19 Aprile 2024 - 10:28

Asteriti: “Andando a caccia del jackpot del Superenalotto si diventa prede”

    L’avvocato Osvaldo Asteriti critica il Superenalotto ed i guadagni dei monopoli ad esso collegati.   “I giochi d’azzardo- commenta- guardati dal punto di vista dei giocatori si basano

14 Febbraio 2018

Print Friendly, PDF & Email

 

 

L’avvocato Osvaldo Asteriti critica il Superenalotto ed i guadagni dei monopoli ad esso collegati.

 

“I giochi d’azzardo- commenta- guardati dal punto di vista dei giocatori si basano su una illusione, osservati dal punto di vista dei monopoli, su un inganno. Il concessionario celebra in questi giorni i successi del superenalotto, anche per far dimenticare ai giocatori che la probabilità di fare sei, e vincere il jackpot stratosferico, è sempre una su 622.614.630. Anche il superenalotto, tuttavia, ha conosciuto tempi di crisi, tanto che a gennaio 2016, visto che nei tre anni precedenti le giocate si erano ridotte del 22%, con conseguente riduzione dei guadagni, il gioco fu sottoposto a un deciso restyling, per rilanciarlo Gli elementi di novità introdotti sono tutti apparentemente a vantaggio dei giocatori: il payout passa dal 34 al 60% degli incassi e la percentuale destinata all’erario cala dal 53 al 28%, ma, nonostante ciò, già le stime di allora prevedevano che “dopo un anno di rodaggio, il nuovo superenalotto dovrebbe crescere al punto di recuperare anche nuove entrate fiscali”, come accaduto”.

 

“Viene da chiedersi- prosegue l’avvocato- come sia stato possibile questo risultato, apparentemente illogico, visto che la percentuale destinata all’erario si riduceva mentre quella destinata ai premi aumentava.

Le ragioni sono essenzialmente due: l’aumento più rapido del jackpot, a conferma della sua funzione di specchietto per le allodole, dato che la probabilità di vincerlo rimane sempre sostanzialmente pari a zero e, soprattutto, l’introduzione delle piccole vincite: da gennaio 2016, infatti, si vince anche con il due, indovinando due numeri. Questo escamotage ha ovviamente comportato un aumento delle giocate, perché i pochi spiccioli vinti con il “due” alimentano il “rigioco”, per andare a caccia del sei milionario, senza sapere di essere le prede, consentendo in tal modo un margine maggiore di guadagno ai monopoli e al concessionario, basato proprio sull’entità della raccolta, sulla quale avviene il prelievo. A conferma di questo meccanismo, mentre al 6 viene destinato il 17% del montepremi, alle vincite con il due viene assegnato addirittura il 40%, in modo da assicurare, attraverso il rigioco delle mini vincite, l’aumento della raccolta e, quindi, del margine di guadagno dei monopoli”.

 

“Insomma- conclude Asteriti- i monopoli hanno scoperto che è più conveniente incassare il 28% di una raccolta molto elevata, indotta grazie alle mini vincite, che il 50% di una raccolta minore. Per raggiungere questo obiettivo, come detto, i monopoli utilizzano il sistema dei piccoli premi, “finanziando” i giocatori, assicurando loro i mezzi per continuare a giocare, senza alcuna attenzione alle conseguenze, neppure sulla loro salute”.

PressGiochi