19 Aprile 2024 - 22:22

Asteriti: “Il funzionamento del gioco d’’azzardo è simile alle catene di Sant’Antonio”

L’Avvocato Osvaldo Asteriti paragonando il gioco d’azzardo alle catene di Sant’Antonio arriva ad una conclusione molto sarcastica. “Lo schema Ponzi è una catena di Sant’Antonio dalle caratteristiche truffaldine- commenta- basata

01 Settembre 2017

Print Friendly, PDF & Email

L’Avvocato Osvaldo Asteriti paragonando il gioco d’azzardo alle catene di Sant’Antonio arriva ad una conclusione molto sarcastica.

“Lo schema Ponzi è una catena di Sant’Antonio dalle caratteristiche truffaldine- commenta- basata su un meccanismo molto semplice: le persone vengono persuase a effettuare un “investimento” in danaro, con la promessa di alti guadagni a breve termine. Lo “schema di Ponzi”, una vendita truffaldina, che prende il nome del suo ideatore, Charles Ponzi, prometteva a chi cominciava la catena e ai primi coinvolti di ottenere alti ritorni economici a breve termine, ma richiedeva continuamente nuove “vittime”, disposte a pagare le quote. I guadagni derivavano infatti esclusivamente dalle quote pagate dai nuovi “investitori” e non da attività produttive o finanziarie.  Il sistema, naturalmente, era destinato a terminare con notevoli perdite per i partecipanti, perché i soldi da loro “investiti” non davano alcuna vera rendita né interesse, essendo semplicemente incamerati dai primi coinvolti nello schema, che li usavano inizialmente per rispettare le promesse di guadagno”.

“L’analogia con il meccanismo del gioco d’azzardo appare evidente- prosegue l’avvocato- anche in questo caso la richiesta di risorse economiche in cambio  della promessa di vincite di importo elevato, mentre in realtà quasi tutti i premi sono di modesta entità  e servono per essere rigiocati, alimentando continuamente il sistema, perché sulla “raccolta”, l’insieme delle puntate dei giocatori, viene calcolato il prelievo erariale e il guadagno della filiera. Uno schema a piramide, al cui vertice si trovano i monopoli e i gestori e alla cui base ci sono i giocatori,  che alimentano lo schema, con continui “versamenti”. Milioni di persone, indotte a credere alla possibilità, addirittura alla probabilità, occultata o comunicata in maniera ingannevole, di conseguire una vincita in grado di cambiare la loro vita, “investono” nel gioco d’azzardo una quantità sempre maggiore di denaro, alimentando continuamente il circuito, anche rigiocando i premi, di modesta entità, messi in palio proprio perché necessari al funzionamento del sistema.Anche nel caso del gioco d’azzardo, i premi di maggiore entità sono solo un miraggio, servono come rinforzo positivo, la loro assegnazione viene pubblicizzata, enfatizzata, in modo da persuadere le persone che la vincita vera è a portata di mano e spingerli a giocare e rigiocare per conseguirla. Così in un investimento truffaldino, come nel gioco d’azzardo, la molla è la medesima: la speranza/illusione, abilmente alimentata, di diventare ricchi subito, riuscendo a moltiplicare le risorse impiegate”.

 

“Il risultato- conclude Asteriti- naturalmente, è totalmente diverso, in entrambi i casi la perdita delle risorse impiegate e, nel caso del gioco d’azzardo, anche la possibilità, questa sì concreta, di pregiudicare la propria salute. Charles Ponzi operava con diversi pseudonimi, uno dei quali era Charles    Ponci. Forse è questo il motivo per cui il jingle della pubblicità dei gratta e vinci, è Ponci, Ponci, Ponci Po”.

PressGiochi