11 Novembre 2025 - 21:08

Carboni a PressGiochi: “L’online crescerà ancora, ma altri operatori lasceranno il mercato”

È  il segmento che corre maggiormente all’interno del mercato dei giochi e che da tempo è lo strumento preferito dai giocatori. Eppure non c’è spazio per tutti, al bando che

03 Novembre 2025

È  il segmento che corre maggiormente all’interno del mercato dei giochi e che da tempo è lo strumento preferito dai giocatori. Eppure non c’è spazio per tutti, al bando che si è appena concluso hanno partecipato 46 compagnie, circa la metà di quelle che operavano con le concessioni in scadenza. E anche i grandi player non sembrano nutrire una particolare fiducia: ci prima era presente con 5 o 6 brand diversi, adesso hanno acquistato 2 o 3 concessioni. In realtà è uno scenario che si aspettavano in molti, e oltretutto nei prossimi anni “è prevedibile un’ulteriore concentrazione dell’offerta” sottolinea a PressGiochi Giovanni Carboni, analista esperto di gaming.

Dottor Carboni, cosa pensa della gara e come sarà il mercato nei prossimi anni?

“Il numero delle concessioni è quello auspicato da ADM ed è superiore alle aspettative di molti. È vero che quasi metà dei concessionari hanno abbandonato, ma il loro peso in termini di quote era complessivamente irrilevante. Se facciamo un calcolo aritmetico, quasi tutta l’offerta preesistente transita nel nuovo regime concessorio. La possibile contrazione non è connessa alla riduzione delle concessioni, ma al divieto dell’uso delle skin e alle limitazioni nell’operatività dei PVR. Mi aspetto da un lato che il mercato continui a crescere del 10% all’anno in media, che non è poco , dall’altro lato una ulteriore lenta concentrazione. C’è una variabile di grande incertezza relativa al futuro dei PVR”.

Ci sono 2 newcomers, quali difficoltà incontreranno?

“Tenuto conto dei costi di accesso all’attuale concessione dobbiamo ritenere che entrambi investiranno in maniera importante per conquistare una presenza significativa. L’operatore australiano e sostanzialmente una new entry, ma è sicuramente facilitato dalla scelta di anticipare l’ingresso con l’acquisizione un piccolo concessionario. Quello francese aveva già una concessione da molti anni, ma non aveva mai investito sul mercato italiano. Questa volta dobbiamo pensare che faccia sul serio, anche se il suo business di riferimento è la nicchia del poker. È una sfida difficile, perché il mercato è molto competitivo e irrigidito dalle limitazioni già esistenti nelle leve di marketing disponibili, alle quali si aggiungono le misure adottate sulle skin e sui PVR. Tuttavia, alcuni successi di nuovi brand ci sono stati negli anni passati, pur se pochissimi, e sarà così anche nei prossimi anni”.

L’online, in termini di offerta, non ha mostrato una particolare vitalità negli ultimi anni: la competizione si giocava su bonus, quote e payout… Aspetti che favoriscono fortemente i big. Ci dobbiamo aspettare che il numero di operatori si riduca ulteriormente?

“Ritengo non sia giusto dire che l’online non ha mostrato vitalità. Il tasso annuo di crescita composto tra il 2019 (ultimo anno prima del covid) al 2024 è stato del 19%. L’incremento annuale è stato 15,1% nel 2023 e 15,3% nel 2024. Certo, il mercato è maturo e le possibilità di introdurre novità di prodotto sono ridottissime, anche perché non è sono prevedibili innovazioni legislative o regolative sul prodotto. Il mercato cresce da sé grazie al continuo aumento della digitalizzazione del mondo in cui viviamo. L’online aveva un ruolo ancillare fino al 2019, mentre ora è importante quanto il gioco fisico ed è una priorità per tutti i grandi operatori del gambling in generale, anche se i volumi sono ancora molto inferiori. In questo scenario, nonostante la crescita del mercato non credo che tutti gli operatori ce la faranno ed è invece prevedibile un’ulteriore concentrazione dell’offerta”.

Ha definito la questione dei PVR una “variabile di grande incertezza”. Quanto pesano i vari paletti sull’efficacia della rete?

“È oggi molto difficile fare delle previsioni sul futuro del canale e delle reti PVR. Dovremmo almeno aspettare la conclusione della vicenda giudiziaria per una valutazione. È logico che ci sia preoccupazione. La norma stabilita dal decreto legislativo 41/2024, in particolare, limita a100 euro a settimana l’uso del contante per le ricariche presso i PVR. Si tratta di uno standard totalmente incongruo con l’attuale pratica. Perciò, se applicata, costituirà un colpo durissimo per coloro che fondano la loro azione commerciale prevalentemente sui PVR. Può provocare un cambiamento strutturale dell’offerta e una perturbazione significativa della domanda in termini volumi e di rischi di sua attrazione sul circuito illegale”.

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