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Vargiu (Sc): “Il Mipaaf intervenga a sostegno dell’ippica sarda”

Sostenere l’ippica sarda. Pierpaolo Vargiu (Sc) si rivolge così al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali perorando le cause della regione sardegna relativamente alla crisi che sta colpendo il

09 Marzo 2015

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Sostenere l’ippica sarda. Pierpaolo Vargiu (Sc) si rivolge così al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali perorando le cause della regione sardegna relativamente alla crisi che sta colpendo il settore ippico, da sempre molto importante per l’isola.
“In data 12 gennaio 2015, – ha spiegato l’onorevole centrista – l’assessore all’agricoltura della regione Sardegna si rivolgeva al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali segnalando la disastrosa situazione del settore ippico – e di quello agonistico in particolare – nella regione Sardegna; nella stessa circostanza, la regione Sardegna sottolineava come la crisi di tale settore fosse particolarmente pesante in un contesto regionale a forte rischio di desertificazione economica, che ha una radicatissima tradizione nell’allevamento del cavallo, potenzialmente in grado di rappresentare un’importante risorsa di sviluppo per l’intera Sardegna;
in tale circostanza, la regione Sardegna auspicava un intervento perequativo urgente del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali che non rischiasse di penalizzare ulteriormente l’economia isolana, ma fosse invece di supporto al rilancio di un settore coerente con l’offerta qualitativa regionale;
in data 2 febbraio 2015, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ha emanato il decreto ministeriale «Approvazione calendari e modifica programmi 2015 delle manifestazioni equestri relative alle discipline del salto ad ostacoli, concorso completo di equitazione, dressage ed endurance»;
tale decreto ministeriale prevede, nell’ambito della  programmazione del mese di marzo 2015 del calendario «galoppo», che l’annualità nella regione Sardegna si inaugurasse il 26 marzo 2015 presso l’ippodromo di Villacidro;
Agris Sardegna – Agenzia per la ricerca in agricoltura ha avanzato una proposta di calendario alternativa, poi trasmessa al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali il 3 febbraio 2015, nella quale venivano proposte 32 giornate di corse al posto delle attuali 25 (l’incremento avrebbe consentito alla regione Sardegna di passare dallo 0,8 all’1 per cento nel quadro del montepremi nazionale), di cui 14 nell’ippodromo di Chilivani, 10 in quello di Sassari e 8 nell’impianto di Villacidro. Allo stesso tempo, l’Agris confermava l’opportunità di mantenere la giornata inaugurale del programma regionale a Chilivani nella giornata del 28 marzo, anche in ragione del fatto che, proprio in quell’ippodromo, avrebbero dovuto debuttare alcuni giovani esemplari allenati in quella stessa struttura impiantistica;
il 17 febbraio 2015, si teneva presso il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali un incontro tra il dottor Emilio Gatto, direttore generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica, ed il dottor Raffaele Cherchi, direttore generale dell’Agris Sardegna, che consentiva di inquadrare meglio le gravi problematiche in cui versa il comparto ippico sardo in generale ed, in particolare, il settore riferibile all’attività dei tre ippodromi sopra richiamati, che oggi rischiano la sostanziale chiusura. Tali impianti, infatti, negli ultimi otto anni, hanno subìto una preoccupante contrazione della propria attività in conseguenza dei tagli (stimabili in circa il 65-70 per cento) introdotti prima dall’UNIRE/ASSI e poi dallo stesso Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali tanto sul numero delle giornate di corse, quanto sul montepremi complessivo attribuito all’isola.
La pesante crisi del settore ippico ed equestre combinata con i tagli sopra ricordati ha drammaticamente colpito la Sardegna e sta avendo conseguenze esiziali sui processi commerciali ed economici della produzione e dell’allevamento tanto del purosangue arabo da corsa (di cui la Sardegna ha la produzione pressoché esclusiva in ambito nazionale), quanto del cavallo anglo arabo sardo, sempre della linea da corsa, già a grave rischio estinzione per il crollo delle nascita (circa il 70 per cento) e delle fattrici fecondate negli ultimi anni; alla luce del preoccupante quadro emergente, le proposte dell’Agris mirano pertanto a ridurre la sperequazione tra la situazione allevatoriale e commerciale degli impianti regionali rispetto agli ippodromi nazionali, a mitigare lo storico svantaggio dell’insularità e a dare speranza di rilancio ad attività che potrebbero davvero essere strategiche per lo sviluppo economico dell’isola;
l’indispensabile attenzione da parte del Governo nazionale, aiuterebbe inoltre a dare riconoscimento – seppur in minima parte – allo sforzo economico di 650 mila euro sul biennio 2014-2015 compiuto dalla RAS per sostenere il settore; ciononostante, da una serie di contatti informali, sembrerebbe che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali intenda rigettare le proposte dell’AGRIS, portavoce istituzionale della regione autonoma della Sardegna relativamente alla richiesta d’incremento del numero di giornate dell’incremento del montepremi”.

Vargiu ha quindi chiesto “quali siano i motivi per cui sarebbero state disattese le richieste di AGRIS Sardegna e della regione autonoma della Sardegna, con la diramazione di un calendario e con la definizione di montepremi differenti da quelli ufficialmente richiesti; se non ritenga opportuno modificare immediatamente il programma 2015 delle manifestazioni equestri per i tre ippodromi della regione Sardegna incrementando, a parità di finanziamento ordinario, le giornate del calendario da 25 a 32 e prevedendo di incrementare la quota del montepremi nazionale riservato alla regione Sardegna”.

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