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Delega Fiscale. Capezzone (FI): “Tutto sta per scadere”

“Nel Def, il Governo continua a dilatare all’infinito i temi di attuazione della delega fiscale, ma dimentica che (nonostante una proroga) tutto sta per scadere (a fine giugno)”. Daniele Capezzone

16 Aprile 2015

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“Nel Def, il Governo continua a dilatare all’infinito i temi di attuazione della delega fiscale, ma dimentica che (nonostante una proroga) tutto sta per scadere (a fine giugno)”. Daniele Capezzone presidente della commissione finanze della Camera critica la lentezza con la quale il governo Renzi sta lavorando all’attuazione dei decreti attuativi della Delega fiscale e al pacchetto giochi la cui pubblicazione – ricordiamo – era attesa per lo scorso 20 febbraio. Un testo pronto già da tempo ma sul quale continuano ad esser posti nuovi ritocchi. Troppo importanti gli interessi che si vanno a toccare e contrapposte le esigenze in campo. Da un lato gli enti locali che temono una riduzione del loro potere di intervento in materia e l’annullamento delle leggi già in vigore, dall’altro una filiera produttiva e imprenditoriale che combatte per veder riconosciuta la propria posizione e funzione nel sistema Gioco legale. Si inizia a sospettare che il decreto non uscirà mai…

“Il Parlamento – dichiara Capezzone – aveva licenziato una legge-delega fiscale importante, dopo pochissimi e intensissimi mesi di lavoro, con un’intesa su non pochi tratti innovativi e pro-contribuenti. Citiamo in ordine sparso: la riforma del contenzioso tributario; la riforma di agevolazioni e sussidi; un catasto finalmente dalla parte dei proprietari; un importante pacchetto di semplificazioni; la revisione dell’abuso del diritto; la fine di ogni intervento fiscale retroattivo. Il tutto ponendo davvero i presupposti per un cambiamento positivo, salutato e atteso da cittadini e contribuenti. Il Governo Renzi – diciamolo – aveva avuto un bel colpo di fortuna. L’approvazione parlamentare della legge avveniva (ripeto: marzo 2014) proprio nel periodo in cui il Governo giurava. Insomma, una specie di regalo fatto dal Parlamento al neonato Esecutivo. Il Governo non avrebbe dovuto fare altro, nei successivi dodici mesi, che varare un pacchetto di decreti attuativi, su un materiale già reso chiaro dai principi e criteri direttivi inseriti nella delega. E invece? Sono trascorsi più di 12 mesi, e risulta attuato non più del 10-15% della delega. Il Sole 24 Ore ha di recente usato l’aggettivo “ridicolo” per commentare l’operato del Governo. In 12 mesi, la miseria di tre micro-decreti, fino al pasticcio del 24 dicembre scorso, con un quarto decreto poi ritirato, che il Governo si era ben guardato dal sottoporre preventivamente alle Commissioni per un esame preliminare, come invece si era sempre impegnato a fare”.

Come ricorda il Servizio studi Bilancio del Senato nella Relazione al DEF 2015, il termine per l’esercizio della delega è stato prorogato dalla legge di conversione del decreto-legge n. 4 del 2015 di tre mesi (vale a dire fino al 26 giugno 2015), prevedendo che qualora il termine per l’espressione dei pareri parlamentari scada nei trenta giorni che precedono la scadenza della delega, questi ultimi sono prorogati di novanta giorni (26 settembre 2015). Entro tale data saranno pertanto adottati tutti i decreti legislativi non ancora emanati, elencati nel Cronoprogramma del PNR:

  • valori catastali;
  • disciplina dell’abuso del diritto e dell’elusione fiscale;
  • riscossione degli enti locali;
  • imposizione sui redditi d’impresa;
  • monitoraggio, tutoraggio per l’adempimento fiscale;
  • fatturazione elettronica per l’IVA;
  • misure di semplificazione per i contribuenti internazionali;
  • tassazione in materia di giochi pubblici;
  • revisione del contenzioso tributario e del sistema sanzionatorio

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