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Asteriti: “Alcuni dati della ricerca sul gioco pubblicati dalla FBV lasciano perplessi”

L’avvocato Osvaldo Asteriti critica alcuni dati pubblicati dalla recente ricerca realizzato dalla Fondazione Bruno Visentini, su incarico di Fundacion Codere.   “Sono stati pubblicati i dati dello studio sulla “percezione

17 Maggio 2017

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L’avvocato Osvaldo Asteriti critica alcuni dati pubblicati dalla recente ricerca realizzato dalla Fondazione Bruno Visentini, su incarico di Fundacion Codere.

 

“Sono stati pubblicati i dati dello studio sulla “percezione del gioco d’azzardo in Italia” realizzato dalla Fondazione Bruno Visentini, su incarico di Fundacion Codere- commenta- i  dati della ricerca realizzata dalla FBV consegnano una istantanea di un Paese malato di azzardo, nonostante gli sforzi di raccontare una situazione edulcorata e tranquillizzante, considerato il nome e il ruolo del committente”.

 

“Lo studio-prosegue Asteriti- secondo le intenzioni dichiarate, intendeva  dare una risposta alle domande: chi sono i consumatori di giochi d’azzardo? Quanti anni hanno? Da quale macroarea del Paese provengono? Che livello di istruzione hanno conseguito? Quale è la loro professione e il loro livello di benessere? Ogni quanto giocano e quali giochi preferiscono? Attraverso telefono e via computer, sono stati intervistati 1604 persone, di età compresa tra i 18 e i 75 anni. Lascia perplessi la scelta, arbitraria, di limitare a questa fascia di età il sondaggio, come se davvero il gioco d’azzardo fosse praticato solo da maggiorenni e fino ad una certa età, secondo un pattern di “gioco responsabile”, che nella realtà non esiste.Lo dimostrano, ove ce ne fosse bisogno, i dati dello studio ESPAD®Italia 2016 condotto dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, pubblicati pochi giorni fa,  secondo il quale gioca il 40% dei 15-19enni, tra cui molti minori, più di un milione di 15-19enni. Secondo i ricercatori della FBV, “ I dati emersi permettono di stimare che oltre il 44% dei cittadini tra i 18 e i 75 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno. Si tratta di oltre 19,5 milioni di persone, pari appunto al 44% della fascia considerata (calcolata secondo dati Istat)”.

 

“Il gioco problematico- prosegue- riguarderebbe solo un range di giocatori che va dall’1,4% (DSM-IV) allo 0,9% (PGSI), a seconda degli indici utilizzati per la stima. Mancano anche in  questo caso i dati assoluti, ma si tratta comunque di un numero impressionante di ammalati, che oscilla tra i 178 mila e i 277.000. Alcuni risultati della ricerca, tuttavia, lasciano francamente perplessi. Secondo i dati raccolti, ad esempio, il g&v rimane il gioco d’azzardo preferito dagli Italiani, seguito, imprevedibilmente, dalla lotteria Italia (le donne) e dal Superenalotto (gli uomini), praticato dal 62,8% dei giocatori, che hanno assicurato il 9% della raccolta 2016”.

 

“La percentuale maggiore di giocate sarebbe concentrata nelle Newslot e Videolottery- conclude l’avvocato- a cui però solo il 2,2 % dei giocatori ha dichiarato di aver giocato, anche occasionalmente nell’anno di riferimento, fornendo, tuttavia, secondo i dati aams, rispettivamente il 27% e il 24% della raccolta complessiva 2016, pari a 96 miliardi di euro. Mettendo in “chiaro” il dato, emerge uno spaccato tragico della dipendenza. Il 2,2% dei giocatori, in termini assoluti 429 mila, giocando alle macchinette hanno assicurato nel  2016 il 51% della raccolta, per un importo di 48 miliardi e 960 milioni di euro, con una spesa media di oltre 114 mila euro. Alla luce di questa circostanza, non sembra, come ottimisticamente affermato dai ricercatori, che “La stragrande maggioranza dei cittadini ha un rapporto sereno con il gioco pur nelle diversità culturali e territoriali”.

Roma. La FBV ha presentato “La percezione del gioco sociale del gioco d’azzardo in italia”

 

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