23 Aprile 2024 - 10:15

Ascani (Pd): “Quali iniziative per contrastare il GAP già in età scolare?”

Quali siano le iniziative che il Governo intende adottare per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico (GAP) già in età scolare. Lo chiede in un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione

09 Febbraio 2017

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Quali siano le iniziative che il Governo intende adottare per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico (GAP) già in età scolare. Lo chiede in un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione dell’università e della ricerca e al Ministro della salute l’onorevole del Pd Anna Ascani. La parlamentare ricorda che: “secondo i dati pubblicati in uno studio condotto dall’università Bicocca insieme ad Associazioni e Centri di ricerca sull’infanzia e l’adolescenza, in alcune regioni italiane il 60 per cento dei giovani che frequentano le scuole superiori ha provato a giocare d’azzardo almeno una volta e il 15,5 per cento di questi ha il gioco d’azzardo come abitudine settimanale. Oltre ai numeri, di per sé significativi, il dato più preoccupante è quello per cui solamente il 3 per cento del campione intervistato associa il gioco d’azzardo al divertimento, mentre il 40,8 per cento lo associa con la parola rischio e ben il 62 per cento con la parola ricchezza. Viceversa, è pacifico che il gioco d’azzardo patologico (GAP) costituisce una tra le principali cause di povertà, reale e percepita, tant’è che nel « Rapporto Italia 2017 » dell’Eurispes viene indicata la percentuale del 38,7 per cento come valore del campione che ha dichiarato di individuare nel gioco d’azzardo l’origine della situazione di povertà in cui versa; orbene non si ignora che questo Governo abbia confermato l’inserimento del gioco d’azzardo patologico (GAP) nei livelli essenziali di assistenza (LEA) ma i dati sopra riportati, relativi al fenomeno che colpisce in età scolare, suggerisce una grave carenza a livello formativo e la necessità di anticipare il livello di tutela ad uno stadio meno avanzato e ad un’età in cui i benefici dell’attività di prevenzione sortiscono maggiori effetti”.

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