Scade oggi, venerdì 30 maggio 2025, il termine ultimo per partecipare al bando promosso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) per l’assegnazione delle nuove concessioni relative all’esercizio del gioco
Scade oggi, venerdì 30 maggio 2025, il termine ultimo per partecipare al bando promosso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) per l’assegnazione delle nuove concessioni relative all’esercizio del gioco a distanza. Si tratta di un momento determinante per l’intero comparto, per la riforma del settore del gioco a distanza, con implicazioni che si estendono ben oltre i confini nazionali, considerata l’importanza del mercato italiano, primo in Europa per regolamentazione e secondo per volumi generati nel gioco online.
Il bando, pubblicato nel rispetto delle previsioni del decreto legislativo 41/2024, mira ad attribuire concessioni della durata di nove anni, aprendo ufficialmente la nuova stagione del gioco digitale legale in Italia. Un’occasione attesa da anni, tanto da catalizzare l’interesse di numerosi operatori nazionali ed esteri, e allo stesso tempo scatenare polemiche e ricorsi, soprattutto da parte di soggetti di dimensioni medio-piccole che hanno denunciato condizioni di accesso troppo onerose. Ma il valore di mercato del settore legittima la scelta di costi così alti – come confermato dal Direttore ADM Mario Lollobrigida la scorsa settimana durante gli Stati Generali dell’Agenzia – tanto che molto probabilmente le attese del Governo di rilasciare 50 concessioni saranno probabilmente soddisfatte.
Per accedere alla gara, gli operatori hanno dovuto predisporre una documentazione tecnica e amministrativa estremamente dettagliata. Tre gli elementi fondamentali richiesti da ADM che in questi mesi hanno richiesto l’attenzione degli operatori in lizza:
Contratto di avvalimento: obbligatorio nel caso in cui l’operatore intenda avvalersi delle capacità tecniche, organizzative o economiche di un soggetto terzo. Il contratto deve indicare con precisione i servizi offerti, le infrastrutture o certificazioni messe a disposizione e le risorse umane impiegate. La normativa impone che sia redatto secondo i criteri del diritto amministrativo italiano, escludendo formulazioni generiche o modificabili nel corso della procedura.
Piano degli investimenti: il documento più impegnativo in termini analitici, necessario a dimostrare la sostenibilità economico-finanziaria del progetto imprenditoriale. Deve includere previsioni dettagliate su costi, ricavi, margini e ritorni previsti, oltre a un’analisi dei rischi e agli obiettivi di sviluppo. Sono inoltre fissate soglie minime obbligatorie: almeno 700.000 euro nei primi due anni e lo 0,03% della raccolta media per gli anni successivi. Piano che deve prevedere anche la rete composta dai Punti Vendita Ricarica, tema sul quale ancora aleggia un grande punto interrogativo, in attesa su di esso si esprima il Consiglio di Stato.
Relazione tecnica: focalizzata sull’infrastruttura informatica, l’architettura della piattaforma, le misure di sicurezza informatica, la protezione dei dati e la continuità operativa. Vengono richieste anche informazioni sulla sostenibilità ambientale e sulle politiche di formazione e organizzazione del personale. Coerenza, completezza e precisione saranno premiate da ADM con un sistema di punteggio dettagliato.
A questi elementi si aggiungono requisiti economici particolarmente gravosi: un contributo una tantum di 7 milioni di euro per ottenere la concessione, a cui si somma un canone annuale pari al 3% del margine netto realizzato.
Nei mesi scorsi sono stati diversi gli operatori che hanno impugnato il bando davanti al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, ritenendo eccessivo e sproporzionato il valore complessivo della concessione. Il motivo principale dei ricorsi riguardava la presunta barriera economica creata dalla combinazione tra fee d’ingresso e canone annuo, considerata un ostacolo alla libera concorrenza.
Il TAR, con una sentenza pubblicata nei giorni scorsi, ha tuttavia rigettato tutte le censure. I giudici amministrativi hanno ritenuto che l’importo della concessione sia stato determinato in modo trasparente e su base oggettiva, utilizzando come riferimento il margine netto medio del settore nel triennio 2022-2024 e una previsione di crescita del 20% annuo. La quota di 7 milioni è stabilita dalla legge e, in quanto tale, non modificabile in sede giudiziale.
Sulle garanzie richieste e il piano investimenti – Altre censure riguardavano la dimensione delle garanzie (provvisoria e definitiva), considerate anch’esse eccessive e irragionevoli. Il Tar ha confermato la correttezza del meccanismo adottato dall’Amministrazione: la garanzia provvisoria, pari al 2% del valore della concessione, e quella definitiva, pari al 10% per il primo anno, sono parametri previsti dal Codice dei contratti pubblici e pienamente legittimi.
In merito alla richiesta di presentazione di un piano di investimenti obbligatorio, con soglie minime fissate (700.000 euro nei primi due anni e 0,03% della raccolta media successivamente), il Tribunale ha riconosciuto la legittimità della previsione. Gli investimenti, infatti, sono previsti per finalità di adeguamento tecnologico, sicurezza e gioco responsabile, e il loro valore minimo serve a garantire standard qualitativi uniformi tra tutti i concessionari. Nessuna previsione normativa impone che tali soglie siano tarate sulla quota di mercato detenuta da ciascun operatore.
Punti Vendita Ricariche – Una parte importante del ricorso riguardava anche la disciplina dei Punti Vendita Ricariche (PVR), introdotta dall’ADM con specifica determina direttoriale e recepita nella documentazione di gara. Il Tar ha dichiarato inammissibile il motivo di ricorso su questo punto, rilevando l’assenza di un interesse concreto e attuale, non essendo stato dimostrato che le clausole contestate avessero natura escludente.
In ogni caso, il Tribunale ha valutato nel merito le contestazioni, giudicando legittime le limitazioni previste per i PVR, tra cui il divieto di pubblicità cartacea e di apertura di conti di gioco a titolari, familiari e dipendenti dei punti vendita. Tali vincoli, secondo i giudici, rispondono all’obiettivo di assicurare trasparenza, contrasto al riciclaggio e piena legalità nella gestione delle operazioni di ricarica dei conti di gioco online.
Anche la previsione del divieto di operare in circoli privati o locali associativi è stata considerata conforme alle finalità del legislatore, essendo volta a garantire maggiore controllo da parte delle autorità. Il Tar ha inoltre riconosciuto il potere regolatorio dell’ADM, che, in quanto soggetto concedente, può definire in maniera puntuale le condizioni tecnico-operative per l’affidamento del servizio pubblico del gioco.
Il TAR ha dunque riconosciuto il pieno potere regolatorio dell’Agenzia, che in quanto soggetto concedente ha facoltà di definire i criteri tecnico-operativi per l’assegnazione delle concessioni di gioco.
Dopo la pronuncia del TAR, alcuni operatori hanno presentato un’istanza cautelare al Consiglio di Stato per ottenere la sospensione della gara. Anche in questo caso, però, i giudici di Palazzo Spada hanno respinto l’istanza, confermando la legittimità del bando e rinviando la discussione nel merito alla Camera di consiglio fissata per il 12 giugno 2025.
Il bando ADM non è solo una questione giuridico-amministrativa, ma rappresenta una straordinaria opportunità di accesso a uno dei mercati più ambiti a livello globale. Il comparto del gioco online in Italia ha registrato negli ultimi anni una crescita costante, trainata dalla digitalizzazione dei consumi, dall’adozione di standard tecnologici avanzati e dalla fiducia dei consumatori verso l’offerta legale e regolamentata. Ricordiamo che nel 2024 sono state realizzate giocate online per oltre 92 miliardi di euro.
La nuova stagione concessoria, che coprirà il periodo 2025-2034, sarà quindi decisiva non solo per consolidare la presenza dei big del settore, ma anche per favorire l’ingresso di nuovi attori qualificati, capaci di innovare e competere nel rispetto delle regole.
La scadenza del bando segna l’inizio di una nuova fase per il gioco a distanza in Italia. Una fase che si preannuncia selettiva, ma anche ricca di prospettive per chi saprà affrontarla con solidità, trasparenza e visione strategica. Un ruolo strategico verrà ricoperto dall’attenzione che le aziende avranno verso i temi del gioco responsabile e sostenibile. L’intervento dell’ADM e le conferme giurisprudenziali ricevute pongono le basi per un sistema più solido, orientato alla qualità dell’offerta, alla tutela del consumatore e alla lotta contro l’illegalità. Con l’apertura delle buste, prevista nelle prossime settimane, si aprirà ufficialmente la corsa per il futuro del gioco online in Italia.
PressGiochi