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Squinzi (Confindustria) su Stabilità: “Si interviene sui soliti capitoli; il settore dei giochi necessità di una riforma organica”

Si sono tenute ieri presso le commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato le audizioni in merito alla legge di Stabilità e di Bilancio. Nel corso dell’indagine conoscitiva sono stati

03 Novembre 2015

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Si sono tenute ieri presso le commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato le audizioni in merito alla legge di Stabilità e di Bilancio. Nel corso dell’indagine conoscitiva sono stati sentiti i rappresentanti della CGIL, della CISL, della UIL e della UGL, il rappresentanti dell’Anci, del Cnel e di Confindustria.

A partecipare per quest’ultima, il presidente Giorgio Squinzi che ha ribadito che a grandi linee gli interventi della legge di stabilità sono tutti in gran parte condivisibili. “Visto che punta verso la crescita, noi non possiamo che essere d’accordo”.

Tuttuavia, per Squinzi, la manovra, presenta alcune criticità nel reperimento delle risorse. Per il presidente di Confindustria, il provvedimento prevede una serie di tagli, ma non contiene un piano complessivo di efficientamento e riqualificazione della spesa, poiché i risparmi sono principalmente riallocazioni. “Ci si obbliga così a reperire risorse nei soliti capitoli di spesa come quello dei giochi, che invece necessita di una riforma organica, e degli enti territoriali, che tra il 2009 e il 2015 hanno subito circa 34 miliardi di tagli”.

E’ indispensabile – ha detto – proseguire nell’applicazione di fabbisogni e costi standard, per garantire trasparenza e responsabilità nell’impiego delle risorse pubbliche”.

 

“Riguardo al corposo pacchetto normativo indirizzato all’industria dei giochi,- ha dichiarato Squinzi – composto da inasprimenti del prelievo e gare per nuove concessioni, va segnalato che l’unico filo conduttore in grado di legare l’azione del Governo sembra essere, ancora una volta, l’impellente necessità di reperire risorse finanziarie.

Negli anni passati abbiamo avuto modo di constatare come questo mudus operandi si sia dimostrato inefficace: gli obiettivi di gettito prefissati non vengono raggiunti e al tempo stesso si destabilizza la cornice normativa di un intero settore economico, quello del gioco legale, che in Italia conta 6mila imprese e 120 mila addetti.

In luogo di interventi sbrigativi, sarebbe più opportuno tornare a valutare un complessivo intervento di riordino per il settore, con alla base una leale collaborazione tra Stato, Regioni e Comuni in un ambito in cui la regolazione è diventata sempre più frammentata e confusa.

Andrebbe, inoltre, promosso un passaggio dal meccanismo del Preu alla tassazione del margine degli operatori, inteso come differenza tra gioco raccolto e importi di vincite, aggi, compensi e altri costi sostenuti. Sarebbe opportuno, infine, razionalizzare l’offerta di gioco, riducendo i punti vendita, con un vero e proprio piano regolatore.

Con riguardo alla procedura di contrasto al gioco illegale, è condivisibile la finalità dell’intervento per la regolarizzazione dei centri trasmissioni dati (CTD) non regolarizzati: tuttavia, l’azione di contrasto al gioco illegale andrebbe perseguita con maggiore incisività attraverso l’eliminazione dei CTD non regolarizzati che operano una concorrenza sleale con gli operatori del gioco legale”.

 

 

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