19 Aprile 2024 - 05:04

Asteriti:”Vietare completamente l’azzardo è una provocazione, o una scelta attuabile?”

L’avvocato Osvaldo Asteriti riflette sulla possibilità di un divieto totale del gioco d’azzardo in Italia.   “Una delle premesse di ogni ragionamento sul gioco d’azzardo legale è che oggi un

30 Ottobre 2017

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L’avvocato Osvaldo Asteriti riflette sulla possibilità di un divieto totale del gioco d’azzardo in Italia.

 

“Una delle premesse di ogni ragionamento sul gioco d’azzardo legale è che oggi un divieto totale dello stesso sia  da ritenere impossibile- commenta- soprattutto per gli interessi economici dello Stato e di settore, oltre che per le conseguenze che tale scelta comporterebbe. Con una sensatezza sospetta, da parte di alcuni vengono messi in evidenza, innanzitutto, gli interessi dello Stato, che attraverso il prelievo erariale sul settore incamera cifre considerevoli, 10 miliardi e mezzo solo nel 2016. Il dato economico, pure rilevante, rischia di comportare un errore di prospettiva. La domanda è: siamo disposti a sacrificare gli interessi economici e sociali delle persone e la salute pubblica, solo perché una attività economica è conveniente per lo Stato?  Una attività, un pubblico servizio, che per essere esercitata deve essere accompagnata da avvertimenti obbligatori sui rischi per la salute che comporta, che si potrà praticare grazie all’utilizzo della tessera sanitaria, una attività vietata ai minori, nella quale gli addetti debbono svolgere opportuni corsi di formazione per affrontare il problema del gioco patologico.  Si sostiene anche che il divieto di gioco d’azzardo finirebbe per danneggiare la “filiera”. La tesi ha la ragionevolezza di un pugno battuto sul tavolo. La domanda è: visto che il settore assicura occupazione a qualche decina di migliaia di persone, si deve accettare che l’attività svolta rovini la vita di milioni di persone?”.

 

“Con tutte le debite proporzioni- prosegue l’avvocato- in base alla stessa logica, si dovrebbe consentire anche il narcotraffico, pure in grado di assicurare l’occupazione di un certo numero di “addetti” e magari tassarne i guadagni da utilizzare per curare i tossicodipendenti, o altre good causes, come proposto per il gioco d’azzardo. Corollario inevitabile e ulteriore puntello della tesi della intangibilità del gioco d’azzardo per motivi economici è che qualsiasi arretramento, anche parziale, del gioco d’azzardo legale comporterebbe un avanzamento, una crescita del gioco d’azzardo illegale. La questione sta in termini opposti. La Commissione antimafia ha recentemente ribadito, cosa peraltro già nota da tempo, che gioco d’azzardo legale e illegale sono strettamente connessi e legati da un rapporto totalmente simbiotico: dove c’è l’azzardo legale, lì prospera l’azzardo illegale. La circostanza era stata già messa in luce nel 2012 dall’attuale Presidente del Senato, Pietro Grasso, all’epoca Procuratore nazionale antimafia, che  in una intervista avvertiva come “Ci si avvale del gioco lecito per fare l’illecito”.

 

“Se le cose stanno così- conclude Asteriti- le conseguenze del divieto del gioco d’azzardo legale sarebbero esattamente il contrario di quelle paventate, forse strumentalmente, da molti,  risultando ragionevole ritenere che il divieto dell’azzardo legale comporterebbe una riduzione dell’azzardo illecito, da contrastare con strumenti di repressione penale. Senza considerare che il divieto di gioco d’azzardo libererebbe risorse ingenti che alimenterebbero un ciclo economico virtuoso, sostenendo il consumo e il risparmio delle famiglie”.

 

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