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Asteriti: “La proposta di Mettiamoci in Gioco non presenta elementi di novità e di incisività contro l’azzardo”

L’avvocato Osvaldo Asteriti, decisamente “fuori dal coro” attacca la proposta di “Mettiamoci in gioco” che negli ultimi giorni sta avendo un grande sostegno da politici, associazioni e stampa definendo la

23 Febbraio 2018

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L’avvocato Osvaldo Asteriti, decisamente “fuori dal coro” attacca la proposta di “Mettiamoci in gioco” che negli ultimi giorni sta avendo un grande sostegno da politici, associazioni e stampa definendo la proposta stessa ed il clamore mediatico che ha suscitato: “chiacchiere e distintivo”, una chiara citazione del famoso discorso dell’Al Capone interpretato da De Niro negli “Intoccabili”, il film di Brian De Palma.

 

“I media- commenta- hanno dato grande risalto alla presentazione da parte della campagna Mettiamoci in gioco di un appello per l’approvazione di una nuova legge in materia di gioco d’azzardo, che ha ottenuto l’adesione trasversale di qualche decina di parlamentari.

Al di là del clamore mediatico, osservata meglio, la proposta, presentata in pompa magna, addirittura nella sala stampa della Camera dei deputati, non presenta alcun elemento di novità, né di incisività, in tema di contrasto al gioco d’azzardo, tanto da dare l’impressione di una operazione a fini esclusivamente autopromozionali e mediatici.

La proposta chiede alla politica di impegnarsi su quattro punti: divieto della pubblicità; riduzione di un terzo dell’offerta complessiva del gioco; diritto di Regioni ed Enti locali a regolamentare l’offerta del gioco d’azzardo sul proprio territorio e, soprattutto, aumento delle risorse destinate alla cura e all’assistenza gratuite alle persone affette da disturbo da gioco d’azzardo.

Questi quattro punti costituiscono l’ossatura della proposta, ma nella conferenza stampa sono stati illustrati, in dettaglio, anche tutti gli altri punti che dovrebbero costituire una legge di regolamentazione del settore”.

 

“Innanzitutto la proposta pone una questione terminologica- prosegue Asteriti- l’abbandono nei testi ufficiali del termine ludopatia, nato per nascondere la realtà del fenomeno, l’azzardo, da sostituire con il più preciso “disturbo da gioco d’azzardo.

La cosa appare singolare, se si pensa che solo nell’ottobre 2014, Mettiamoci in gioco, attraverso il medesimo coordinatore odierno, firmava un protocollo di intesa con Sistema Gioco Italia (Confindustria) che si proponeva di confinare il termine “azzardo” solo nel campo del gioco illegale, ribattezzando l’azzardo legale “gioco con alea con posta in denaro”, proprio per marcare una inesistente differenza tra i due.

Per il resto, nulla, aria fritta, impegni, petizioni di principio, contenuti focalizzati su aspetti marginali o scontati, con la solita richiesta di fondi sostanziosi per sostenere una non meglio identificata attività di cura e prevenzione, magari promossa dagli aderenti alla campagna Mettiamoci in gioco.

C’è un ultimo aspetto della proposta che mi sembra opportuno sottolineare, perché restituisce il senso dell’operazione. La previsione relativa ad una delle espressioni più pericolose del gioco d’azzardo di Stato: i gratta & vinci. Testualmente, “per quanto riguarda le lotterie istantanee, i tagliandi dovrebbero riportare una serie di informazioni riguardanti il rischio che si corre e le percentuali legate alle possibilità di perdere o di vincere;”.

 

“Questa prescrizione- conclude l’avvocato- è già presente nel decreto Balduzzi, del 2012, ed è rimasta finora inosservata, ma con vezzo tipicamente italiano, quando una legge rimane lettera morta, si propone di approvarne un’altra, con lo stesso contenuto, proprio come accadeva per le grida manzoniane contro i bravi”.

Montecitorio. Conferenza “Basta azzardo senza regole!” della campagna “Mettiamoci in gioco”

PressGiochi