19 Aprile 2024 - 11:57

Dl Dignità. Avv. Sbordoni: “Decreto preoccupante. All’estero eravamo un esempio”

Le nostre disposizioni in tema di gioco sono prese ad esempio da paesi esteri che sembrano avere pari o maggiore dignità del nostro. E allora perché da noi sembra tutto

03 Luglio 2018

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Le nostre disposizioni in tema di gioco sono prese ad esempio da paesi esteri che sembrano avere pari o maggiore dignità del nostro. E allora perché da noi sembra tutto sbagliato?

A chiederselo è l’avvocato Stefano Sbordoni che in un’intervista pubblicata  sulla Gazzetta dello Sport evidenzia le criticità del Decreto Dignità approvato ieri dal CdM.

“Il gioco – afferma il legale romano – non è la peste del secolo e il vero nemico è tutto ciò che avviene nell’illegalità. Ci vuole un’analisi obiettiva e questo decreto mi preoccupa. Vedo che manca realmente un fondamento di valutazione di tutte le componenti che possono portare ai pro e ai contro. C’è troppa enfasi in questa discussione, sembra che stiamo vivendo la peste del secolo ma non credo sia così. Per quello che mi consta, la problematica è un po’ esasperata e ciò porta ad una contrapposizione che non sarebbe normale. Se lo Stato mette un servizio nelle mani del privato poi non può accanirsi contro il soggetto stesso. E’ importante trovare un equilibrio altrimenti diventa una grande contraddizione interna.

L’online è di per sé un’attività che vive di comunicazione: come si fa a vietare la comunicazione su un mezzo di comunicazione? Bisogna trovare equilibrio, ci sono in gioco le esigenze dei cittadini. Intendo dire che il gioco è sempre esistito e uno studio dimostra che è un flusso permanente nei secoli che varia solo nel volume di persone e di ricchezza. Se esiste questo flusso, dobbiamo gestirlo. Il problema della ludopatia è emerso con il gioco illegale. Nel 2003 c’erano bische clandestine, gioco illegale… di conseguenza molte patologie, mai venute alla luce. Oggi, conteniamo tutto con riforme equilibrate, non risolviamo il problema se lo etichettiamo come protagonista di un atto di infamia, anzi, spingiamo tutto verso il sommerso.

Il divieto assoluto di ogni forma di comunicazione che impedisce di effettuare attività connesse, credo sia il punto più discutibile. La pubblicità può avere fasce orarie o limiti ma questo c’era già nel decreto Balduzzi del Governo Monti, quindi vorrei una posizione razionale da una parte e dall’altra.

Giusto avere consapevolezza e misure, non un atteggiamento repressivo”.

PressGiochi