25 Aprile 2024 - 08:28

Esport. Breton (CE): “Chiesti chiarimenti ad ADM sulle norme applicabili a questi giochi”

“A livello dell’UE non esiste un progetto legislativo per l’armonizzazione delle norme nazionali sulla fornitura di sport virtuali. Tuttavia, se l’attività in questione non rientra nell’esclusione relativa al gioco d’azzardo

30 Agosto 2022

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“A livello dell’UE non esiste un progetto legislativo per l’armonizzazione delle norme nazionali sulla fornitura di sport virtuali. Tuttavia, se l’attività in questione non rientra nell’esclusione relativa al gioco d’azzardo di cui all’articolo 2, paragrafo 2, della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno1, le pertinenti disposizioni di tale direttiva si applicano anche a tale attività. La Commissione ricorda che, in ogni caso, le questioni escluse dall’ambito di applicazione della direttiva restano pienamente soggette agli articoli 49 e 56 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) sulla libertà di stabilimento e sulla libera prestazione dei servizi.
La Commissione ha chiesto informazioni alle autorità italiane in merito alle norme nazionali applicabili agli apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro. Ciò dovrebbe consentire alla Commissione di valutarne la compatibilità con i pertinenti articoli del trattato sulla libera circolazione delle merci e con le disposizioni della direttiva sui servizi”.

Risponde così il Commissario della Commissione europea Thierry Breton all’europarlamentare Carlo Fidanza (ECR) sugli esport.

“Il settore degli sport virtuali (esport) – aveva evidenziato Fidanza nella propria domanda – ha generato nel 2019 in Europa 300 milioni di euro e ha attratto capitali per 630 milioni di euro. L’articolo 38, comma 3, della legge italiana n. 388 del 23 dicembre 2000 e norme applicative non fa purtroppo distinzione tra due settori completamente diversi, il gioco con vincita in denaro – ben più sensibile socialmente – e quello di puro intrattenimento per famiglie e gli sport virtuali, prevedendo complesse e costose procedure di omologazione dei giochi a carico di produttori e importatori.L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli italiana, con propria disciplina, ha invece disposto che l’obbligo di omologazione di apparecchi di puro intrattenimento sia a carico dei gestori, per quanto riguarda gli apparecchi in esercizio. Non si favorisce la libera circolazione delle merci e la concorrenza con imprese di altri paesi.

Fidanza aveva quindi chiesto alla Commissione quali misure prevedesse di adottare per uniformare la disciplina degli sport virtuali a livello europeo per competere a eguali condizioni e quali azioni intendesse intraprendere per garantire ai gestori italiani di giochi senza vincite in denaro e di sale ed eventi esport un’equa concorrenza, come previsto dalla direttiva 2006/123/CE.

PressGiochi