17 Luglio 2025 - 05:19

ADM presenta i risultati del 2024, ma dei dati non c’è traccia…

Nel giorno della tanto attesa pubblicazione dei risultati annuali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativi al 2024, in apertura della seconda edizione degli Stati Generali, ci saremmo aspettati un

21 Maggio 2025

Nel giorno della tanto attesa pubblicazione dei risultati annuali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativi al 2024, in apertura della seconda edizione degli Stati Generali, ci saremmo aspettati un quadro informativo ampio e dettagliato sui diversi ambiti di competenza: accise, dogane e, soprattutto, monopoli. Eravamo già pronti ad analizzare, confrontare e studiare quei dati che avrebbero dovuto costituire una base di lavoro affidabile e certificata per l’intero anno a venire. E invece, nulla. O poco più.

Per quanto riguarda il settore di nostro specifico interesse – quello dei giochi pubblici – ADM si è limitata a riportare un’unica cifra: 11,6 miliardi di euro di entrate erariali. Le due sole schede dedicate al comparto che vengono fornite mostrano una crescita delle entrate erariali dal 2020 al 2024 (da 7,2 a 11,6 miliardi), ma nulla oltre.

Possiamo vedere come nel 2024 l’Agenzia abbia intensificato in modo significativo la propria attività di vigilanza nel settore dei giochi (tabella 4), registrando un sensibile aumento degli interventi rispetto agli anni precedenti. In particolare, il numero di siti web inibiti è salito a 721, con una crescita del 47% rispetto al 2023 (490) e quasi triplicato rispetto al 2022 (261). Parallelamente, l’attività ispettiva ha portato al controllo di 19.210 esercizi fisici e all’irrogazione di 3.319 sanzioni, a testimonianza di un capillare presidio del territorio. Dal punto di vista economico, l’attività di controllo ha consentito di accertare imposte evase per un totale di 72,56 milioni di euro, contribuendo in modo rilevante alla tutela dell’erario.

I numeri relativi al settore giochi si fermano qui: nessuna informazione sulla raccolta complessiva, sulla spesa reale dei giocatori, né una suddivisione per tipologia di gioco o per territorio. Nessun confronto dettagliato con gli anni precedenti. Nessun dato sull’andamento regionale o sui volumi erariali per settore.

Viene riportato solo il dato aggregato delle entrate erariali: le entrate attese dalla nuova concessione del Gioco del Lotto e quelle stimate dalla gara per il gioco online. Come se bastasse il dato erariale a dimostrare la buona gestione di un settore così complesso.

Forse l’errore è stato nostro: ci aspettavamo la pubblicazione della nuova edizione del Libro Blu. Ma come pensare diversamente dopo gli imponenti annunci degli Stati Generali e della presentazione dei risultati 2024 dell’Agenzia?

Per chi si occupa ogni giorno del settore dei giochi pubblici – che si tratti di operatori, analisti, giornalisti o associazioni di categoria – avere accesso a dati completi e disaggregati non è un vezzo, ma una necessità. Serve a comprendere le evoluzioni del mercato, a identificare nuovi trend, a calibrare i servizi, a comunicare correttamente e responsabilmente.

Non che i dati non ci siano. Esistono e provengono da fonti primarie e affidabili. Ma più informazioni si hanno a disposizione, maggiore è la possibilità di svolgere un lavoro davvero completo e accurato.

A maggior ragione, dopo aver sfogliato i documenti dettagliati forniti proprio la scorsa settimana in Parlamento dal Sottosegretario all’Economia Federico Freni ci saremmo aspettati di ricevere informazioni altrettanto dettagliate.

Per chi si impegna a veicolare una comunicazione corretta sul settore, per chi ogni giorno lotta contro la disinformazione – come fanno molte associazioni di categoria – e si confronta con l’uso scorretto e strumentale dei dati, è fondamentale disporre di informazioni il più possibile dettagliate per poter controbattere, comprendere, spiegare. Dopo anni trascorsi ad ascoltare – anche i rappresentanti dell’Agenzia – sull’importanza di utilizzare con precisione i dati sul gioco, distinguendo correttamente tra raccolta, vincite e spesa, colpisce vedere come, proprio in Parlamento, vengano forniti (e questo è un bene) nel dettaglio i numeri delle giocate e delle vincite in tutti gli 8mila comuni italiani, senza però alcun riferimento alla spesa.

Si è vero, la spesa si evince in maniera automatica. Basta fare una sottrazione!

Ma da quanti anni si parla della necessità di fare una corretta comunicazione nel settore, di cambiare la cultura con cui ci si approccia a questo settore e cacciare quel pregiudizio tutto tipico italiano?

In un momento cruciale come questo, in cui il Governo sta cercando una sintesi per riformare anche il comparto del gioco fisico, partire dai dati – quelli giusti, completi, leggibili – dovrebbe essere la base di ogni analisi seria. Perché solo da una fotografia nitida del fenomeno si può costruire una regolazione efficace e responsabile, capace di tutelare chi è più vulnerabile.

 

Cristina Doganini –  PressGiochi

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