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D’Attis (Fi): “Evitare che l’esistenza del settore del gioco legale venga messa a rischio”

Il Governo deve evitare che venga messa a rischio l’esistenza di un settore – quello del gioco – che per l’anno 2018 ha garantito più di sei miliardi di euro

22 Gennaio 2020

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Il Governo deve evitare che venga messa a rischio l’esistenza di un settore – quello del gioco – che per l’anno 2018 ha garantito più di sei miliardi di euro di gettito erariale

Ad affermarlo è il deputato Mauro D’Attis di Forza italia che ha presentato in queste ore alla Camera una interrogazione rivolta al Ministro dell’economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico.

L’articolo 39 del decreto-legge n. 269 del 2003, – spiega l’onorevole – al comma 13, ha stabilito che agli apparecchi e ai congegni indicati all’articolo 110, comma 6, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (regio decreto n. 773 del 1931) collegati in rete, vale a dire le videolottery (Vlt) e le newslot (Awp), si applichi un prelievo erariale unico;

le aliquote del prelievo erariale unico sono state più volte rivisitate dalla sua entrata in vigore, da ultimo con la legge 27 dicembre 2019, n. 160, bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022;

ai fini del versamento del prelievo erariale unico, le imprese di gestione del gioco di Stato che versano l’imposta hanno necessità di disporre di un conto corrente bancario per il pagamento dello stesso che deve essere ordinato unicamente mediante Rid (ciò in ossequio a quanto previsto dall’articolo 12, comma 2, lettera g) dello schema dell’atto di convenzione di tracciabilità dei flussi), pena il blocco immediato degli apparecchi, la successiva segnalazione all’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la conseguente risoluzione contrattuale da parte del concessionario, generando come effetto la chiusura delle piccole e medie imprese di gestione;

nelle ultime settimane, vari istituti bancari hanno comunicato a più imprese di gestione di apparecchi del gioco lecito l’interruzione del contratto in essere per la tenuta del conto corrente; alla base di questa decisione, come riscontrabile da alcune lettere di disdetta ricevute, sta la volontà di tali istituti di non intrattenere rapporti con «soggetti la cui attività prevalente risulti essere connessa al gioco legale dello Stato»; alcune banche di credito cooperativo hanno giustificato tale decisione con l’uniformazione agli indirizzi strategici loro forniti dalla capogruppo Iccrea Banca spa; quanto riportato espone le piccole e medie imprese di gestione del gioco di Stato a gravi problemi in ordine alla corretta gestione dei flussi di cassa e anche alla corresponsione del prelievo erariale unico”.

D’Attis ha quindi chiesto: “posto che tale comportamento delle banche pare discriminare i clienti in relazione all’attività commerciale da loro svolta, quali iniziative di competenza, anche normative, intenda mettere in atto il Governo affinché questa discriminazione non sia più perpetrata; quali iniziative di competenza si intendano adottare per evitare che, per i motivi descritti, possa essere messa a rischio l’esistenza di un settore che per l’anno 2018 ha garantito più di sei miliardi di euro di gettito erariale (dati libro blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli) 2018); quali iniziative il Governo intenda adottare, per quanto di competenza, affinché il problema esposto venga risolto”.

 

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