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Riordino dei giochi. Orlandini (Beteslot): “Il mercato ha bisogno di stabilità normativa e operativa; solo all’interno della legalità può esser tutelata la salute pubblica”

In una fase in cui il mercato del gioco automatico sta vivendo forti trasformazioni che impongono dimensioni e strutture sempre più industriali, con molti degli operatori storici nazionali che si

19 Luglio 2016

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In una fase in cui il mercato del gioco automatico sta vivendo forti trasformazioni che impongono dimensioni e strutture sempre più industriali, con molti degli operatori storici nazionali che si uniscono e si  accorpano, esiste una realtà come quella di Beteslot che rappresenta una chiave di volta per l’evoluzione richiesta alle aziende di gestione degli apparecchi da intrattenimento.

E’ per questo che abbiamo cercato di conoscere meglio il progetto Beteslot, sviluppatosi con grande dinamismo da alcuni anni a livello nazionale, intervistando il suo amministratore delegato Massimiliano Orlandini.

Beteslot– ci racconta Orlandini – è un progetto nato cinque anni fa con l’obiettivo di dare una risposta commerciale alle modifiche che secondo noi avrebbero caratterizzato il mercato del futuro ovvero il passaggio da una economia prettamente domestica caratterizzata da migliaia di micro-aziende ad una economia di scala con caratterizzazione prettamente industriale, ed alla luce di quello che sta accadendo nel presente abbiamo avuto ragione.

 

Il raggruppamento realizzato all’interno di una unica società di capitale come Beteslot ci ha permesso di trarre il massimo del vantaggio sia dall’importante numerica e fatturato generato, sia dall’appeal strategico che tutti i nostri partners ci riconoscono, il che ci permette di chiudere accordi importanti e profittevoli per tutti i soggetti della filiera. Il piccolo operatore oltre a far fronte ad un sostanziale abbassamento della marginalità vede erodere giorno dopo giorno il valore della propria azienda, l’investimento ed i sacrifici di tutta una vita. Beteslot punta oltremodo a recuperare e ad aumentare il valore delle aziende partecipate grazie ad una attenta operatività garantita da notevoli investimenti in tecnologia e software, all’organizzazione ed al controllo di gestione proprie di un’azienda moderna. Puntare ad una diffusione capillare nel territorio valorizzando e recuperando le piccole aziende in difficoltà è una delle sfide del nostro prossimo futuro. Unirsi in maniera strutturata sarà la nostra vera arma vincente.

Beteslot è attualmente presente in 9 sedi: Cagliari, Sassari, Napoli, Trapani, Campobasso, Roma, Teramo, Lucca e Pesaro.

 

Ad Orlandini si aggiungono le considerazioni del Presidente del CdA Giuseppe Pizziconi figura storica romana del settore dell’automatico.

“Abbiamo dimostrato che l’economia di scala si può fare in questo settore e tutti possiamo trarne vantaggio: siamo 19 societàe circa 40 soci estremamente soddisfatti di questo progetto che ha dimostrato sin da subito di riuscire a salvaguardare il loro capitale e mantenere intatta, se non aumentarla, la marginalità, creando quindi un competitore capace di competere pienamente sul mercato attraverso dinamiche diverse rispetto al passato. Avendo dimostrato di poterlo fare con 19 società, continuiamo a proporlo ad altre aziende alle quali offriamo un ‘vestito su misura’, perché ciascun operatore ha esigenze diverse”.

 

Con il dr. Orlandini abbiamo parlato anche di quelle che sono le difficoltà che il mercato sta attraversando in questi mesi a causa dei nuovi interventi fiscali imposti alla Stabilità e della prossima evoluzione degli apparecchi verso delle AWP collegate da remoto.

“ Viviamo un periodo caratterizzato da fasi altamente contraddittorie a causa del fatto che il Governo da un paio di anni a questa parte ha superato ampiamente i limiti di tassazione del prodotto creando notevoli difficoltà agli operatori. A questo si aggiunge l’introduzione a partire dal prossimo anno delle Awp-R, nuovi investimenti richiesti  col paventato pericolo che il legislatore decida di eliminare gli apparecchi da gioco dai bar e tabacchi a favore di sale dedicate mandando in fumo centinaia di milioni di investimenti e decine di migliaia di posti di lavoro. Un settore industriale ha bisogno di pianificazione ed investimenti ed il legislatore deve tenerne conto per il bene delle imprese e quindi della collettività; noi tutti auspichiamo che questo isterismo normativo venga a cessare a favore di una stabilità operativa.

Il progetto Awp-R mira sicuramente ad avere una macchina più sicura; Astro ha presentato un progetto esecutivo in direzione dell’Awp-R che salvaguardia le società di gestione e le società di produzione e garantisce i protocolli di sicurezza richiesti dal legislatore: ho personalmente contribuito alla scrittura del progetto e credo vada nella direzione giusta fermo restando che il progresso non lo combatti, semmai devi essere bravo a cavalcarlo.

 

Come possono intervenire gli imprenditori del gioco pubblico per fare in modo che si sviluppi una nuova cultura del gioco visto più come intrattenimento e divertimento e si vada a disincentivare il rischio Gap?

Gli imprenditori del gioco sono meri operatori che operano all’interno di un quadro normativo dettato dal legislatore in maniera ben specifica e all’interno del quale è definito il funzionamento degli apparecchi e del tipo di gioco proposto. Gli operatori possono incidere molto poco su questo aspetto lo ha già previsto il legislatore regolamentando in maniera estremamente articolata il sistema. L’awp va infatti a moneta e credo che questo sistema sia il deterrente principale, il vero by pass tra gioco d’azzardo e l’intrattenimento

Oggi l’AWP va perfettamente nella direzione dell’intrattenimento, il giocatore di slot non può assolutamente essere un giocatore azzardoso.

Nel trattare il problema Gap dovremmo ricordare e riconoscere che tra Awp e Vlt ci sono differenze sostanziali, tecniche e operative, sebbene spesso si definiscano entrambe genericamente slot. Chi si occupa della salute pubblica e fa analisi di tipo sociale e psicologico non può non tenere conto di queste differenze.

 

Infine, la Conferenza Unificata sul gioco. Il Governo riuscirà a trovare un’intesa?

La strada del proibizionismo non paga, la differenza tra gioco legale come presidio a salvaguardia e tutela della collettività rispetto al gioco illegale dovrebbe essere un obiettivo chiaro e condiviso da tutti. Auspico che si vada spediti in questa direzione. Mortificare gli investimenti ed il mercato legale vuol dire tornare agli anni bui già vissuti in questa Italia che non ha bisogno di demagogia ma di posti di lavoro e di aziende serie e solo all’interno della legalità e di regole chiare, certe e condivise la salute pubblica può essere salvaguardata. Noi tutti operatori in prima linea auspichiamo che trionfi il buon senso e la verità da troppi e da troppo tempo mortificata.

 

Cristina Doganini – PressGiochi