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ADM. Sindacati a Mineo: “La riorganizzazione dell’Agenzia va rivista”

Nel prendere atto della nomina del Direttore dell’Agenzia nella persona del Prof. Benedetto Mineo, nomina che cade peraltro nella fase più delicata del controverso processo di riorganizzazione avviato ad inizio

14 Settembre 2018

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Nel prendere atto della nomina del Direttore dell’Agenzia nella persona del Prof. Benedetto Mineo, nomina che cade peraltro nella fase più delicata del controverso processo di riorganizzazione avviato ad inizio 2018, riteniamo necessario,- scrivono le sigle sindacali FPCGIL , CISLFP, UILPA e CONFSAL UNSA  – in attesa del perfezionamento delle procedure per l’incarico del nuovo Direttore, ribadire fin d’ora che, a nostro avviso, una serie di questioni rivestono per l’Amministrazione e per il personale carattere di estrema urgenza.

Ci riferiamo, in primo luogo, proprio alla riorganizzazione delle strutture dell’Agenzia che, in tutta evidenza, il nuovo Direttore vorrà e dovrà giudiziosamente rivedere, sospendendone gli effetti immediati per una più ampia riflessione.

Una revisione che auspichiamo ed i cui elementi rappresenteremo subito al Prof. Mineo, ciò anche perché, come abbiamo più volte sostenuto nel corso del precedente confronto, alcune decisioni sono sembrate frettolose, comunque adottate senza una preventiva analisi – coerente e complessiva – del diverso “peso” e delle prospettive operative delle Direzioni regionali e degli Uffici doganali, con risultati che, in alcuni casi, rischiano clamorosamente di distorcere e penalizzare fluidità dei traffici, operatività, presenza e presidi di intere realtà territoriali.

 

 


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Anche il processo di interazione con altre amministrazioni – stabilito dalla più recente normativa – non sembra sia stato tenuto in debito conto nella predisposizione e nel rafforzamento della architettura organizzativa, in particolare di porti ed aeroporti. Come è mancata una nuova e definitiva identificazione delle strutture dell’Agenzia che operano come sedi di confine.

In questo senso una attenta riflessione va fatta anche sul numero di posizioni dirigenziali da ridurre oltre che sulla diversificazione delle sedi dirigenziali per fasce.

L’intero processo di riorganizzazione che doveva essere attivato, nelle intenzioni, con il 2019 dovrà, peraltro, tenere conto della scadenza, a fine anno, degli incarichi di POT e del pensionamento di centinaia di dipendenti, elementi dirompenti se si pensa al probabile enorme incremento di produttività che l’Agenzia dovrà sostenere di seguito alla Brexit da marzo dell’anno prossimo.

Ciò posto vogliamo fin d’ora riconfermare, a tutti i lavoratori e lavoratrici dell’Agenzia, la posizione che abbiamo assunto unitariamente con il precedente Direttore. E, in tal senso, vogliamo ribadire che non molleremo di un centimetro rispetto alle richieste che abbiamo sottoscritto e rappresentato più volte.

In primo luogo- si legge –  ribadiamo che è assolutamente urgente l’attivazione, nelle more della pubblicazione dei bandi dei Concorsi già autorizzati (con la riserva da attribuire a percorsi di carriera interni), della annunciata procedura straordinaria di acquisizione di personale con gli strumenti, quali i comandi, utili a consentire di fronteggiare subito la assoluta carenza di personale.

Confermiamo inoltre la richiesta che l’Agenzia, nell’ambito del Contratto Integrativo, da portare a termine in tempi brevissimi, concordi ed attivi le posizioni organizzative introdotte dalla Legge di Stabilità 2018 nonché di quelle previste dal CCNL di Comparto. Non dimenticando, poi, il completamento del processo di unificazione tra Dogane e Monopoli che dovrà consentire la identificazione di un nuovo sistema indennitario volto al riconoscimento dell’impegno nelle varie attività e difficoltà operative dei Lavoratori.

Queste le priorità che rappresenteremo al nuovo Direttore al quale chiederemo – proprio per le molteplici urgenze e le conseguenti decisioni organizzative da assumere – di riannodare i fili di relazioni sindacali stabili e partecipate, anche a livello territoriale, come dettato dall’ultimo CCNL delle Funzioni centrali.

Tuttavia – concludono i sindacati – riteniamo sia fin d’ora possibile avviare con l’Agenzia le trattative per la ripartizione ed erogazione delle quote disponibili relative al Fondo 2017, nell’ambito del quale, lo ricordiamo, dovrà essere valutata la disponibilità economica per una ulteriore fase di procedure di passaggio di fascia per l’anno 2018. In tale senso ci attiveremo con una specifica richiesta unitaria.

 


Le sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno invece scritto al MISE per chiedere un intervento sul fronte del gioco.


“Le nostre organizzazioni sindacali condividono la necessità di intervenire sul settore per rendere compatibili le occasioni di gioco con la sostenibilità sociale, contrastare gli abusi e combattere l’illegalità, guardando con preoccupazione al diffondersi di fenomeni quali il gioco online. In assenza di un intervento da parte della Conferenza Unificata utile a rendere omogeneo il quadro normativo, gli Enti Locali e le Regioni hanno prodotto interventi legislativi e amministrativi che stanno incidendo sia sugli orari di apertura dei luoghi dedicati al gioco, sia sulla loro collocazione geografica all’interno del tessuto urbano, distanziandoli da luoghi cosiddetti sensibili. Tali provvedimenti, la cui efficacia in termini di contrasto ai fenomeni sociali non sempre sta producendo gli effetti sperati, stanno avendo effetti negativi sull’occupazione nella filiera del gioco legale, in particolare a causa della natura indiscriminata dei provvedimenti e l’assenza di confronto con le parti sociali sulle conseguenze di tali misure. La frammentazione degli interventi sta producendo anche effetti distorsivi sulla concorrenza.
Le scriventi rilevano inoltre che le azioni di limitazione al gioco legale stanno producendo aumento delle attività illecite, a volte controllate dalla criminalità, verso le quali sono necessari vigorosi interventi di contrasto. Gli effetti nel breve termine sono calcolabili nella perdita di migliaia di posti di lavoro, tra cui oltre 4.000 dipendenti, in un settore che occupa circa 150.000 addetti diretti, oltre all’indotto”.
I sindacati hanno quindi chiesto al Mise di attivare un tavolo di crisi volto ad analizzare e misurare gli effetti dei provvedimenti sul gioco legale e a individuare soluzioni volte alla salvaguardia occupazionale e alla tutela delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati.

 

 

PressGiochi

Fonte immagine: BENEDETTO MINEO EQUITALIA