25 Aprile 2024 - 07:59

Federserd: “Bandire ogni forma di gioco d’azzardo avrebbe conseguenze difficili da prevedere”

FeDerSerD decide di scendere in campo sulla questione del gioco d’azzardo e lo fa attraverso l’organizzazione di un convegno tematico e la pubblicazione di un proprio Position paper sull’argomento. Federserd,

25 Settembre 2015

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FeDerSerD decide di scendere in campo sulla questione del gioco d’azzardo e lo fa attraverso l’organizzazione di un convegno tematico e la pubblicazione di un proprio Position paper sull’argomento. Federserd, in collaborazione con il gruppo Nazionale Gambling ha redatto una serie di proposte per un riordino dell’offerta dei giochi d’azzardo, dopo l’abbandono del progetto di delega fiscale.

Tra le proposte, si chiede di avviare una moratoria totale alla pubblicità di due anni che miri a produrre ricerche specifiche sugli effetti differenziati dell’azione pubblicitaria sul pubblico eterogeneo dei giocatori; legittimare la capacitò di intervento degli enti locali.

 

Riconoscere il ruolo svolto dai servizi delle dipendenze come strumento di realizzazione dell’impegno pubblico a tutela della salute dei cittadini e l’impegno dei decisori verso un atteggiamento che fondi scelte importanti su basi scientificamente documentate, precedute da rigorose analisi dei possibili benefici e dei costi che la comunità potrebbe sostenere e seguite da valutazioni di efficacia delle misure che si intendono prendere.

Per Federserd “A meno di dichiarare illecita ogni forma e modalità di gioco d’azzardo, con conseguenze seriamente difficili da prevedere, l’alternativa è di perseguire strategie di contenimento e riduzione dell’offerta e delle modalità di distribuzione: questo grazie a processi graduali e controllati, utilizzo intensivo e intelligente della tecnologia, moratorie alla introduzione di nuove forme e modalità di gioco, graduale rinuncia alla fiscalità derivata; contestualmente, messa in atto di serie misure per il trattamento e la protezione delle derive patologiche”.

 

“Riteniamo – continua il consiglio direttivo nazionale – che la relazione tra gioco d’azzardo e malattia sia un tema da approfondire nella sua validità di costrutto teorico: questo per le sue implicazioni nel compito dei servizi di cura, per le pratiche di prevenzione, per il ruolo dello Stato nelle politiche di gestione del gioco, per la percezione sociale del fenomeno che sembra essere fortemente influenzata dalla metafora della malattia.

È assolutamente necessario che vengano sostenuti e sviluppati con il concorso di tutti i portatori di interesse studi, ricerche e analisi che riescano a: comprendere e descrivere il fenomeno nella sua complessità, disegnare scenari realistici, fornire dati validi per supportare ipotesi di riorientamento del mercato, indicare strategie volte a sviluppare contesti e climi culturali meno avidi di fortuna e più ansiosi di competenze e capacità, indurre capacità di resilienza nella popolazione attualmente coinvolta nel gioco d’azzardo.

 

È illusorio pensare che sia possibile invertire o anche solo modificare in breve tempo questo intreccio radicato e profondo tra condizioni biologiche strutturate (come il piacere del gioco e l’inevitabilità dell’azzardo)e tendenze economiche dei mercati tese a sfruttare i tratti dell’umano orientati al successo e al miglioramento della propria condizione: il tutto mediato dalla debolezza e dalla miopia dei decisori politici che spesso non sanno o non vogliono prevedere gli esiti a medio e lungo termine delle loro politiche. Servono dunque metodo scientifico, rigore, prudenza, lungimiranza da parte di tutti i soggetti interessati a ridurre gli impatti negativi che gli eccessi di questi ultimi anni hanno prodotto sulle relazioni sociali, le capacità economiche, la salute dei cittadini.

 

 

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