29 Marzo 2024 - 09:52

Binetti (AP): “Sul tema del gioco, le politiche fiscali, educative e sanitarie devono trovare equilibrio”

“C’è un tema che all’interno del Parlamento meriterebbe molta più attenzione e che invece sta diventando il convitato di pietra nel dibattito socio-istituzionale. Non se ne parla – dichiara Paola

09 Ottobre 2015

Print Friendly, PDF & Email

“C’è un tema che all’interno del Parlamento meriterebbe molta più attenzione e che invece sta diventando il convitato di pietra nel dibattito socio-istituzionale. Non se ne parla – dichiara Paola Binetti di Area popolare – non perché non se ne colga la gravità ma perché evidentemente non si vogliono toccare interessi economici la cui portata sta crescendo vertiginosamente. I volumi del gioco d’azzardo stanno crescendo in modo documentabile per quanto attiene al gioco legale, in modo meno direttamente quantificabile per quanto riguarda il gioco illegale. Sono dati recenti che giungono anche dai Paesi confinanti come l’Austria, dove davanti all’aumento della tassazione che grava sul gioco legale, c’è stata una vera e propria impennata del gioco illegale.

Non c’è dubbio che si tratti di equilibri molto delicati, che interagiscano profondamente tra di loro: politiche fiscali, politiche educative e politiche sanitarie devono trovare il loro punto d’equilibrio in modo condiviso. Ma è altrettanto vero che il gioco d’azzardo in Italia e’ tutelato non si sa bene da chi e non si sa come, è lasciato senza regole chiare e precise, con una ostilità precisa contro ogni forma di regolamentazione, che ne contenga almeno lo sviluppo, se non riesce a ridurne le dimensioni”.

“L’azzardo – continua l’esponente centrista – crescendo come volume di gioco e quindi come fonte di guadagno, anche se non è chiaro chi sia a guadagnarci realmente, cresce anche come situazione potenziale di rischio per molti giovani, per classi sociali più fragili, per persone più esposte alle illusioni e quindi alle delusioni. Per la regolamentazione dell’azzardo non è mai tempo: non ne ha voglia il governo; non ne hanno voglia i concessionari; non lo desiderano i commercianti; ma neppure gli enti locali e tanto meno i giocatori. Lo vogliono però le associazioni più sensibili alla coesione e alla inclusione sociale, lo vogliono le famiglie e lo vogliono anche coloro che intendono tutelare la salute dei cittadini prima ancora che si rendano conto dei rischi che stanno correndo”.

 

PressGiochi