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Cnr Pisa: cala il numero di ragazzi che gioca d’azzardo. Molinaro: “preoccupa diffusione giochi online”

Regione Valle d’Aosta: al via esame ddl sul finanziamento del casinò Montevarchi (AR). Il comune verso l’adozione del regolamento sul gioco predisposto da Anci Toscana I nuovi dati dello studio

12 Maggio 2017

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I nuovi dati dello studio ESPAD®Italia 2016 condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa confermano come le azioni di prevenzione sul gioco d’azzardo si leghino al calo del numero di giovani giocatori. A giocare sono circa il 40% dei ragazzi fra i 15 e i 19 anni ma questa percentuale è in calo rispetto al passato, quando arrivava al 47%. Il settore che di sicuro desta più preoccupazione è quello del gioco d’azzardo online, fatto in solitudine, via web e senza il controllo degli adulti: questo riguarda infatti il 20% dei giocatori. Video lottery terminal, casinò online, poker texano: questi i giochi considerati più rischiosi. Ma la prevenzione funziona, dice il Cnr.

 

Il Reparto di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr), coordinato da Sabrina Molinaro, ha rilevato tramite il progetto ESPAD®Italia i dati relativi alla diffusione del gioco d’azzardo fra gli studenti tra i 15 e i 19 anni nel 2016, sottolineando in particolare una riduzione dell’impatto rispetto agli anni precedenti.

 

Spiega Molinaro: “Si è infatti passati dal 47% di adolescenti giocatori negli anni dal 2009 al 2011 a meno del 40% nell’anno corrente: il fenomeno coinvolge dunque circa un milione di 15-19enni. Si registra anche un calo dei giocatori con un profilo di gioco definibile a rischio e problematico: i primi sono passati dal 14-15% degli anni 2009-2010 all’11% nel 2016, mentre negli stessi anni i problematici sono scesi dal 9% all’8%”.

Ancora: “Il 58% dei giovani giocatori nell’ultimo anno ha giocato non più di una volta al mese, il 24% meno di una volta a settimana, il 7% con ancora maggiore assiduità. A essere coinvolti sono maggiormente i maschi, 50% contro il 30% delle coetanee, e le prevalenze in entrambi i generi crescono progressivamente con l’età, passando dal 34% dei 15enni al 40% dei 17enni, fino al 47% dei 19enni”.

 

Bisogna però considerare che per i minorenni il gioco d’azzardo è illegale. Ma quali sono i giochi di cui si parla? Spiega la ricercatrice Ifc-Cnr: “Tra i giochi scelti dagli adolescenti troviamo in prima posizione i meno dispendiosi Gratta&Vinci, preferiti anche dalle ragazze, seguiti da scommesse sportive, Bingo, Totocalcio, Lotto, New slot machine/Vlt (Video lottery terminal) e casinò on line”. Si gioca soprattutto presso bar e tabacchi e in stessa misura da casa, e a seguire nelle sale scommesse e nelle sale giochi, frequentati soprattutto dai ragazzi.

 

A preoccupare è però il gioco d’azzardo online, fatto in solitudine. Spiega ancora Molinaro: “Ha coinvolto il 20% dei giocatori, per un totale di circa 200 mila studenti tra i quali troviamo la maggioranza di quelli con comportamento di gioco problematico (il 63%), una quota significativa di quelli a rischio (il 31%) e una percentuale molto inferiore dei cosiddetti giocatori sociali o non problematici (il 13%). Le New slot machine/Vlt e il Poker texano sono i giochi considerati più rischiosi in assoluto: oltre il 50% degli studenti ritiene che giocarci spesso possa causare problemi dal punto di vista economico. Le scommesse sportive detengono il secondo posto nella percezione del rischio, mentre il 20-24% di studenti attribuiscono un grado elevato di rischio a Gratta&Vinci, al Lotto e alle scommesse sportive. È da evidenziare che sono i giochi maggiormente praticati, ad essere considerati meno pericolosi”.

 

I dati in calo nel gioco, dice il Cnr, dimostrano però che la prevenzione funziona: la diminuzione degli studenti giocatori viene infatti attribuita all’aumento delle attività di prevenzione fatte da scuola, famiglia e agenzie giovanili. “Il calo della percentuale di studenti giocatori può essere attribuito all’ampliamento delle attività specifiche di prevenzione operate da scuola, famiglia e altre agenzie responsabili dell’educazione dei giovani”, conclude la ricercatrice Ifc-Cnr. “Oltre ad essere stato attivato il numero verde per il gioco d’azzardo patologico che va ad affiancarsi ai servizi per le dipendenze delle aziende sanitarie locali è aumentata la quota d’istituti scolastici superiori che ha attivato interventi per la prevenzione al gioco: dal 4% del 2009 al 27% del 2016”.

 

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