19 Aprile 2024 - 11:34

Sanna (Aiaf): “Ecco perché contro il Gap 500 metri non servono a niente”

“Premesso che il vero problema oggi è l’azzardo online (vedi fra gli altri l’articolo di Pressgiochi sui videogiochi a pagamento), vorrei spiegare perché 500 metri di distanza dai cosiddetti luoghi

22 Novembre 2017

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“Premesso che il vero problema oggi è l’azzardo online (vedi fra gli altri l’articolo di Pressgiochi sui videogiochi a pagamento), vorrei spiegare perché 500 metri di distanza dai cosiddetti luoghi sensibili non servono a nulla, anzi”.

Lo afferma Riccardo Sanna, presidente dell’associazione Aiaf – Non t’azzardare.

“Chi azzarda – in Italia questa “abitudine” è fortemente radicata da più di vent’anni – è prigioniero di un pensiero intrusivo, una sorta di tarlo che non lo abbandona mai: azzardare è prassi quotidiana.

E diciamo la verità, cinquecento passi equivalgono al nulla.

Ora, al netto di dichiarazioni più o meno naif da parte dei cosiddetti addetti ai lavori, bisogna avere il coraggio di ammettere che proprio quei 500 metri consentono alla persona che azzarda di arrivare a destinazione con un desiderio maggiore rispetto a chi lo fa sotto casa. Chi cammina in direzione di quella meta, posta a 500 metri o più, non si chiede mai se andare lì sia bene o male, ma alimenta, metro dopo metro, un pressing di sfida che, anche a causa del pensiero intrusivo sempre presente, aumenta la somma, prima immaginaria poi reale, rispetto alla soddisfazione immediata  (e quindi in importo da giocare minore) del suo bisogno d’azzardo.

Mi spiego meglio: se una persona ha 200 euro in tasca e prevede di giocarne 50 subito, quelli giocherà. La stessa persona che dovrà invece percorrere 500 metri per raggiungere il punto scommesse più vicino avrà il tempo di calcolare quanti soldi potranno servire per fare la spesa al supermercato e, una volta sicuro che 30 euro saranno più che sufficienti, azzarderà i 170 che gli rimangono.

Cinquecento passi a braccetto con un pensiero intrusivo sono dunque molto più pericolosi di tre o cinque passi perché, volenti o nolenti, alla fine si azzarda di più!

Bisognerebbe invece chiedersi a cosa servono distanze e limitazioni se, ad esempio, quasi tutti i programmi televisivi riportano sempre all’azzardo: 14.000 euro di qua, 25.000 di là, azzecca la risposta e vinci tanti soldi, ecc…

Abitudine a fare una determinata cosa o a vederla fare = pensiero intrusivo.

E c’è, inutile negarlo, come inutili sono i 300, 500 o 1000 metri di distanza. Distanze da cosa?… È puro proibizionismo che non intacca minimamente quel pensiero intrusivo ormai radicato in tutte le persone.

Molti locali sono stati indotti al guadagno facile, adesso si vogliono chiudere illudendosi di riuscire a cancellare il tarlo di cui sopra, ma così non sarà in un sistema abituato ormai da anni ad azzardare su tutto.

Avremo, quindi, più poveri da una parte – chi azzarda – e meno lavoro dall’altra – i locali compresi nei metri vietati: una guerra fra poveri dove chi azzarda perderà molto di più, mentre chi l’azzardo lo offre dovrà accollarsi spese per spostare i locali oltre i divieti”.

 

PressGiochi