19 Aprile 2024 - 19:56

Olanda: dito puntato ancora contro le loot boxes

L’Autorità Olandese del Gaming torna a puntare il dito contro le loot boxes dei videogiochi per via dell’accusa che hanno elementi simili a quelli del gioco d’azzardo. L’Olanda ha infatti

20 Aprile 2018

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L’Autorità Olandese del Gaming torna a puntare il dito contro le loot boxes dei videogiochi per via dell’accusa che hanno elementi simili a quelli del gioco d’azzardo. L’Olanda ha infatti aperto un’indagine su dieci popolari videogiochi che permettono l’acquisto, con soldi reali, di loot box nel gioco. L’Autorità ha nominato esplicitamente FIFA18, DOTA 2, PUBG, e Rocket League. Tuttavia, anche videogiochi come CS:GO, Overwatch, Heartstone, e League of Legends potrebbero entrare nel mirino, anche se non violano le regolamentazioni istituite dall’Olanda.

 

Se questi giochi non cambieranno la loro politica in fatto di loot box, potrebbero addirittura diventare probiti nei Paesi Bassi. Marja Appelman, direttrice dell’Autorità del Gaming, ha dichiarato: “Sono progettati come i giochi d’azzardo, che ti fanno credere di aver quasi vinto. Ci sono una marea di effetti sonori e visivi quando apri queste loot box così da indurti a comprarne sempre di più. Chiedo a tutte le compagnie videoludiche di non rendere più accessibili le loot box ai bambini e di rimuovere gli elementi che danno dipendenza”.

 

La minaccia dell’autorità olandese rappresenta un pericolo per le case produttrici di videogiochi che guadagnano da queste microtransazioni migliaia di euro. Activision Blizzard che ha pubblicato recentemente i suoi risultati finanziari dell’anno 2017, ha fatto sapere di aver incassato quattro miliardi di dollari grazie alle microtransazioni di videogiochi come Call of Duty WWII, Overwatch e Destiny.

 

PressGiochi