29 Marzo 2024 - 12:45

Sbordoni: “ADM scende in campo”

L’avvocato Sbordoni riflette sul ruolo attuale e futuro dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli in materia di gioco. “‘Oggi il punto è di trovare un equilibrio, non di dettarlo’. Con questa

26 Maggio 2016

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L’avvocato Sbordoni riflette sul ruolo attuale e futuro dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli in materia di gioco.

“‘Oggi il punto è di trovare un equilibrio, non di dettarlo’. Con questa frase essenziale ma geniale nella sua semplicità si individua qual è il nuovo corso dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, che in passato ha rappresentato un timone e da oggi (o meglio dalla scorsa settimana, da quando è stato pubblicato l’intervento del Vicedirettore di ADM sul sito istituzionale) potrà essere un faro che indicherà i percorsi a tutti gli operatori, e perché no, anche ai nostri governatori (centrali e periferici)- commenta Sbordoni-  Non a caso negli ultimi passaggi dell’intervento del Vicedirettore, riferendosi alla funzione di ADM nell’ambito di questo contesto difficile si legge che: ‘…riteniamo che i due ruoli, quello di protagonista del dibattito culturale e quello di regolatore di un settore in cui, come in altri, vi è un problema di tutela dei soggetti deboli e di contrasto all’illegalità, siano compatibili’. Il primo dato importante che evidenza il Vicedirettore, è che in questi anni non è aumentata la spesa di gioco, è aumentato il gioco legale a scapito di quello illegale. Questo è il tema che si spera venga trattato in conferenza unificata”.

“Ed invero sul gioco patologico ci sono troppe cifre, indagini locali o addirittura internazionali traslate sul nazionale- continua- La mancanza di cifre ufficiali, purtroppo, favorisce illazioni sulla diffusione del gioco che vanno dalla minimizzazione sino alla drammatizzazione. Il tema viene trattato troppo spesso per fini utilitaristici, e non in maniera puntuale e precisa e sopratutto scientifica. Ecco perché ADM, come timone e faro, ha richiesto sul finire del 2015 all’Istituto Superiore di Sanità di svolgere un’indagine per avere una base di dati seria e omogenea. ADM ha a tal fine anche instaurato rapporti più diretti con l’accademia universitaria. La legalizzazione del gioco pubblico in questi anni ha avuto il merito di far emergere il gioco illecito sommerso. Tutti ricordano – e coloro che fanno finta di non ricordare sono falsi moralisti – i videopoker ed il ‘picchetto’ (nell’accezione tipicamente romana) o il toto nero, quando l’allibratore illegale del quartiere la domenica mattina si ritrovava nel bar o nella bisca per raccogliere le giocate. All’epoca non si affrontava il tema delle possibili conseguenze che il gioco, allora a ragione definito d’azzardo, potesse in qualche modo avere sul cittadino giocatore-consumatore. Si è iniziato a parlare del problema, che si badi bene è sempre esistito, solo quando l’offerta del gioco è divenuta legale.

“Come affermato dal Vicedirettore Aronica- prosegue Sbordoni- ‘In realtà, dimostrare che esiste una patologia specifica e che esistono soggetti incapaci di controllarsi, causa una loro predisposizione individuale, dovrebbe alleggerire le responsabilità dell’offerta. Nel dibattito che ci affligge quotidianamente, al contrario, la medicalizzazione funge spesso da premessa a una tesi sostanzialmente proibizionista. Proibizione che riguarderebbe oggi il gioco che si vede, quello legale. Come se, nell’individuare la chiave di questo problema, si scegliesse di cercarla in una zona illuminata, ben sapendo che potrebbe trovarsi con maggiore probabilità in una zona d’ombra delle coscienze e, anche, naturalmente, del contesto sociale’. Ed ancora, non si può non essere d’accordo con il Vicedirettore che nel suo intervento rileva che la legalizzazione dell’offerta ha avuto il ruolo: di far emergere una domanda compressa o sommersa, di acquisire risorse alla fiscalità generale, il cui scopo è quello del servizio ai cittadini; di garantire ai giocatori condizioni di trasparenza e correttezza. La trasparenza dei giocatori viene garantita laddove in caso di reclami costoro abbiano la possibilità di interloquire con un’Amministrazione attenta. Chi scrive sa benissimo quanti giocatori, che continuano, nostro malgrado ad utilizzare canali illeciti soprattutto nel mondo del gioco on line, non abbiano gli strumenti giuridici per tutelarsi nei confronti di questi operatori illegali. Ed infatti è la stessa ADM – per il tramite del proprio Vicedirettore – a sostenere che in nessun altro settore le scelte e le preferenze dei consumatori possono formarsi al di fuori della gamma di prodotti realmente esistenti: ma qui il punto è che i prodotti spesso esistono già nel mercato parallelo. Questo però viene spesso dimenticato da tutti, o meglio ignorato scientemente. La Conferenza ha un compito arduo: deve ridare dignità ad un settore vessato, che invece costituisce una industria sana del nostro Paese, e chi lo vuole affondare è soltanto miope. Le basi ci sono e finalmente anche i Giudici iniziano a prenderne contezza. Ed infatti, una recente sentenza del Consiglio di Stato di febbraio 2016 ha respinto il ricorso del Comune di Bologna contro una sala scommesse a cui era stata negata l’autorizzazione a un trasferimento di sede. Il Consiglio di Stato ha sì affermato che l’imposizione di una distanza di rispetto costituisce uno strumento idoneo per contribuire a limitare il diffondersi di fenomeni di ludopatia (e qui esprimiamo tutte le nostre riserve), ma ha anche sottolineato come ‘l’individuazione di una distanza piuttosto di un’altra discenda invece dall’esercizio di una discrezionalità amministrativa, che effettui la ponderazione con i contrapposti interessi allo svolgimento delle attività lecite di gioco e scommesse, alla luce dei canoni della adeguatezza e della proporzionalità’”.

“Adeguatezza e proporzionalità- conclude l’avvocato sono questi i canoni ed i principi a cui si dovrà ispirare la nuova rete di gioco che vedrà la luce con i nuovi bandi, se si vuole sperare che l’offerta di gioco legale continui a vivere”.

PressGiochi

 

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