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Fiasco critica l’appoggio del Ministero della Salute alla Sapar: “Doppio messaggio che squalifica l’azione terapeutica”

Per Maurizio Fiasco, presidente di Alea è fatto istituzionalmente gravissimo che il Ministero della Salute abbia ospitato nella propria sede e patrocinato il rilancio della campagna Sapar ‘Affinché il gioco

08 Luglio 2016

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Per Maurizio Fiasco, presidente di Alea è fatto istituzionalmente gravissimo che il Ministero della Salute abbia ospitato nella propria sede e patrocinato il rilancio della campagna Sapar ‘Affinché il gioco rimanga un gioco’ relativo a corsi di formazione da realizzare ai gestori sul problema del gioco d’azzardo patologico.

 

L’invito alla conferenza di presentazione del “corso” nell’auditorium del Ministero della Salute è stata trasmessa infatti a tutti i membri dell’Osservatorio sul Gioco d’azzardo, costituito proprio nella sede del Ministero. Eppure, sottolinea Fiasco a Vita.it, «non risulta che l’Osservatorio abbia mai potuto valutare profilo e implicazioni di siffatti “corsi di formazione” promossi da fornitori di apparecchi da gioco d’azzardo. È proprio in assenza di tale disamina critica circa l’impianto della “campagna” che appare censurabile l’accreditamento istituzionale che il ministero della Salute ha inteso fornire patrocinando l’incontro con le testate giornalistiche (comprese quelle radiotelevisive) per il giorno 6 prossimo. Un accreditamento “in bianco” che appare una vera e propria sponsorizzazione commerciale, del tutto irrituale da parte di un’Amministrazione dello Stato qual è il ministero della Salute».

 

In un caso del genere, si potrebbe discutere sul merito di questa formazione, ma sarebbe salva la terzietà. La terzietà, intendo, di un’amministrazione pubblica e di un complesso di servizi che, in piena autonomia e secondo il dettato del Decreto Balduzzi e in generale della riforma sanitaria, provvedono a inscrivere l’intervento all’interno di un programma di prevenzione dei danni e dei rischi alla salute derivanti dal gioco d’azzardo. Altra cosa – ed è proprio il caso in questione – è il patrocinio del Ministero a un modello deciso autarchicamente da una delle associazioni dei gestori. Essi, così procedendo, presentano la loro iniziativa per scopi promozionalievidenti, ancorché legittimi, di marketing… Recepire senza mediazioni l’iniziativa, da parte dello Stato, stimola forti preoccupazioni sulla formulazione stessa del concetto di prevenzione.

 

Per il prof. Fiasco, “chi si occupa della presa in carico e della cura di una persona non può associare la propria immagine alla parte da cui è derivata la sofferenza. E’un problema di deontologia dei clinici: per le ricadute sullo stesso contratto terapeutico. Se i clinici, nei fatti, esercitano una qualsiasi attività a fianco di concessionari o gestori del gioco d’azzardo, la loro esposizione può contraddire lo svolgersi della cura. Uno specialista che si occupa di far uscire dalla condizione di tabagisti delle persone, non può farsi vedere dalle stesse persone che ha in cura mentre s’impegna in meeting, eventi e iniziative con i produttori di tabacchi lavorati. È un doppio messaggio che squalifica l’alleanza terapeutica. Là dove un clinico mostra la propria immagine contigua a quella dei generatori di una patologia, egli va a inficiare il suo ruolo verso il paziente. Ne promana un meta-messaggio che prevale in maniera schiacciante sul messaggio apparentemente emesso dall’iniziativa. Il meta – messaggio implicito è sempre più potente dei contenuti letterali dichiarati.

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