25 Aprile 2024 - 20:08

Sbordoni: “La Commissione Antimafia e il gioco”

L’avvocato Sbordoni torna a riflettere sull’azzardo ed in particolare ancora sulla recente relazione della Commissione Antimafia. “Nella seduta del 6 luglio- commenta- la Commissione di inchiesta antimafia ha approvato, senza

14 Luglio 2016

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L’avvocato Sbordoni torna a riflettere sull’azzardo ed in particolare ancora sulla recente relazione della Commissione Antimafia.

“Nella seduta del 6 luglio- commenta- la Commissione di inchiesta antimafia ha approvato, senza modifiche, la relazione del X comitato sulle infiltrazioni mafiose nel gioco lecito e illecito, dove vengono sintetizzati i lavori svolti in questi mesi a seguito di audizioni delle forze dell’ordine, di istituzioni, associazioni, e operatori. La Commissione di inchiesta, nel quadro degli approfondimenti già avviati sul gioco lecito e illecito in Italia dall’apposito Comitato, ha ascoltato in data 5 aprile 2016 i rappresentanti di Adm per approfondire il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore dei giochi pubblici. Nel corso dell’audizione con l’Amministrazione veniva in rilievo che l’ammontare della raccolta del gioco pubblico si è stabilizzato in circa 88 miliardi, con una crescita notevole rispetto agli anni precedenti al 2010; questa crescita è il frutto dell’emersione del gioco illegale e del segmento del gioco on line (che dal 2011 con le concessioni c.d. pure acquista più peso per gli investimenti nel settore del gioco on line di importanti gruppi internazionali), mentre la spesa effettiva (cioè la raccolta meno le vincite distribuite) è sostanzialmente costante intorno ai 18 miliardi annui, di cui circa la metà ritorna all’erario sotto forma di imposte dirette sul gioco. Imposte che, come è noto, nel corso dell’ultimo periodo hanno subito una rilevante modifica (da ultimo con la Legge di Stabilità 2016)”.

“Altro aspetto evidenziato dalla Commissione nella propria relazione – prosegue Sbordoni- sempre a seguito delle dichiarazioni raccolte dalla rappresentanza di ADM riguarda le indagini condotte dalla magistratura, che ha confermato il forte coinvolgimento della criminalità organizzata nell’esercizio diretto del gioco al di fuori del circuito legale. Ed invero le società concessionarie non sono state interessate dalle indagini, a conferma della validità ed anche dell’efficacia del sistema di verifiche contemplato nella normativa di riferimento, incluso il codice antimafia. Gli altri pezzi della filiera esaminata, quelli non sottoposti ai vincoli concessori e allo scrupoloso controllo da parte di ADM, sono più sensibili a forme di penetrazione e/o controllo da parte di gruppi criminali. Le aree potenzialmente più esposte riguardano i settori delle VLT, delle scommesse e del bingo: ADM ha allo studio l’impiego di nuove tecnologie volte in particolare ad evidenziare le immissioni anomale di denaro a fronte di vincite in apparenza irrisorie, segnale di un possibile scopo di riciclaggio di denaro”.

“Per quanto riguarda la Conferenza Unificata Stato, Regioni ed Enti Locali sul gioco- prosegue l’avvocato- la Commissione segnala l’urgenza che quanto prima questa pervenga al raggiungimento dell’intesa prevista dalla legge per la soluzione della cosiddetta ‘questione territoriale’, e che si ispiri ai seguenti criteri di massima: a) (…) il nuovo sistema distributivo del gioco lecito si deve fondare su un armonico equilibrio di dimensionamento generale dell’offerta totale di gioco e su una distribuzione sul territorio dei punti vendita di gioco sostenibile sotto il profilo dell’impatto sociale e dei controlli che possono in concreto essere assicurati; b) (…) occorre, pertanto, offrire alle regioni e agli enti locali la possibilità, in alternativa o in aggiunta alle tipologie di punti di gioco previsti dalla legislazione vigente, di prevedere che la propria quota di offerta di gioco sia assorbita e concentrata in un numero limitato di ‘luoghi di gioco’ sicuri. Ad esempio, potrebbero essere istituite sale da gioco certificate, con caratteristiche tali da scongiurare ogni minimo rischio di infiltrazione criminale, elusione delle regole o di distorsione, quali, ad esempio, una formazione specifica del personale, l’accesso selettivo all’ingresso, la completa identificazione dell’avventore, la tracciabilità completa delle giocate e delle vincite, apparati di videosorveglianza interna simili a quelli in dotazione ai tradizionali casinò; c) (…) occorre che nella fase di predisposizione dei criteri per la distribuzione sul territorio, al fine di ‘garantire i migliori livelli di sicurezza (…) per la tutela dell’ordine pubblico’, sia attribuita la necessaria rilevanza a significativi indicatori di rischio (…), d) ferma restando la pianificazione che deriverà dall’intesa, è necessario che comunque agli enti locali, primi sensori sul territorio della percezione in grado di cogliere situazioni di pericolo del quadro sociale e del diffondersi di illegalità e disagio connesse al gioco, sia data l’opportunità di far fronte adeguatamente e con prontezza a tali situazioni; al contrario, lo Stato (e le regioni) dovranno, in primo luogo, farsi carico di sostenere l’ente locale, con tempestività e con adeguate risorse, nell’adozione di misure tese a porre rimedio all’imprevista situazione emergenziale, attraverso l’intensificazione dei controlli sui punti di gioco e scommesse, il presidio permanente dei punti di gioco ritenuti a maggior rischio, nonché la destinazione di risorse straordinarie’”.

“Si plaude al lavoro della commissione esplicitato nella Relazione- dice Sbordoni, nelle sue osservazioni conclusive- va rilevato però, specie nell’aspetto da ultimo indicato, che risultano omesse circostanze importanti, in quanto gran parte delle misure suggerite dal X Comitato sono già operative. Ad esempio tutti i luoghi – legali si intende – sono, in virtù delle normative regolamentari e dell’attività di controllo e verifica dell’Agenzia, sicuri e certificati. Così come l’esperienza ci dice che ghettizzare non paga, anzi esaspera l’effetto deviante. L’industria sana dei giochi, con tutte le cautele del caso e nel pieno rispetto dei vincoli posti dal Legislatore ordinario – deve essere inserita nel contesto sociale in modo omogeneo, senza scriminanti che facilitano soltanto, se non addirittura ‘legittimano’ (ben inteso, nella sola percezione) la criminalità ed il gioco illegale, aspetto questo ben compreso dalla Commissione Antimafia”.