28 Marzo 2024 - 11:10

Barbanti (Al): “Emanare al più presto il decreto giochi per evitare giudicati differenti dai Tribunali amministrativi”

“Bisogna assumere le iniziative urgenti e dovute per l’emanazione concertata del decreto giochi da parte dei Ministri competenti” per alleggerire il carico di lavoro dei tribunali amministrativi e per evitare

09 Luglio 2015

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“Bisogna assumere le iniziative urgenti e dovute per l’emanazione concertata del decreto giochi da parte dei Ministri competenti” per alleggerire il carico di lavoro dei tribunali amministrativi e per evitare che le azioni di supplenza messe in atto dagli enti locali vengano poste nel nulla con grave nocumento della popolazione, in particolare di quella afflitta da ludopatia”. A dichiararlo in una risoluzione presentata ieri alla Commissione finanze della Camera, l’on. di Alternativa libera Sebastiano Barbanti che ha sottolineato la necessità di intervenire con una riorganizzazione delle norme del gioco pubblico anche per evitare giudicati differenti da parte dei giudici amministrativi ulteriormente aditi per risolvere questioni analoghe a quelle in esame, evitare di appesantire ulteriormente i tempi biblici che affliggono i tribunali e ridurre le spese superflue allocandole diversamente per ottimizzare il servizio giustizia, dettando le norme necessarie e corrette di imposizione fiscale.

Sono circa 160 i comuni che hanno sottoscritto un «Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo», con cui chiedono di avere più poteri di programmazione, controllo e ordinanza per regolamentare il fenomeno del gioco legale e limitare le potenziali conseguenze sociali sui territori che amministrano.

Nel frattempo, hanno adottato diversi provvedimenti riguardanti l’argomento, in alcuni casi considerati illegittimi dai tribunali amministrativi:

a) sotto il profilo urbanistico sono state attuate varianti al regolamento urbanistico edilizio che limitano l’insediamento delle sale da gioco in alcune porzioni del territorio comunale;

b) sotto il profilo delle pubbliche affissioni c’è chi è intervenuto sul Regolamento per l’applicazione dell’imposta comunale sulla pubblicità e diritti sulle pubbliche affissioni verificando la possibilità di vietare la pubblicità del gioco d’azzardo sul territorio comunale;

c) sotto il profilo di polizia urbana alcuni comuni hanno inserito specifici regolamenti sulle sale da gioco cercano di definire le distanze degli apparecchi da zone considerate «sensibili» come scuole, parchi, chiese, fino a stabilire orari di apertura e chiusura delle sale stesse;

d) sotto il profilo tributario alcuni comuni hanno scelto di agire sulla tassazione locale prevedendo l’applicazione dell’aliquota massima dell’Imu per le sale giochi e i bar con slot machine e conseguenti agevolazioni per gli esercizi che, invece, hanno scelto di non installarne nei propri esercizi.

 

Il tutto è potuto accadere a causa di un colpevole ritardo delle istituzioni statali le quali non hanno emanato la legge quadro nazionale; infatti, il comma 10 dell’articolo 7 del decreto-legge n. 158 del 2012 prevedeva l’adozione da parte dell’amministrazione dei Monopoli di un provvedimento per la pianificazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco praticato mediante gli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera a).

Tuttavia, il decreto sopra citato non è mai stato emanato; in presenza di tale vuoto normativo nelle circa 160 città sopra citate sono stati adottati regolamenti di polizia urbana con i quali si è stabilita una pianificazione, nonostante sulla materia non siano le autorità municipali competenti ad emanare la normativa di riferimento; alla luce di tale vuoto normativo, il giudice amministrativo ha censurato con sentenza tale comportamento e contemporaneamente la regione Piemonte è ricorsa persino alla leva fiscale, con il concreto rischio di eccedere le proprie competenze in materia; per quanto riguarda la magistratura amministrativa, il Tar dell’Emilia Romagna, in seguito all’emanazione di un regolamento di polizia urbana della città di Bologna, ha dichiarato l’atto illegittimo «in quanto la norma di fatto prescrive nuovi limiti distanziometrici tra i locali in questione e i cosiddetti luoghi “sensibili”, la cui introduzione nell’ordinamento (o modificazione) compete esclusivamente al legislatore nazionale, secondo quanto prescrive il decreto-legge n. 158 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189 del 2012.» ricordando inoltre, nella stessa sentenza, un precedente giudizio sempre del T.A.R. Emilia-Romagna sez. II, 20 ottobre 2014 n. 976 in base alla quale il giudice amministrativo aveva già sostenuto che «la pianificazione delle sale da gioco e la riallocazione di quelle prossime a siti sensibili appartiene all’Amministrazione autonoma dei monopoli, come chiaramente indicato nel comma n. 10 dell’articolo 7 del decreto-legge n. 158 del 2012. Tale attribuzione esclusiva trova conferma anche nella legge regionale n. 5/2013, articolo 6, che al comma II prevede che i comuni possono dettare previsioni urbanistiche sulle sale da gioco solo nel rispetto delle pianificazioni di cui al suddetto comma n. 10 dell’articolo 7 del decreto-legge n. 158 del 2012».

 

Con riferimento alla regione Piemonte la legge regionale finanziaria approvata nel febbraio 2014 ha previsto una serie di misure restrittive nei confronti dei titolari di esercizi commerciali che, pur nel rispetto della legge, hanno consentito il gioco legale nei propri locali, e premiali nei confronti di chi sceglie di non installare slot: infatti, la legge finanziaria per l’anno 2014, legge regionale n. 1 del 5 febbraio 2014, all’articolo 7 prevede che dal 1o gennaio 2015 per tre anni l’aliquota Irap sia ridotta dello 0,92 per cento per gli esercizi che provvederanno volontariamente alla completa disinstallazione degli apparecchi da gioco e nello stesso tempo che aumenti dello 0,92 per cento a carico di quegli esercizi nei quali gli apparecchi ludici resteranno installati.

 

PressGiochi