20 Aprile 2024 - 10:32

Astro: in Lombardia nel 2015 raddoppiati i malati di gioco

Prendendo momentaneamente per “buona”, in attesa di statistiche più ufficiali, la dichiarazione “d’apertura” dell’Assessore Regionale Beccalossi alla Conferenza delle Regioni, il tenore della stessa ci lascia attoniti. Apprendiamo – spiega

10 Marzo 2016

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Prendendo momentaneamente per “buona”, in attesa di statistiche più ufficiali, la dichiarazione “d’apertura” dell’Assessore Regionale Beccalossi alla Conferenza delle Regioni, il tenore della stessa ci lascia attoniti.

Apprendiamo – spiega in una nota l’associazione Astro – come in Lombardia i malati di GAP assistiti dalle AUSL siano “raddoppiati”, nel 2015, rispetto al 2014 (anno in cui già erano aumentati del 42% rispetto al 2013, “in concomitanza” con il primo anno di vigenza delle restrizioni “metriche” imposte dalla Legge Regionale).

Un dato che il pubblico amministratore dovrebbe porre in relazione con “quanto dallo stesso messo in campo” per affrontare un fenomeno che si intendeva contrastare, per poi domandarsi perché, invece, si è “raccolto” un effetto contrario a quello perseguito.

Partendo dal presupposto che l’obiettivo “sanitario” è quello dichiarato in termini di priorità, i dati “snocciolati” dall’Assessore regionale esaltano il calo dell’offerta di gioco legale ottenuto grazie alle leggi regionali restrittive e alle ordinanze sindacali di “contingentamento orario” dell’uso degli apparecchi (meno apparecchi e meno locali con apparecchi), ma si scontrano ancora con quello dell’aumento dei malati di G.A.P.

Ciò conclama, per il secondo anno consecutivo, l’inutilità della “ricetta amministrativa” rispetto allo scopo dichiarato.

Qualora, invece, il vero obiettivo politico fosse solo la “inflizione” di una punizione economica al settore, allora il successo delle iniziative Lombarde sarebbe raggiunto, a discapito di quei 2000 malati che nel 2014 non c’erano e che proprio la “limitazione dell’offerta legale” (ovviamente soppiantata da quella irregolare, più invasiva e dannosa di quella legale) ha generato.

Vantarsi di aver creato nuovi malati e chiedere che altri seguano l’esempio è atto che si commenta da sé e che, probabilmente, farà emergere – a livello Governativo – un interrogativo molto serio: “ma perché lo Stato deve preoccuparsi di ridurre il gioco lecito per arginare i costi socio-sanitari derivanti dal G.A.P., se sono proprio le restrizioni locali ai congegni autorizzati a generare un +100% annuo di nuovi malati di G.A.P.? “

Sicuramente “la politica” saprà fornire spiegazioni a tutto, ma quando “la gente” legge dei numeri in virtù dei quali “si stava meglio quando si stava peggio” (id est c’erano meno malati di gap quando il mercato era tutto in mano al solo gioco legale e alle sole Leggi dello Stato), diventa molto difficile spiegare perché non si debba ritenere gli interventi adottati “come la causa” del peggioramento delle condizioni socio-sanitarie.

Una sola domanda finale: prima o poi sarà ideata anche una “misura” in grado di far diminuire, oltre all’offerta di gioco legale, anche il numero di malati di GAP, oppure dovremmo aspettare di aver prima consegnato tutto il mercato all’illegalità?”.

PressGiochi