppo la sola condizione dalla quale non si può prescindere”.

 

 

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