19 Aprile 2024 - 09:53

Superenalotto: un bando che fa gola non solo agli italiani

Una gara da quasi 14 miliardi di euro, considerando la raccolta. Un incasso per l’erario da ora al 2028, scadenza della concessione, di almeno cinque miliardi. Una base d’asta fissata

26 Marzo 2019

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Una gara da quasi 14 miliardi di euro, considerando la raccolta. Un incasso per l’erario da ora al 2028, scadenza della concessione, di almeno cinque miliardi. Una base d’asta fissata dallo Stato di 100 milioni. A conti fatti una gallina dalle uova d’oro: per i conti pubblici, per i fortunati vincitori, per le società concessionarie, per la rete di oltre 30 mila ricevitorie in tutta Italia che trattengono complessivamente l’8% delle somme giocate.

 

La lotteria del SuperEnalotto non calamita più soltanto gli appassionati con jackpot record (come quello del 2010 da 177 milioni). Attira ora anche gli appetiti di gruppi esteri come i cechi di Sazka, oltre alle tricolori Lottomatica e Sisal. Domani l’apertura delle prime buste a seguito della valutazione di una commissione nominata dall’agenzia dei Monopoli guidata da Benedetto Mineo. Ingegneri informatici, esperti di settore, giuristi valuteranno i titoli delle tre pretendenti al gioco che da oltre 9 anni è gestito dalla stessa Sisal, che l’ha convertito in un fenomeno nazional-popolare con le code ai tabaccai e l’attesa spasmodica per quei sei numeri che possono cambiarti la vita.

 

Tutte le pretendenti hanno ambizioni giustificate. Come riporta il Corriere della Sera, anche i cechi di Sazka, seppur privi di una rete distributiva nel nostro Paese e con personale da assumere, detengono il 32% della società che gestisce il Lotto in Italia (in joint-venture con Lottomatica) e sono concessionari in Grecia, Austria e Cipro. Lottomatica, oltre allo stesso Lotto ha in concessione anche il Gratta e Vinci, perché le è stata rinnovata la concessione senza gara dal precedente governo con un esborso di 800 milioni.

Procedura contestata da Sisal, che per questo ha fatto ricorso al Consiglio di Stato. Le pretendenti, è scritto nel bando di gara, possono trattenere per sé fino al 5% della raccolta a mo’ di commissione. Ma è un valore-limite, perché la differenza la farà probabilmente chi offrirà di più su questo aggio. Cioè chi metterà sul piatto la commissione più bassa, permettendo all’erario di poter incassare la rimanenza tra il 5% e la percentuale scritta nella busta. Per semplificare: la raccolta del SuperEnalotto è di circa 1,5 miliardi di euro all’anno. L’1% vuol dire 15 milioni, il 2% vuol dire 30 milioni. Moltiplicato per i nove anni della concessione chi offrirà di meno garantirà un cospicuo assegno allo Stato, che potrebbe far pendere la bilancia verso l’uno o l’altro.

 

Ma conterà anche l’offerta tecnica, 45 punti su 100. Tra le variabili la capillarità dei punti vendita, i terminali, il personale, il canale online ancora marginale, la sicurezza delle procedure. Sul segmento Lotterie Lottomatica recita la parte del leone. Gestendo il Lotto e il Gratta e Vinci detiene circa il 90% della quota di mercato, Sisal l’altro 10% espressione proprio del SuperEnalotto. Un mercato da quasi 20 miliardi all’anno. Se dovesse spuntarla Lottomatica potrebbe profilarsi l’ipotesi di concentrazione. Deciderà l’Antitrust, che però ha dato il via libera al bando di gara richiamando un parere del 2007.

 

 

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