Le proroghe del bingo tornano al Consiglio di Stato dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea. Si discute oggi l’udienza di merito di fronte alla VII Sezione di Palazzo
Le proroghe del bingo tornano al Consiglio di Stato dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea. Si discute oggi l’udienza di merito di fronte alla VII Sezione di Palazzo Spada, i giudici dovranno stabilire in sostanza se il sistema delle proroghe abbia compromesso le capacità economiche degli operatori, soprattutto di quelli di dimensioni minori. Lo scontro giudiziario va avanti da anni e peraltro nel 2021 è arrivato anche di fronte alla Corte Costituzionale.
Gli ermellini all’epoca, pur censurando il ricorso alle proroghe senza fine, ha comunque respinto le richieste degli operatori.
Lo scontro non si è fermato, e peraltro anche la IV Sezione del Consiglio di Stato ha chiesto l’intervento della Cge, le cause sono ancora pendenti.Nella sentenza emessa dello scorso marzo, invece, la Corte di Giustizia ha censurato aspramente il sistema delle proroghe senza fine – peraltro, alcune compagnie si trovano in questo limbo da una quindicina di anni – ma allo stesso tempo non ha accolto interamente le tesi degli operatori e dell’associazione Anib. Ha infatti affermato che tutte le condizioni che i concessionari hanno dovuto accettare in questo lungo lasso di tempo siano contrarie al diritto comunitario. Il problema non sono solamente i ripetuti aumenti del canone e l’importo stabilito in maniera fissa per tutte le sale a prescindere dai fatturati, ma anche il divieto di trasferimento e l’obbligo di accettare la proroga per poter partecipare alla gara.
La Cge però sottolinea anche che i concessionari non possono fare leva su questa affermazione per chiedere una riduzione dei canoni. Da un lato “tale aumento è inscindibile dalla proroga della concessione in quanto esso costituisce la contropartita di quest’ultima”; dall’altro, se si annullano solo gli aumenti, si modifica “l’equilibrio della concessione a favore del concessionario in un modo che non era previsto nel contratto di concessione iniziale”.
Rispondendo agli altri quesiti sollevati dal Consiglio di Stato, la Corte europea ha affermato che la direttiva 2014/23/UE – che fissa il principio dell’equilibrio economico-finanziario delle concessioni – si applica al caso del bingo, anche se le concessioni e le prime proroghe risalgono a diversi anni prima dell’entrata in vigore della direttiva. Un quesito poi è strettamente collegato al Covid e alla richiesta degli operatori di rinegoziare i canoni almeno fronteggiare la pandemia e il periodo successivo.
Tuttavia, norme o prassi “tali da privare l’autorità aggiudicatrice del potere di avviare, su domanda di un concessionario, un procedimento amministrativo inteso a modificare le condizioni di esercizio della concessione in parola”, sono conformi al diritto Ue. Insomma, i giudici europei hanno accolto le ragioni degli operatori, ma hanno anche fissato dei paletti alle loro richieste. I concessionari oggi torneranno a chiedere che venga stabilito un nuovo equilibrio nel regime delle proroghe.
La parola finale spetta adesso al Consiglio di Stato, la sentenza – stando ai termini di legge – dovrebbe arrivare al termine della pausa estiva.
PressGiochi
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