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Awp e abusi su nulla osta. Vitali (Fi): “Il Mef deve tutelare i proprietari di slot machine”

“La filiera della raccolta di gioco mediante apparecchi di gioco di Stato con vincita in denaro, le cosiddette slot machine o newslot, è composto da un ristretto numero di società

23 Gennaio 2019

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“La filiera della raccolta di gioco mediante apparecchi di gioco di Stato con vincita in denaro, le cosiddette slot machine o newslot, è composto da un ristretto numero di società concessionarie (Lottomatica Videolot Rete, Admiral Gaming Network, Cirsa Italia, Codere Network, Gamenet, Global Starnet, Hbg Connex, Netwin Italia, Nts Network, Sisal Entertainment, Snaitech), di grandi dimensioni, che annoverano un ristretto numero di dipendenti, e poi da diverse migliaia di piccole e medie imprese definite nella filiera “gestori”, proprietari degli apparecchi di gioco di Stato con altissimo numero di dipendenti (circa 5.000 aziende e circa 300.000 lavoratori);

la riduzione del numero degli apparecchi sul territorio nazionale, – afferma il senatore Luigi Vitali, presentando una interrogazione parlamentare al Mef – completamente operata dalle piccole e medie imprese del settore e stabilita per legge ha comportato un aumento quasi del 1.000 per cento dei costi gravanti sui proprietari degli apparecchi e cambiando le condizioni contrattuali a loro esclusivo vantaggio.

Tali comportamenti si sono di fatto tradotti in comportamenti estorsivi a danno dei proprietari degli apparecchi e hanno determinato la soppressione della libera concorrenza nel settore degli apparecchi di gioco.

Infatti, le società concessionarie hanno chiesto ai gestori l’aumento del loro corrispettivo anche attraverso l’impiego, in caso di rifiuto, degli strumenti di recesso e risoluzione dei contratti, utilizzati immotivatamente o per inadempimenti esclusivamente formali e spesso con l’impiego di clausole contrattuali vessatorie.

Nel concreto, questo produce l’effetto di far decadere la validità dei nulla osta di messa in esercizio degli apparecchi del piccolo imprenditore e rende disponibili a favore della società concessionaria il corrispondente numero di nulla osta sostitutivi che tale soggetto può riservare a sé stesso o ad altri partner commerciali a condizioni economiche molto più gravose di quelle praticate in precedenza; è così che il blocco del mercato, derivante dalla necessità di ridurre il numero di apparecchi presenti sul territorio nazionale, ha portato alla commissione di abusi da parte delle società concessionarie a discapito delle piccole e medie imprese, proprietarie degli apparecchi.

sono stati anche segnalati incrementi delle tariffe per il collegamento annuo degli apparecchi alla rete telematica fino al 1.000 per cento e l’imposizione unilaterale di modifiche contrattuali vessatorie che rendono del tutto subordinata la posizione del contraente più debole;

le imprese che non accettano tali condizioni peggiorative dei contratti sono costrette alla sparizione dal mercato pur rispettando tutti i requisiti previsti dalla normativa di settore (come l’iscrizione all’elenco degli operatori di cui all’art. 1, comma 82, della legge n. 220 del 2010) ed essendo proprietarie di apparecchi da gioco certificati ed autorizzati dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli con livelli occupazionali elevati e manodopera qualificata. Si tratta di casi, già verificatisi, di aziende sane e produttive che sono state costrette alla cessazione totale dell’attività, aziende presenti sul mercato da decenni e che da decenni garantivano posti di lavoro, che sono scomparse;

le conseguenze sono tutte negative: si penalizza la piccola impresa italiana a vantaggio delle potenti lobby del settore, si perdono decine di migliaia di posti di lavoro, non si ottiene nessun decremento dell’offerta di gioco e delle conseguenze negative sui giocatori; occorre evitare che, – ha concluso Vitali – in caso di comprovate ipotesi di abuso, la stessa pubblica amministrazione competente possa trovarsi esposta a possibili azioni risarcitorie da parte di operatori esclusi dal mercato.

Con tale premessa, il senatore di Forza Italia ha quindi chiesto al MEF se intenda assumere iniziative al fine di tutelare i proprietari degli apparecchi di cui all’art. 110, comma 6, lett. a), del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza in quanto piccoli operatori della filiera e se tali iniziative, come sarebbe opportuno, riguarderanno il divieto di utilizzo delle clausole di recesso o risoluzione contrattuale da parte dei concessionari o comunque l’affermazione del diritto da parte del proprietario degli apparecchi che abbia subìto recessi o risoluzioni contrattuali di ottenere da altri concessionari l’emissione dei nulla osta di messa in esercizio sostitutivi per i medesimi apparecchi, in considerazione del ruolo dei gestori degli apparecchi e dell’enorme apporto in termini di prelievo fiscale che assicurano all’erario.

PressGiochi