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Passamonti (SGI): “Senza Delega sui giochi, si apre la strada a pesanti contenziosi; ridurremo le macchine anche senza la legge”

Il Governo martedì scorso per l’ennesima volta non ha impugnato una legge regionale che limita e vieta il gioco pubblico. I dati sull’aumento del gioco illegale nelle regioni che hanno

25 Giugno 2015

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Il Governo martedì scorso per l’ennesima volta non ha impugnato una legge regionale che limita e vieta il gioco pubblico. I dati sull’aumento del gioco illegale nelle regioni che hanno adottato dei regolamenti restrittivi, come denuncia la GdF, non sono bastati a far intervenire lo Stato. Spero che l’ultimo campanello di allarme che riesca a fare risvegliare le istituzioni sia la riduzione degli introiti erariali. Lo ha dichiarato Massimo Passamonti di Sistema Gioco Italia in occasione del confronto avviato questa mattina a Palazzo delle Esposizioni a Roma per la presentazione dello studio ‘L’industry italiana dei giochi’.

Lo sforzo del sottosegretario Baretta è stato quello di confrontarsi con gli operatori in questi mesi. Ma il Governo temendo troppe polemiche ha deciso di non dare via al testo delegato, aprendo un periodo di sicura difficoltà per il settore.

 

Fa specie che questi argomenti non bastino a far intervenire lo Stato sulla necessità di regolamentazione, nemmeno la condivisione da parte del settore della necessità di ridurre l’offerta. Anche noi forse non abbiamo fatto abbastanza, siamo ancora un settore in formazione con attori vecchi e nuovi non sempre uniti, questo non ha aiutato a dare una presentazione forte del settore come comparto industriale.

La Stabilità ha ulteriormente aggravato da un punto di vista finanziario la situazione degli operatori del settore. Questo ha determinato un ulteriore contraccolpo e criticità pergli operatori. Senza la delega sarà difficile salvaguardare l’offerta di gioco pubblico nel nostro paese nei prossimi mesi. Sta avvenendo in maniera silenziosa un espulsione del gioco lecito dal nostro paese. Si sta ritornando ad un’offerta di gioco grigia ed illegale contro la quale sarà difficile far valere principi come la tutela sociale e l’ordine pubblico.

Nessuno dice apertamente di essere contro il gioco tout court, tuttavia nessuno ha il coraggio di dire qual è il limite entro cui svolgere la nostra offerta di gioco. Il valore positivo della delega, mancato, verrà annullato dalle regolamentazioni regionali che faranno saltare il regime di uno Stato concedente l’attività.

 

Non possiamo negare che il gioco è vissuto da 35mln di italiani come puro intrattenimento. Anche su questo la delega poteva offrire un punto di incontro e di valutazione. Sulla pubblicità, invece, critico il paragone fatto dallo stesso Baretta con il tabacco. Non sarebbe possibile un divieto totale della pubblicità per i nostri prodotti.

Oggi possiamo vivere il Day after del gioco. Senza art. 14 non capisco come si farà a fare le gare per il betting, per il bingo nel 2016 e riformare l’ippica. Se non si interviene si rischia di far saltare 50mila posti di lavoro. Temo quindi che inizierà una stagione di gravi contenziosi per difendere diritti legittimi acquisiti sulla base di contratti sottoscritti tra stato e aziende che impegnavano lo Stato a salvaguardare il comparto. Inevitabilmente sarà così.

Ci sarà il rischio di un forte contenzioso nei confronti dello Stato, ma noi – conclude Passamonti – comunque cercheremo di fare alcune delle cose contenute nel nostro piano regolatore con la riduzione degli apparecchi per gli esercizi con più di 4 macchine per negozio, limite invece di 6 vlt per le sale slot, per arrivare a ridurre le macchine fino a un limite di 80-100mila come previsto nella delega. Questo impegno mostra ancor di più la responsabilità delle aziende del settore”.

 

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