18 Aprile 2024 - 17:21

Zanetti (Min. Economia): “Sul mercato ci sono 374mila awp e 52mila vlt”

Il sottosegretario all’economia Enrico Zanetti ha risposto oggi all’interrogazione dell’on. Giovanni Paglia che chiedeva di sapere il numero di slot machine e vlt installate sul mercato sul mercato. “Con il

04 Dicembre 2015

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Il sottosegretario all’economia Enrico Zanetti ha risposto oggi all’interrogazione dell’on. Giovanni Paglia che chiedeva di sapere il numero di slot machine e vlt installate sul mercato sul mercato.

“Con il documento di sindacato ispettivo indicato in esame – ha risposto Zanetti – si chiede di conoscere il numero delle slot e delle VLT attualmente installate nel nostro Paese, con particolare riferimento alla loro distribuzione per provincia, alla società concessionaria e alla scadenza della relativa concessione.

Al riguardo, sentiti i competenti Uffici dell’amministrazione finanziaria, si riferisce quanto segue.

In proposito, si allegano quattro prospetti che riportano:

all. 1: il numero di apparecchi AWP riferibili a ciascun concessionario;

all. 2: il numero di apparecchi AWP installati in ciascuna delle province italiane;

all. 3: il numero di apparecchi VLT e il numero delle sale riferibili a ciascun concessionario;

all. 4: il numero di apparecchi VLT installati in ciascuna delle regioni italiane.

 

È in corso di elaborazione il numero di apparecchi VLT installati in ciascuna delle province italiane, al momento non disponibile.

Si precisa, inoltre, che tutte le concessioni in materia di apparecchi da divertimento ed intrattenimento verranno a scadenza il 19 marzo 2022.

Inoltre, è opportuno chiarire che il 30 giugno 2016 verranno a scadenza tutte le concessioni per le scommesse a quota fissa e a totalizzatore su eventi sportivi anche ippici e non sportivi.

Attualmente, il totale dei diritti attribuiti sulla rete legale dei giochi, che offrono scommesse sportive e/o ippiche, mediante negozi che effettuano prevalentemente attività di gioco (negozi) ovvero che effettuano prevalentemente altre attività (corner) è di circa 17.000 (di cui 2.196 emersi ai sensi dell’articolo 1, comma 643, della legge n. 190 del 2014). I punti vendita operativi sono circa 15.000. Detta differenza è determinata, in gran parte, dalla presenza di «corner» che possono offrire esclusivamente gioco ippico, attualmente di scarsa attrattività e redditività ma che potrebbero, in qualsiasi momento, tornare operativi allorquando potessero offrire anche scommesse sportive, come prevede la norma in esame per la nuova gara.

Inoltre, sul territorio insistono circa 5.000 punti che offrono scommesse sportive e ippiche privi di concessione e non collegati al totalizzatore nazionale.

L’A.C. 3444 (legge di stabilità per l’anno 2016), approvato dal Senato della Repubblica il 20 novembre 2015, attualmente all’esame della Camera dei deputati prevede, in vista della predetta scadenza delle concessioni, l’attribuzione, con gara da indire dal 1o maggio 2016, di 10.000 diritti presso punti di vendita aventi come attività prevalente la commercializzazione di prodotti di gioco pubblici (agenzie e sale scommesse) e 5.000 diritti presso punti di vendita aventi come attività accessoria la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici (cosiddetti «Corner»), di cui fino a un massimo di 1.000 diritti negli esercizi in cui si effettua quale attività principale la somministrazione di alimenti e bevande.

Si tratta di punti vendita «fisici» che non rappresentano «nuovi punti di scommesse» in quanto andranno a sostituire i punti vendita oggi esistenti (che, peraltro, da 17.000 diminuiranno a 15.000).

Nei punti di vendita «fisici» non è consentito il gioco on line.

Per quanto attiene alle affermazioni in ordine alla «spesa» per il gioco, va precisato che l’importo di 84,5 miliardi di euro si riferisce alla «raccolta» registrata nell’anno 2014. Tuttavia, la «spesa» è determinata sottraendo dalla «raccolta» le somme restituite in vincite, che ammontano mediamente all’80 per cento della raccolta stessa. Pertanto, la spesa per il gioco, da contrapporre, eventualmente, alla «spesa complessiva delle famiglie», è pari a circa 17 miliardi di euro e non a 85,45 miliardi di euro”.

 

Il deputato Paglia si è detto molto soddisfatto della risposta.

 

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