18 Aprile 2024 - 12:51

Amusement. Curcio (Sapar): “Ci appelleremo alla Commissione europea”

“Speravamo di risolvere il problema internamente e con buon senso. Purtroppo, però, non abbiamo alternativa, dovremo appellarci alla commissione europea. Di pazienza, con lo Stato italiano, ne abbiamo avuta tanta;

22 Ottobre 2015

Print Friendly, PDF & Email

“Speravamo di risolvere il problema internamente e con buon senso. Purtroppo, però, non abbiamo alternativa, dovremo appellarci alla commissione europea. Di pazienza, con lo Stato italiano, ne abbiamo avuta tanta; ma anche la pazienza ha un suo limite”. Lo ha dichiarato il presidente Sapar Raffaele Curcio intervenendo relativamente alla questione degli apparecchi senza vincita in denaro.

La necessità di un intervento a livello europeo – si legge su Automatnews – è la conseguenza del fatto che “da anni il settore è abbandonato ad una legislazione datata e inadeguata – ha chiarito Curcio – . Il comparto andrebbe rifondato dal punto di vista della fiscalità, ma prima bisognerebbe costruire uno scheletro di norme che lo rendano sostenibile. Invece si parte sempre da quanto si può  tassare un settore. La nostra missione oggi è quella di cominciare un percorso partendo dal comparto e avanzando delle proposte al legislatore. Noi queste proposte le abbiamo fatte, ci siamo messi a disposizione per trovare formule di rivisitazione insieme alle istituzioni per rilanciare il settore. Bisogna fermarsi con il discorso della fiscalità, servono misure incentivanti. Siamo arrivati ad un mercato fermo. Grosse sale sono in sofferenza, i costi alti, i criteri di omologazione assurdi. Non viene rispettata nemmeno la normativa sui servizi, cosa che invece avviene in tutta Europa”.

“La questione delle ticket redemption è all’ordine del giorno. Speriamo che in futuro si faccia un po’ più di chiarezza. In un Paese dove si gioca ovunque, trovare l’azzardo nelle ticket forse è una travisazione completa. Da anni chiediamo una normativa specifica, nel 2012 il legislatore l’ha prevista ma non è stata mai applicata. E forse in questa condizione qualcuno si sente libero di abusare. Il problema, però, è che qui in Italia continua a mancare una regolamentazione. Alla luce dei fatti penso pertanto che se dal 2012 ad oggi l’Agenzia dei Monopoli non è riuscita a fare un decreto attuativo, forse troppo impegnata sul fronte del gioco a vincita in denaro per la tutela dei concessionari; per questo ritengo che non sia l’ente adatto a regolamentare tale tipologia di apparecchi. Probabilmente è arrivato il momento di trovare qualcuno che sia in grado di farlo ed abbia voglia di rilanciare il puro intrattenimento”.

 

PressGiochi