28 Marzo 2024 - 14:17

Blitz antimafia a Palermo: le mani del clan di Ciaculli su acqua e scommesse online

I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo si sono occupati – nell’ambito dell’indagine antimafia sfociata negli arresti di stanotte – della famiglia mafiosa di Ciaculli. Sono cinque i provvedimenti

17 Maggio 2022

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I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo si sono occupati – nell’ambito dell’indagine antimafia sfociata negli arresti di stanotte – della famiglia mafiosa di Ciaculli. Sono cinque i provvedimenti eseguiti dall’Arma nei confronti di soggetti che, forti dei loro storici legami con “Cosa Nostra”, sarebbero stati in grado di coadiuvare i due vertici nella gestione del mandamento mafioso e nella conduzione delle attivita’ illecite che alimentavano le casse della famiglia mafiosa di Ciaculli.

La mafia di Ciaculli avrebbe anche messo le mani sull’acqua. Soprattutto quella irrigua da fornire ai contadini. Acqua che sarebbe stata sottratta direttamente alla conduttura “San Leonardo”, di proprietà del “Consorzio di Bonifica Palermo 2”. Gli uomini della famiglia mafiosa di Ciaculli avrebbero deviato l’acqua delle condutture incanalandola in vasche di loro proprietà, per poi ridistribuirla ai contadini nelle campagne Ciaculli-Croceverde Giardini e Villabate. Per molti produttori la famiglia di Ciaculli era diventata punto di riferimento per la gestione di uno dei beni essenziali nella coltivazione.

Ulteriore “affare” sul quale gli uomini di Ciaculli avrebbero imposto il controllo, e’ stato rintracciato nella gestione delle piattaforme di gioco per le scommesse on-line illegali. Dalle indagini e’ anche emerso che la compagine mafiosa avrebbe avuto anche a disposizione un vero e proprio arsenale di armi. Eseguito anche il sequestro preventivo del capitale sociale, dei beni aziendali e dei locali, per un presunto valore complessivo di circa 350.000 euro in quanto frutto di intestazione fittizia, nei confronti di imprese ed esercizi commerciali, tra i quali una rivendita di prodotti ittici, due rivendite di caffe’ e tre agenzie di scommesse.

L’organizzazione mafiosa avrebbe inoltre imposto le cosiddette sensalerie, delle vere e proprie mediazioni, sulle compravendite di immobili nel territorio. Lo hanno appurato gli inquirenti nel corso dell’inchiesta che è approdata all’esecuzione delle custodie cautelari nei confronti dei 31 sospetti affiliati del mandamento mafioso di Ciaculli. Nello specifico, i cittadini,  per concludere affari immobiliari, si sarebbero visti costretti ad accettare l’intermediazione degli indagati, sottostando quindi a delle vere e proprie estorsioni.

Dalle indagini è anche emerso che il clan di Ciaculli avrebbe avuto a disposizione un vero e proprio arsenale di armi. I militari hanno accertato, infine, che la famiglia mafiosa poteva contare anche su numerose armi semiautomatiche gestite e nascoste nelle campagne di Ciaculli. Armi che sinora non sono state trovate.

PressGiochi