28 Marzo 2024 - 23:27

A Roma, le audizioni sul regolamento sale giochi. Iaccarino (Adm): “Valutare il lavoro del Governo in Conferenza”

Prosegue il percorso delle commissioni Commercio e Politiche sociali di Roma Capitale sulla delibera della maggioranza M5S che regola l’installazione, produzione e/o distribuzione di apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed

18 Aprile 2017

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Prosegue il percorso delle commissioni Commercio e Politiche sociali di Roma Capitale sulla delibera della maggioranza M5S che regola l’installazione, produzione e/o distribuzione di apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici da gioco e Vtl (videolottery).

Oggi e’ stata la volta delle audizioni. Tra i partecipanti ascoltati le associazioni e categorie, come Libera, Caritas e anche l’Agenzia delle Dogane.

 

Il provvedimento, che dovrà essere approvato in Assemblea capitolina, prevede orari ‘spezzati’ di funzionamento delle macchine – dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22, spente nei festivi – e una distanza minima di 500 metri delle sale giochi da luoghi sensibili come scuole, ospedali, luoghi di culto, parchi o sportelli bancomat, vietando l’apertura di nuovi esercizi nel Centro storico e limitandola in periferia “ma senza arrivare a una espulsione totale dal territorio di Roma, per evitare la nascita alle porte della città di quartieri residenziali che diventino delle piccole Las Vegas”, ha spiegato il presidente della commissione Commercio di Roma Capitale, Andrea Coia (M5S).

Il regolamento, secondo Coia, “è in linea con gli altri Comuni, e prevede distanze minime da luoghi sensibili e la possibilità di normare meglio le sale esistenti con 3 anni per l’adeguamento: questo per limitare il fenomeno della ludopatia e l’impatto tragico che ha sulle famiglie e sul tessuto sociale”.

 

Come M5S, ha concluso Coia, “noi non siamo contrari al gioco lecito, ma sosteniamo un comportamento etico per saper riconoscere le persone affette. Per questo diciamo a quartieri residenziali edificati che diventano piccole Las Vegas con possibilità di somministrazione che fanno perdere la cognizione del tempo al giocatore e lo fanno entrare in una spirale senza uscita”.

 

“Dall’adeguamento degli orari al vietare l’installazione nel perimetro del Centro storico perché patrimonio Unesco e nelle aree pedonali – ha detto Nello Angelucci, consigliere M5S – il nostro regolamento ha attinto da quelli già implementati nelle maggiori città italiane e che hanno superato lo stress test sia di natura legale che di impatto sul territorio. La cosa piu’ complessa per noi è la questione delle distanze, ma sulla base della normativa e visto che l’obiettivo principale è eliminare la dipendenza, pensiamo di poter andare avanti”.

 

In particolare, ha sottolineato la presidente della commissione Politiche sociali, Agnese Catini (M5S), “l’interruzione negli orari dei pasti è voluta proprio perchè le persone non devono poter entrare nelle sale e perdere il tempo e la cognizione di quello che si sta facendo”.

In questo, ha però assicurato Sara Seccia, vicepresidente M5S della Commercio, “nessuno vuole demonizzare il gioco lecito o le sale già esistenti, che avranno comunque 3 anni per adeguarsi e mentre le nuove dovranno già rispettare la normativa. Tutti hanno comprato un gratta e vinci e finché si tratta di svago va bene, ma quando diventa una vera propria tossicodipendenza questo comporta disagi sociali e anche costi sanitari regionali: quello che dobbiamo trovare è il giusto mezzo costituzionale tra la libera imprenditoria e il diritto alla salute”.

 

Seccia ha poi annunciato l’accoglimento nella delibera consiliare di alcuni punti provenienti da proposte dell’opposizione “come l’autotest all’interno dei locali per magari autotestarsi e capire se si rientra nei profili di giocatore patologico o pseudopatologico, ma invece abbiamo respinto la possibilita’ di portare la distanza minima a 1.000 metri: sarebbe stato troppo e si sarebbe rischiato di creare delle creare piccole Las Vegas con tutte le sale convogliate in pochi punti. La distanza di 500 metri rispecchia la media nazionale e questi esercizi sono sul territorio in modo più sporadico”. Anche se a breve il potere di intervento del Campidoglio in materia potrebbe divenire più limitato.

 

A sottolinearlo è l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, rappresentata stamattina a via del Tritone da Armando Iaccarino, direttore dell’Ufficio apparecchi: “Noi siamo disponibili a qualsiasi collaborazione e confronto per dati, informazioni e numeri che possano ricostruire il contesto nel massimo dettaglio”, ha spiegato spiegato Iaccarino, ricordando però del tavolo in corso in sede di Conferenza Stato-Regioni sulla proposta di legge che dividerà le sale slot in due categorie, A e B, “secondo requisiti precisi che costituirebbero le sala con categoria A, dalla videosorveglianza al controllo degli accessi fino alla formazione del personale che consentirebbero un trattamento meno restrittivo” e verrebbero quindi sottratte al potere di regolamento dei Comuni anche per quanto riguarda le distanze dai luoghi sensibili, in quanto “considerate meno pericolose”.

Gli enti locali manterrebbero comunque competenze “sulle categorie B, con cui si possono portare le distanze minime a 500 metri mentre per quelle A molto meno”.

Infine, in merito agli orari, “servirebbe una disciplina univoca a livello nazionale, così potremmo accendere e spegnere noi tutti gli apparecchi con risparmi notevoli per i controlli, mentre invece allo stato attuale con mille finestre orario diverse dobbiamo fare delle verifiche battendo il marciapiede, con i relativi costi”.

 

PressGiochi