19 Aprile 2024 - 18:57

Dona (UNC): “Da Delega fiscale ci aspettiamo una razionalizzazione della pressione fiscale su tutte le tipologie di gioco e contrasto all’illegalità”

“Gioco d’azzardo, Difendersi si può” è un instant book scritto a quattro mani con la psicologa Paola Vinciguerra che fornisce una fotografia del gambling in Italia, raccontando le origini del

29 Gennaio 2015

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“Gioco d’azzardo, Difendersi si può” è un instant book scritto a quattro mani con la psicologa Paola Vinciguerra che fornisce una fotografia del gambling in Italia, raccontando le origini del gioco, il diffondersi degli attuali livelli di azzardo con le sue insidie, ma che non manca di fare riferimento anche ad una normativa non sempre al passo e al conflitto di interessi della politica, stretta nella morsa delle potenti lobby del gioco. In mezzo, purtroppo, ci sono esistenze rovinate, famiglie sul lastrico e giovanissimi alle prese con una dipendenza pericolosa. Con queste parole Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori risponde a PressGiochi.it parlando della pubblicazione del suo libro sul gioco che verrà presentato questo pomeriggio a Roma.

“Questo libro – spiega Dona – cerca di offrire spunti di riflessione, alcuni approfondimenti e le informazioni necessarie per proteggersi da comportamenti che potrebbero diventare distruttivi, senza demonizzare il gioco, attività che finché si mantiene nei termini di una tranquilla frequentazione all’interno delle nostre decisioni e possibilità, può svolgere un ruolo ricreativo e ludico assolutamente positivo; i problemi nascono quando, per una serie complessa e profonda di cause, il piacere nel compiere queste azioni comincia a diventare un impulso incontrollabile fino ad arrivare a stravolgere i rapporti familiari, sociali, finanziari e a distruggere la nostra vita.

 

Da dove nasce la decisione di scrivere un libro sul gioco d’azzardo?

Anche in un momento di profonda crisi economica nonostante i carrelli della spesa si svuotino, il peso di slot machine, sale bingo, gratta e vinci e poker online è diventato sempre più pesante. Mai come negli ultimi anni, d’altronde, agli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori sono arrivate così tante lettere di persone cadute nella rete dell’azzardo o familiari preoccupati per la deriva di un loro familiare: il motivo probabilmente è da ricondursi alla maggiore facilità con cui oggi è possibile giocare (basta un telefonino e la connessione Internet), ma anche all’invadenza della pubblicità, che veicola modelli sbagliati. E’ per questo che siamo chiamati a maggiore responsabilità per evitare che chi ancora gioca per diletto cada nella trappola del vizio e aiutare chi, purtroppo, ne è già vittima.

 

Secondo Lei quali sono i giochi più a rischio dipendenza, tra slot, gratta&vinci, scommesse, online?
Non si può fare una classifica di pericolosità, ma è un dato di fatto che giocando online viene meno la componente della vergogna sociale che poteva rappresentar un freno: nella propria stanza, senza occhi indiscreti gestire la dipendenza è più difficile.

 

Qual è il suo giudizio relativamente all’attuale regolamentazione italiana in materia di giochi?

Negli ultimi anni, visto il dilagare del fenomeno, il contrato al gioco patologico è entrato nell’agenda del Governo, ma l’impressione è che i buoni propositi tanto pubblicizzati sui giornali troppo spesso corrano il rischio di perdersi nel corso dell’iter parlamentare, anche a causa delle pressioni delle lobby. La cosa positiva è che anche nell’ultima legge di stabilità si riconoscono i rischi dell’azzardo e si istituisce un fondo anti-ludopatie da 50 milioni di euro: non è molto e si può fare di più, sia per quanto riguarda la regolamentazione che per l’educazione dei cittadini.

La delega fiscale nei prossimi mesi dovrà riformare in maniera ordinata le norme sul gioco pubblico nazionale. Quali interventi ritiene siano più necessari sul fronte sociale.

La tutela della salute e la lotta all’illegalità non sono solo problemi fiscali, per questo forse avremmo preferito un vero e proprio decreto legge sul gioco patologico con maggiore riferimento agli aspetti socio sanitari. Ci auguriamo, in ogni caso, che la Delega fiscale corregga alcuni punti che fino ad oggi ci sono apparsi lacunosi, razionalizzando la pressione fiscale su tutte le tipologie di gioco e contrastando così seriamente il gioco illegale. Un aspetto da non sottovalutare e sul quale siamo intervenuti in diverse circostanze, anche con una mozione parlamentare nel 2012, è legato all’invadenza pubblicitaria che va seriamente regolamentata a cominciare da alcuni divieti di pubblicizzare certe forme di gioco. In ogni caso va garantito il diritto per i consumatori di essere informati sulle reali possibilità di vincita (in forma comprensibile, sulla base di un’analisi certificata da organismi pubblici o provati, indipendenti dai concessionari). Negli anni, infatti, come Unione Nazionale Consumatori abbiamo denunciato all’Autorità Antitrust e all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria numerosi spot che, puntando su testimonial simpatici e rassicuranti, incoraggiavano le giocate spingendo le persone a tentare la sorte, senza tenere conto che per ogni vincitore si contano innumerevoli sconfitti.

 

PressGiochi