19 Aprile 2024 - 18:22

Pucci (Astro) a Binetti: “Sono anni che i produttori di slot chiedono strumenti di cautela per i giocatori”

Non corrisponde assolutamente a verità quanto da Lei sostenuto, circa il fatto che i produttori delle slot “non vogliono controlli sugli apparecchi e scoraggino la consapevolezza dei giocatori per ridurre

23 Settembre 2015

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Non corrisponde assolutamente a verità quanto da Lei sostenuto, circa il fatto che i produttori delle slot “non vogliono controlli sugli apparecchi e scoraggino la consapevolezza dei giocatori per ridurre la loro autocritica e autocontrollo”.

Con queste parole il presidente di Astro Massimiliano Pucci interviene nella dialettica tra l’on. Paola Binetti e il quotidiano Vita.it relativamente al problema del Gap.

“Il primo progetto tecnico denominato “safe slot” condotto in collaborazione tra AS.TRO e il Sert di Mestre – ha dichiarato Pucci – risale addirittura al 2009, mentre il più articolato processo di revisione della “logica di funzionamento” del software di gioco, in un’ottica “tutor” rispetto all’utente (messaggi sanitari temporalizzati, sospensioni del gioco per raggiungimento delle soglie di spesa, ecc) è stato prodotto da Sistema Gioco Italia oltre due anni fa, dopo 14 mesi di lavoro di progettazione.

Nessuno di questi progetti, peraltro descritti anche nei siti associativi, ha mai incontrato l’interesse della Politica.

Neppure in sede di attuazione dell’articolo 14 della legge delega fiscale, la Politica ha ritenuto di considerare come il “riordino del sistema dei giochi pubblici”, contenesse (nei documenti associativi di osservazione, ritualmente prodotti) misure di ulteriore rivisitazione tecnologica consolidanti le soluzioni “tutor” su livelli talmente elevati /elevabili da trasformare ogni congegno in un autentico punto di informazione responsabile e di prevenzione alla patologia.

Qualora sorga interesse sull’argomento saremo lieti di inoltrare i documenti a chi riterrà di volerli esaminare.

Su un ulteriore profilo, tuttavia, intervengo a titolo di “cittadino”, posto che l’utilizzo di denaro pubblico per finalità che si prestino a essere censurate è prerogativa di tutti.

Stanziare fondi pubblici per “un software”, la cui funzione sia quella di rendere i futuri congegni fruibili in sicurezza dall’utenza, appare superfluo, per il semplice fatto che l’industria di produzione è già disponibile a sostenerne tutti i costi di progettazione e realizzo di qualsiasi innovazione.

Il “cittadino che osserva”, pertanto, accosta l’iniziativa di un “software esplorativo sulle slot, finanziato dallo Stato”, ad alcuni altri fenomeni che stanno caratterizzando una “ideologia anti-gioco lecito”, a spese degli Italiani e dei drammi veri che li affliggono e che oggi si trovano “recessivi” rispetto alla presunta priorità del gioco.

Nel dettaglio:

La Regione Lombardia spende 3 milioni di euro da devolvere ai Comuni per progetti di “contrasto” al gioco. Uno di questi comporta la spesa di 40.000 per “contare in 12 mesi” le slot lecite presenti sul distretto comunale di “Stradella”, quando il dato “da ricercare” è disponibile in tempo reale e gratuitamente nella banca dati dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

Le Università di Pavia e Trento sono state incaricate di predisporre un braccialetto elettronico da apporre ai malati di G.A.P. per monitorarne a distanza emozioni e spostamenti, come se fosse “normale” equiparare un cittadino in cura ad un detenuto ai domiciliari, se non peggio, degradandone la personalità al livello dell’ incapace o del pericoloso.

Il Senato è stato pubblicamente “ripreso” dal Presidente della Commissione Sanità per i numeri a “casaccio” spesi in questo periodo per quantificare la spesa socio-sanitaria connessa alla presenza del gioco lecito in Italia, ricevendo un chiaro invito a considerare i veri numeri del fenomeno per evitare di pregiudicare l’erogazione degli ulteriori servizi sanitari ai tanti Italiani già bisognosi di urgenti cure.

Il Comune di Genova come tanti altri, accordano sconti fiscali ai pubblici esercizi che rinunciano alle slot legali, senza minimamente riflettere “a quale servizio” viene poi dedicato il computer o il tablet che in tali locali viene concesso in uso agli avventori, e senza minimamente preoccuparsi di calcolare quanti banchi-scuola e quanti altri servizi comunali in meno potrà erogare per sostenere questa iniziativa.

Dissesti idro-geologici, beni culturali-architettonici-ambientali, disoccupazione, tutto diventa “recessivo” nelle politiche degli Enti Locali, rispetto alla “soluzione” del problema slot.

Rimarcando la ferma convinzione che il fenomeno del G.A.P. meriti attenzione e accurate professionalità, non si può continuare a sostenere che esso integri il “principale” problema del Paese, soprattutto adesso che il Ministero della Sanità ne ha certificato una presenza incerta ma comunque sicuramente in linea con gli altri Paesi Europei e del Nord America.

Da cittadino, oltre che da rappresentante di categoria, provo imbarazzo e sconcerto nel vedere “insabbiati” i dati che riflettono gli effetti delle normative abolizioniste adottate in Lombardia e Liguria, rispettivamente artefici di una “moltiplicazione epidemiologica” del 42,1% nella prima e del 30% nella seconda, così come provo profonda preoccupazione nell’assistere all’indifferenza con cui si assiste, per esempio, al dilagare dell’offerta illegale di gioco nei pubblici esercizi della Provincia di Bolzano a cui le slot sono state tolte in applicazione della locale Legge.

E’ quindi evidente come oggi anche le persone che “storicamente” hanno sostenuto un approccio critico nei confronti dell’industria del gioco lecito, possano ben trovarsi “distanti” da siffatte scelte politiche, rimarcando il dato che l’ideologia anti-gioco lecito, elevata a certi livelli, pregiudica altri e più marcati problemi”.

 

PressGiochi