L’onorevole di Lega Nord Marco Rondini ha chiesto al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e a quello dell’Interno Angelino Alfano quali interventi intendono adottare di fronte al problema della ludopatia e
L’onorevole di Lega Nord Marco Rondini ha chiesto al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e a quello dell’Interno Angelino Alfano quali interventi intendono adottare di fronte al problema della ludopatia e alla necessità di conferire ai sindaci un maggior potere di intervento nella regolamentazione della materia.
“Nella ludopatia – ha affermato Rondini – il gioco è quotidiano o intensivo e l’individuo non riesce più a controllare il suo desiderio di giocare. Al fine di salvaguardare i membri più deboli e influenzabili della popolazione, perché non diventino vittime del gioco compulsivo, il sindaco può disciplinare, in senso più restrittivo, gli orari di apertura delle sale pubbliche da gioco e di scommesse, aggiungendo anche l’ulteriore limite degli orari di utilizzo (di accensione e di spegnimento) dei video-giochi posti all’interno di pubblici esercizi, prescindendo dagli orari di apertura di questi ultimi, ma solo per comprovate esigenze di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, nonché del diritto dei terzi al rispetto della quiete pubblica.
Il Consiglio di Stato ha precisato che ciò è consentito dal legislatore solo in caso di accertata lesione di interessi pubblici tassativamente individuati quali quelli richiamati dall’articolo 31, comma 2, del decreto-legge n. 201 del 2011 (sicurezza, libertà, dignità umana, utilità sociale, salute). Diversamente si rischia la violazione dell’articolo 41 della Costituzione per lesione della libertà costituzionale d’iniziativa economica ed imprenditoriale, e/o invadenza in materia di competenza esclusiva statale «tutela della concorrenza» sancita dall’articolo 117 della Costituzione; a seguito di tale sentenza si ritiene che un’ordinanza di riduzione di orario proponibile solo a fronte di atto d’indirizzo del Consiglio, ai sensi dell’articolo 50, comma 7, del decreto legislativo n. 267 del 2000, ma ci sia la necessità di documentata e accertata lesione di interessi pubblici individuati dalla legge e adeguata giustificazione.
Considerati tali limiti imposti,- ha affermato l’esponente del Carroccio – di fatto, è facilmente comprensibile come sia estremamente difficile adottare opportuni e consequenziali provvedimenti e soprattutto ottenere le prove documentali necessarie”.
Rondini ha quindi chiesto “se e quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare con riguardo alla problematica esposta in premessa e all’opportunità di riconoscere poteri più efficaci ai sindaci, posto che la normativa vigente impedisce l’accesso ai minori, ma affida la vigilanza alla responsabilità del gestore e alle forze predisposte al controllo del territorio, confermando come le sale da gioco siano un problema per le fasce più deboli della popolazione, in primis gli adolescenti, e per chi è affetto da ludopatia”.
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